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Via crucis… terra terra, il teatro di Vito Angiuli
15 aprile 2022

Siamo in Quaresima, periodo che precede la Pasqua, in cui viviamo e partecipiamo al mistero della Passione, Morte e Risurrezione del Cristo attraverso i riti liturgici della settimana santa. Per entrare in questo clima quaresimale l’Aneb (Associazione Nazionale Educatori Benemeriti) di Molfetta, presieduto dal prof. Michele Laudadio, ha organizzato nella Sala Don Tonino Bello della Chiesa San Pio X una sacra rappresentazione teatrale dal titolo: “Via Crucis… terra terra”, una riscrittura della Via Crucis dello scrittore pugliese Lino Angiuli, interpretata magistralmente dall’attore Cosimo Boccassini con l’accompagnamento musicale di Federico Ancona. Gli spettatori si sono così compenetrati nel racconto descritto da Boccassini da avere la sensazione di essere anche loro tra il gruppo dei discepoli che seguivano il Cristo lungo la via dolorosa. L’autore Angiuli affida il drammatico racconto della Via Crucis ad un certo Peppino (interpretato da Boccassini) contadino, che tornando dal suo lavoro in campagna, prima di rincasare scorge in lontananza un gruppo di uomini guidati dal” Maestro”, come pecore dietro il loro padrone. Peppino decide di seguirli senza farsi vedere, finché giungono al Sepolcro. Peppino, riportando le testuali parole dell’autore, con un linguaggio arcaico e popolare è riuscito a tener viva l’attenzione durante l’intero racconto, suscitando l’estrema sua sofferenza e del pubblico nell’essere spettatori impotenti della sofferenza del Cristo, uomo innocente, condannato a morte. Toccante è stata la descrizione del Cristo seguito in un campo di ulivi dai suoi compagni che l’autore chiama: “mangia pane a tradimento”, che camminano come pecore” spatriate”, dietro il loro pastore, “vagabondi” che si sono distesi su un campo di fave ed hanno preso subito sonno. Il Maestro inginocchiato sotto un albero di ulivo alza la “capa” verso il cielo per parlare con il Padre e dice: “Vedi se mi puoi dare una mano per ‘scansare’ il veleno che dovrò bere. Se è questa la decisione che hai preso, tu sai come devono andare le cose, facciamo subito e non ne parliamo più. Non mi pare bello che io devo pagare per non aver fatto male a nessuno. Peppino vede le guardie con le spade in mano e si nasconde. Pensa: “Quest’uomo forse ha commesso qualche “malazione”. Stanotte corre il rischio di passare i guai. Uno dei compagni del Maestro, quello con la faccia “verde” gli va incontro e gli dà un bacio, un bacio falso. I soldati l’hanno legato come un agnello e lo stanno portando via. Peppino soggiunge: “La faccia di quel povero disgraziato non me la posso togliere dal cuore”. Con la medesima verve l’attore ci descrive con drammaticità i momenti dolorosi del Cristo che caricato della croce cammina molto lentamente con la sua tunica, tutta sporca e con la corona di spine sul suo capo che sanguina mentre i soldati gli infliggono ogni tanto una frustata. Peppino di fronte a tanta sofferenza si chiede: “Come mai si manda a morte un innocente e non si rispettano le tavole dei Comandamenti?”. Nella sua ingenuità si chiede: “Non si può fare niente per salvare quest’uomo?”. Ormai il triste corteo fatto dal popolo accusatore giunge sul Golgota e qui avviene con la massima crudeltà e senza ombra di pietà la crocifissione del Cristo fra due ladroni che hanno ricevuto la sua stessa condanna. Peppino con il cuore straziato da tanto dolore, vorrebbe dire qualche parola di consolazione alle pie donne ed alla madre del Cristo, ma non ci riesce, sente “la capa vacante”, le braccia deboli, si sente svenire. Accanto alla madre c’è Giovanni uno dei compagni del Maestro e anche il nostro protagonista si avvicina alla croce come un compagno del maestro. Anche le donne non se ne vogliono andare. Il Cristo lanciando un urlo di dolore emette l’ultimo respiro mentre il cielo si fa nero e si alza un forte vento. Il dramma è compiuto! Si è giunti dinanzi al Sepolcro con il cuore trafitto da così grande dolore. Il Cristo viene deposto dalla croce e avvolto in un lenzuolo viene sepolto in una grotta chiusa da un enorme masso di pietra. E Peppino alla fine esclama: ed ora verrà la notte o una nuova alba? Lasciando agli spettatori la risposta. L’attore Cosimo Boccassini, che ha interpretato la parte di Peppino, si è formato presso la Compagnia teatrale “Carlo de Velo” di Milano. Nel 1979 ha incontrato il drammaturgo Eduardo De Filippo presso il Teatro Quirino di Roma e con lui ha discusso la tecnica dell’improvvisazione e l’importanza della conoscenza dell’arte. Boccassini e Federico Ancona, musicista polistrumentista e anche compositore esperto di musica popolare, hanno con grande professionalità regalato ai presenti un’interessante lavoro teatrale unito al magico suono del flauto. Le emozioni suscitate dal racconto dell’Angiuli hanno fatto rivivere l’atmosfera mistica della Settimana Santa, rendendo il pubblico partecipe con il cuore e con la mente del percorso delle 14 stazioni della Via Crucis. Il presidente dell’Aneb, prof. Michele Laudadio, al termine dello spettacolo nel ringraziare i protagonisti dell’originale rappresentazione ha augurato a tutti i presenti una Buona Pasqua fatta soprattutto di Pace e di Speranza, rivolgendo un doveroso pensiero al popolo ucraino così colpito dalla guerra.

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