MOLFETTA - Con la bella stagione, una passeggiata nei parchi o nelle piazze di Molfetta non se la fa mancare nessuno. Ma non sfugge il degrado delle aree a verde, per graffiti, cartacce a terra, cartoni di pizza e bottiglie lasciate sulle panchine. L’assenza di aree a verde o, comunque, il degrado di alcuni parchi e piazze di Molfetta (alcuni riqualificati e abbandonati, altri restaurati ex novo e mai aperti, nonostante i proclami-propaganda del Comune) è un -problema fortemente sentito dai cittadini: lo dimostrano le continue segnalazione a Quindici sul poco decoro pubblico, sull’arredo urbano preda di attacchi di vandalismo, sui comparti di periferia lasciati all’incuria e al proliferare dei rifiuti, ecc. Senza dubbio le responsabilità non sono esclusivamente del Comune o dell’Asm: è anche un problema di educazione civica e rispetto del decoro urbano.
Mancanza di spazi verdi, parchi infestati di erbacce e vandalizzati, nonostante i ripetuti annunci di aperture e progetti di affidamento da parte dell'Amministrazione comunale (una delle tante battaglia sociale e urbane condotte da
Quindici). Questi sono stati alcuni dei temi affrontati da Rifondazione Comunista in conferenza stampa, in particolare il degrado ambientale e urbano del
Parco di Mezzogiorno (foto) in
via Leonardo Azzarita, nei pressi della Scuola Primaria “
Vincenzo Zagami”.
«Stiamo parlando di un parco mai aperto al pubblico nonostante sia stato completato dal 2005 - ha spiegato Beppe Zanna, segretario cittadino Rifondazione Comunista - Federazione della Sinistra -. Questo parco, attrezzato di anfiteatro, zone ricreative, percorsi per passeggiate e jogging ad oggi è diventato l’emblema dello spreco di denaro pubblico. L’annuncia dell’apertura entro l’estate da parte del Comune di Molfetta si è rivelato un proclamo propagandistico a cui l’Amministrazione ci ha abituati».
Eppure già dal 2010, si vociferava che il parco sarebbe stato gestito da una società privata. I futuri gestori avrebbero avuto, però, l’obbligo di tenerlo aperto almeno 12 ore al giorno, di garantire la pulizia e la manutenzione della struttura, oltre alla gestione del piccolo anfiteatro con un centinaio di posti a sedere attraverso l’organizzazione di concerti e piccoli eventi. Si attendeva la risposta dei privati, che sembra non essere mai arrivata.
«A Molfetta ci sono molte, anzi moltissime aree degradate e abbandonate e tra queste possiamo considerare i parchi realizzati e mai aperti di Mezzogiorno, di via Einaudi (Parco di Rione Paradiso, ndr), la villetta di Corso Fornari rigorosamente chiusa, dove sono state poste lapidi intitolate alle medaglie d’oro Domenico Picca e Michele Fiorino e quelli aperti, ma rovinati dall'usura degli anni e mai oggetto di una manutenzione straordinaria (parco di Levante e Ponente, ndr) - ha commentato Gianni Porta, consigliere comunale di Rifondazione -. Per questo, abbiamo avviato la raccolta firme nei quartieri di espansione alle spalle dell’Ospedale, ottenendo ottimi riscontri dalla cittadinanza».Più critico Antonello Zaza, del direttivo di Rifondazione, perché «la manutenzione ordinaria e straordinaria delle aree verdi, per un amministrazione che ha a capo un sindaco senatore dovrebbe essere l’A-B-C».
Eppure, le aree verdi urbane costituiscono un patrimonio di grande valore e un parametro fondamentale per determinare il livello di vivibilità urbana. I parchi pubblici ricoprono importanti funzioni ecologiche e sociali, soprattutto per la gradevole accoglienza cittadina, con luoghi di svago e benessere. Invece, il verde è relegato a sostenere un ruolo di secondo piano nella pianificazione e nella strutturazione degli ambiti urbani e ancor più in attività edilizie che privilegiano in modo indiscusso e irragionevole la cementificazione.
È, quindi, necessario prevedere e pianificare il verde urbano in modo preventivo e paritario in tutte le attività di strutturazione urbanistica, assicurandone una dotazione sufficiente ad attivare tutte le funzioni ecologico-sociali. Le azioni che si dovrebbero intraprendere per la gestione del verde urbano dovrebbero essere rivolte a salvaguardarne e a potenziarne gli standard qualitativi e quantitativi.
Per quanto riguarda il verde esistente sono necessarie azioni di riqualificazione soprattutto dove le potenzialità ricreative, sociali ed ecologiche sono in pericolo a causa di inadeguatezza delle strutture e di arredi lasciate in uno stato di degrado e abbandono. Occorre razionalizzare le attività di manutenzione, passare da un’impostazione dei servizi gestita per settori (non solo di manutenzione del verde, ma anche pulizia strade e pulizia giardini) a un’impostazione di gestione integrata per razionalizzare tutte le attività in modo da ottimizzare i tempi e ridurre gli sprechi economici, a beneficio dell’ordine cittadino. Inoltre, la realizzazione e la riqualificazione di ampie cinture verdi permetterebbe di avere a disposizione un polmone naturale in grado di migliorare la qualità della vita.
Evidentemente, il verde urbano, che non rende “utili politici”, non è una priorità dell’amministrazione Azzollini.
Sul numero di Quindici in edicola un’ampia panoramica sul degrado e sull’abbandono di alcune aree a verde del Comune di Molfetta
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