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Vento rigenerante
15 giugno 2011

Soffia forte il vento del cambiamento in Italia e a Molfetta. Torna in campo la società civile e si fa sentire con sonore sberle per Silvio Berlusconi e il centrodestra, schiaffoni pesanti anche per il sindaco senatore Antonio Azzollini (a Molfetta il 50% degli elettori ha bocciato il Pdl). E’ questa la sintesi delle ultime consultazioni elettorali, che hanno visto trionfare quel popolo al quale il Cavaliere di Arcore si è sempre appellato nel suo personale populismo e che ora gli si è rivoltato contro. E adesso che il popolo ha espresso la sua volontà di cacciarli, Berlusconi e Azzollini devono andare via, se non vogliono mettersi contro la volontà di quel popolo al quale si sono sempre richiamati. Inutile cercare penose scuse: se si riconosce la sconfitta, si deve passare la mano. Ironia del destino, ma anche risposta dei cittadini alla martellante, nauseante, monotona campagna contro i giudici e i comunisti, è stata l’elezione di un giudice Luigi De Magistris a Napoli e di un comunista Giuliano Pisapia a Milano, mentre ai referendum ha trionfato il SI all’abrogazione delle leggi sulla privatizzazione dell’acqua, sul nucleare e sul legittimo impedimento, utile solo a sottrarre il premier ai suoi processi. Il paradosso è che B. dopo aver fatto sparire i comunisti, già ridotti al lumicino dopo il crollo del muro di Berlino, li ha ricreati dal nulla a Milano. Ha vinto soprattutto la gente, è stato il trionfo della partecipazione come non si vedeva da tempo e della società civile. E questo a noi di “Quindici”, che siamo stati sempre il riferimento di quest’area nella quale ci riconosciamo, non può che far piacere. Lo schiaffo al Pdl, ma anche alla Lega Nord è stato dato da oltre 27 milioni di cittadini (anche di centrodestra), una disfatta senza precedenti, che difficilmente può offrire margini di recupero. E’ stata la sconfitta di un premier che ha consigliato ai cittadini di andare al mare, commettendo lo stesso errore del suo amico e predecessore Bettino Craxi e così rischia di subire anch’egli il lancio delle monetine, come temono i suoi amici Santanchè e Briatore. E in tempo di crisi economica B. ha permesso che venissero spesi ben 320 milioni di euro in più per una consultazione che poteva benissimo essere accorpata alle elezioni amministrative o addirittura evitata, ritirando le leggi contestate. Mentre ci accingiamo ad affrontare una manovra economica da oltre 46 miliardi per gli errori di politica economica suoi e del superministro Giulio Tremonti. I partiti di centrosinistra ora si augurano di riuscire a trasformare l’onda di entusiasmo popolare delle amministrative e del referendum in consenso elettorale per cancellare il regime berlusconiano. Intanto registriamo la sconfitta del padrone delle tv e dei media che non riesce più a plagiare le menti del popolo, che si informa sul web, uno strumento straordinario di libertà, nel quale noi crediamo. Si sono svegliati i giovani, la Chiesa e la Cei dei vescovi dopo anni di silenzio. Alla consultazione hanno partecipato addirittura gli anziani, che malgrado gli acciacchi, hanno scelto di recarsi ugualmente ai seggi. Insomma, qualcosa è cambiato, anche se c’è chi finge di non accorgersi dell’onda che cresce giorno per giorno. Protagoniste di questa rigenerazione civile sono state per prime proprio le donne, ridotte ad oggetto da B., dando prova di grande dignità nelle mobilitazioni all’insegna dello slogan “se non ora, quando”: a loro va dato atto di essere da sempre le protagoniste dei cambiamenti. Il testimone è passato poi ai giovani ai quali B. ha rubato il presente, ma anche il futuro. “Quindici” da tempo aveva invitato i giovani ad indignarsi e a protestare per questo degrado, impegnandosi in politica, partecipando e abbandonando l’atteggiamento attendista. Disillusi anche i pochi giovani che si erano arruolati nelle truppe del Cavaliere e di Azzollini, il Mandrake nostrano, come lo abbiamo ribattezzato, perché anche a Molfetta fa i giochi di prestigio per far credere di cambiare la città. In realtà B. in Italia e A. a Molfetta non hanno costruito nulla di utile: niente miracoli, solo miraggi; niente crescita, solo declino. E il popolo, stanco di 17 anni di bugie, deluso dalle false promesse, ha cominciato a voltare le spalle a B. e A. Ha mandato un messaggio chiaro: i diritti dei cittadini vengono prima di quelli della politica, perciò occorre venire fuori dalla palude degli individualismi e degli interessi perché l’ascensore sociale è in discesa, gli italiani sono sempre più poveri e per la prima volta è minoranza chi si sente ceto medio, ma si considera operaio (ma non si era detto che la classe operaia non esiste più?) e perfino il 44% dei professionisti si sente precario. In questo scenario economico negativo il sindaco-senatore-presidente Azzollini cosa ha fatto per la sua città al di là del restauro di qualche chiesa, per accaparrassi il consenso della gerarchia ecclesiastica, ma non degli elettori cattolici? Nulla. E punta tutto sul porto, del quale ai cittadini interessa poco perché non produrrà (se sarà ultimato) né lavoro, né reddito. A proposito sindaco, cosa dice delle voci di ulteriore richiesta di risarcimento danni da parte dell’impresa costruttrice? Azzollini punta anche sull’edilizia, col rischio di aumentare le rendite parassitarie e speculative, destinando ad altri impieghi buona parte del denaro versato dai cittadini per le opere di urbanizzazione. Sarebbe utile conoscere dove sono finiti quei soldi e quanto è rimasto in cassa: quando serviranno per realizzare le opere di urbanizzazione primarie e secondarie, i servizi e il verde, non ci saranno più e quindi si dovrà ricorrere alla contrazione di nuovi mutui. Così quei cittadini che hanno acquistato una casa pagheranno due volte: con le anticipazioni già eseguite e le tasse da versare per ottenere quei servizi già pagati. E’ questo un governo efficace del territorio o è improvvisazione gestionale? E l’amministrazione comunale si dedica ad un discutibile piano dell’agro invece di affrontare i veri problemi urbanistici sui quali è latitante, anzi rischia di provocare solo disastri. Questa è la verità e va detta ai cittadini senza turlupinarli, altrimenti il rischio sarà che il vento diventi uragano e travolga tutto, con danni irreversibili.

Autore: Felice de Sanctis
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