Vent'anni dopo la Bolognina
In un periodo molto confuso e caotico per la politica italiana, dove spesso i termini sono adoperati a sproposito ed in cui un lato dell’Emiciclo parlamentare vive sotto formalina gli ordini del suo fondatore-padrone che compra a caro prezzo i vari voltagabbana; e l’altro, invece, non riesce a concretizzare un progetto politico di coalizione che possa creare – come moli elettori vorrebbero – una linea comune frutto di sintesi e di confronto; il libro di Valdo Spini uscito da Rubettino (Valdo Spini “Vent’anni dopo la Bolognina” – Rubettino Editore, Catanzaro, marzo 2010, €. 14,00) risulta essere un prezioso strumento per orientarsi nell’attualità. Scritto da un protagonista della Sinistra italiana, da alcuni ritenuto a torto un “minore” Spini ha attraversato con coraggio e capacità più di trent’anni di politica attiva, a livello istituzionale come Deputato dal 1979 al 2008, Ministro dell’Ambiente nei Dicasteri Ciampi ed Amato, Sottosegretario alla Difesa, ma anche a livello politico-partitico, rappresentando la parte nobile ed onesta del secondo PSI: Vice Segretario del PSI per la corrente Lombardiana in aperto contrasto con Bettino Craxi che fece di tutto per ostacolarlo, fondò i laburisti per poi aderire al PDS di D’Alema e diventare Presidente della Direzione Nazionale dei DS fi no alla loro inconcludente scissione. Il libro ripercorre la coerenza politica di questo personaggio lontano anni luce da Tangentopoli e dal malcostume che la generò, sempre guidato dalla linea del Socialismo Italiano ed Europeo; in puro stile valdese non ha mai temuto che le proprie idee potessero ostacolarlo, anche quando queste lo portavano in minoranza nel PSI come nei DS, quando decise di non aderire al PD contribuendo a fondare Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo, fi no a giungere nel 2009 candidandosi a sindaco di Firenze alla testa di una coalizione di liste civiche e di sinistra contro l’ormai consolidato potere del PD toscano e del suo evanescente candidato sindaco. Spini con questo suo lavoro riesce a ricostruire i motivi dell’attuale crisi della Sinistra italiana, documentandola attraverso un puntuale e preciso apparato di note che supportano la memoria dell’Autore. Denuncia gli errori, le responsabilità, la fretta che hanno accompagnato l’ultimo ventennio della politica italiana. Per i ruoli che è riuscito a meritare all’interno del maggior Partito della Sinistra Italiana della seconda repubblica, Spini – senza paura di essere smentito – può permettersi di ricostruire le strategie di Occhetto, D’Alema, Fassino e Veltroni; e l’intrecciarsi delle vicende del centrosinistra e del Paese. Dalla fi ne del Governo Ciampi alla vittoria di Romano Prodi e la sua prima caduta seguita dal breve periodo D’Alema fi no a giungere al termine dei DS, preludio della sconfi tta di Veltroni, il cui unico problema sembrò esser quello di soffocare la Sinistra piuttosto che sconfi ggere Berlusconi. Se un difetto lo si deve trovare è quello di una persistente differenziazione storica e politica tra Socialismo e Comunismo o meglio tra Socialisti ed ex Comunisti (con una propensione, manco a dirlo, per i primi) dalla quale si percepisce questo confronto fi glio di una visione politica novecentesca, che tuttavia grazie all’Autore non scade mai nell’ideologia becera, ma si ferma a costatare le differenze tra le due culture che oggi, però, si trovano a convivere pacifi camente. Spini ci consegna un valido strumento di conoscenza della politica nazionale che parte dal secolo scorso e giunge ai giorni nostri, e che ci fa vedere con gli occhi di chi l’ha vissuta direttamente ciò che realmente è accaduto alla fi ne della guerra fredda e la scomparsa dei grandi partiti di massa dei quali, in certi momenti, si sente una grande nostalgia. Il libro presenta dunque un punto di vista esclusivo sulla storia che la Sinistra italiana, ed i suoi protagonisti, hanno scritto negli ultimi trent’anni anche dopo l’affi evolimento dei Leaders storici del dopoguerra; una storia costellata di errori e successi, ma soprattutto di stravolgimenti politici a cui non sono seguiti adeguati rinnovamenti della sua classe dirigente, di cui oggi ci sarebbe un gran bisogno