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Venerdì prossimo il molfettese Mauro Amato al reality di Teleregione Bellissimo Sud Italia
06 marzo 2009

MOLFETTA - Un altro giovane molfettese, Mauro Amato (foto), tenta la strada dello spettacolo e partecipa al reality game “Bellissimo Sud Italia” su Teleregione. Il programma è articolato in 60 puntate da 24 minuti programmato per le ore 15.00 di tutti i giorni e in replica alle 19 e alle 00.45 ed è reality è suddiviso in tre fasi: “Aspettando Bellissimo Sud Italia”, “Bellissimo Sud Italia Day Time – Sfide” e “Bellissimo Sud Italia - Il Serale”. Il programma è stato scritto e ideato da Manila Gorio, con l'ausilio di Lorenzo Pantaleo, per la regia di Giovanni Dicillo, e sarà realizzato in tre studi televisivi con la partecipazione di ben 150 ragazzi provenienti da Puglia e Basilicata, i quali si sfideranno per contendersi il titolo di “Gentleman” più intraprendente del Mezzogiorno. Amato ha trascorso ben 19 anni della sua vita a Molfetta e da due anni vive a Genova per lavoro, ma torna spesso nella sua città natale, “peccato che regna l'indifferenza – dice Mauro - Molfetta diventerebbe ancora più bella se le grandi forze politiche collaborassero tutti insieme senza fare distinzioni di destra e sinistra e se solo il primo cittadino si interessasse di più ai giovani artisti che emergono a Molfetta, visto che è da mesi che provo a mettermi in contatto per una collaborazione, ma niente. La mia denuncia? L'indifferenza del primo cittadino sindaco dopo che i giornali continuano a parlare di me. I ragazzi son buoni per cosa? Dare il voto elettorale con dei compromessi? No grazie non ci sto. Non ho nessun appoggio dal Comune di Molfetta”. La prima esperienza televisiva di Amato è stato uno spot pubblicitario sempre su Teleregione con Manila Gorio. Mauro spera di vincere in questo gioco? “No, no assolutamente, meglio volare bassi e restare con i piedi per terra, come in tutte le cose che si fanno, è una bella avventura, ogni puntata mi fa conoscere gente e personaggi nuovi, ci divertiamo tutti vero, poi ovviamente farò del mio meglio, c'è tanto talento e spessore artistico tra i concorrenti. Devo sperare che i miei concittadini molfettesi e i telespettatori votino me”. Quali sono le sue ambizioni e i tuoi progetti? “Ritaglio gran parte del mio tempo libero a giocare a volley (sto decidendo di lasciare completamente dopo anni e anni passati su un parquet del Palapoli di Molfetta, grande delusione da parte della società, pensano solo agli interessi economici e non al talento alla tecnica di un bravo giocatore come me) e ad allenare una squadra di volley, quando torno a Molfetta stacco la spina da tutto il mondo della tv e faccio una vita privata normalissima, vado al supermercato a fare la spesa, al giornalaio a comprare il giornale, resto in famiglia, esco con i miei amici, ristorante cinese, pizza e birra, ovviamente vengo riconosciuto dalla gente ma so ben gestire questa fase, cioè la prima fase di notorietà. Tra le mie ambizioni, infatti, ci sono quelle legate al mondo del cinema, della tv come conduttore inviato e perché no partecipare a qualche altro reality locale e nazionale. Bè molto presto farò parlare ancora di me, ci son grandi progetti che non posso accennare. Vorrei dimostrare a chi non mi conosce di avere qualità interiori oltre all'aspetto estetico e anche di avere qualità artistiche che la maggior parte dei cittadini molfettesi non sanno. Qualora vogliano votarmi, i miei concittadini sappiano che votano per Mauro Amato in tutto e non solo perché son un vostro conterraneo. Spero che il Comune di Molfetta mi coinvolga in qualche evento, solo così dimostrerò chi sono veramente”. Sentimentalmente Amato è stato impegnato con una bella genovese “una bella storia, lunga e intensa, dopo un anno di convivenza. Momentaneamente non sono alla ricerca di nessuno, l'amore non si cerca ma vien da sé, anche se la mia priorità in questo periodo particolare della mia vita va al mondo dello spettacolo, perché il treno passa una volta per il mondo della tv, l'amore può aspettare perché arriva in qualunque momento della vita”. Quali sono i segreti della trasmissione? “Non ci sono segreti, è una trasmissione pulita e vera senza compromessi. Anzi sì un segreto ci sarebbe la mitica conduttrice Manila Gorio, ormai affermatasi da anni in televisione come la regina dei reality, ci dà grinta, ci dà coraggio, davvero una forza della natura, persona umile, bella simpatica con cui condividere tranquillamente una serata a cena con tutti i nostri amici. A lei devo davvero tanto! Il cast è formato da professionisti, competenti nel settore, ne cito alcuni: Michele Mastrolonardo responsabile di produzione, Lorenzo Pantaleo autore, Evelyn e Gaetano responsabili redazione internet, Giovanni Dicillo regista e tanti altri, che non basterebbe neanche una pagina a scriverli tutti. Ah! dimenticavo… forse un segreto c'è: si vince con il televoto! cari lettori, cari molfettesi potete votarmi inviando un banalissimo sms con testo “077” (il mio codice) al numero 3452180914 (e non 915, come erroneamente comunicatoci in precedenza, ndr) costo pari proprio gestore telefonico, televoto aperto 24 ore su 24. Che vinca il più bello e intraprendente del Sud”. Questo è Mauro Amato, un esempio di quelle che sono aspirazioni e speranze di alcuni giovani di Molfetta, in questa società dominata sempre più dalla tv che impone i suoi modelli e crea tante aspettative di successo.
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Giovane Mauro Amato, visto che "prendi seriamente" quello che dovrebbe essere un gioco, voglio "seriamente giocare" anch'io. Da premettere che nei tuoi confronti non ho niente di personale, al contrario, ti rinnovo un "in bocca al lupo" per tutti i tuoi desideri e sogni nel cassetto. Però........ . Veniamo alla tua intervista chiaramente..... narcisista e autocelebrativa: non me ne volere. "peccato che regna l'indifferenza.....Molfetta diventerebbe più bella.......visto che è da mesi che provo a mettermi in contatto per una collaborazione, ma niente.........l'indifferenza del primo cittadino sindaco dopo che i giornali continuano a parlare di me....etc.etc.. Collaborazione a che cosa? Credi che un tuo "mezzobusto" all'ingresso della città, farebbe aumentare i visitatori e turisti? Dove sono e quali sono i giornali che parlano di te? E di quali meriti? Il tuo presunto talento nello sport non è stato percepito? Sei costretto a recarti all'estero per avere il giusto merito? Perchè il primo cittadino Sindaco dovrebbe riceverti, e per quali motivi politici, culturali, industriali e investimenti? Ambizioni e progetti (tuoi): "ritaglio gran parte del mio tempo libero a giocare a volley ......pensano solo agli interessi economici e non al talento di un bravo giocatore come me - (alla faccia della modestia)-.......quando torno a Molfetta stacco la spina da tutto il mondo - (quale mondo?)- della TV - (il mondo?)- vado al supermercato a fare la spesa - (ci vanno tutti), al giornalaio a comprare il giornale -(quale)-......resto in famiglia, esco con gli amici, ristorante cinese, pizza e birra.......ovviamente vengo riconosciuto dalla gente.......tra le mie ambizioni...... ecc.ecc. ." Le ambizioni sono un tuo diritto. Si possono non condividere, ma rispettare. Non sono certo io a dover interferire. Tutto il resto..... cosa vuoi che possa o deve interessarci: sono fatti tuoi, fatti uguali e simili a migliaia di giovani i quali, a differenza tua, vivino la vita con umiltà, spirito di sacrificio e sana socialità spirituale e costruttiva, accettando vittorie e sconfitte senza chiedere un .....voto o un applauso.

Niente di personale, giovane Mauro Amato. Tanti cari auguri e un "in bocca al lupo" a tutti i tuoi sogni e desideri. _________________ "Vi è più ragione nel tuo corpo che nella tua migliore sapienza" scriveva Nietzsche, ponendo fine alla storia dell'anima che, ideata da Platone per costruire un sapere che non si fondasse sulla precarietà dell'esperienza sensibile ma sulla solidità dei costrutti della mente, era stata poi requisita dalla tradizione cristiana e rigiocata in scenari non più di conoscenza, ma di salvezza. Oggi, col progressivo venir meno della fede nell'immortalità, in quella sorta di neopaganesimo, non necessariamente anticristiano, che caratterizza la modernità, il corpo riemerge dallo svilimento in cui era stato confinato per tutto il tempo dominato dalla storia dell'anima. Dal digiuno nelle forme ossessive delle diete spinte fino all'anoressia che così da vicino richiama le pratiche ascetiche, agli esercizi fisici che, nella loro ritualità e ripetitività, richiamano gli esercizi spirituali intrisi di sacrificio e mortificazioni. In questo modo il corpo diventa quell'istanza gloriosa, quel santuario ideologico in cui l'uomo consuma gli ultimi resti della sua alienazione. Alienazione perchè oggi non abitiamo più il nostro corpo, ma, al pari degli schizofrenici, lo percepiamo come altro da noi, come qualcosa che dobbiamo costruire per renderlo il più possibile corrispondente ai canoni di salute, forza, bellezza che la nostra cultura diffonde perchè si possa essere accettati e per autoaccettarsi. Non più il corpo come veicolo, ma come ostacolo per essere al mondo, se non corrisponde ai criteri fissati dalla moda per essere guardati, appetiti e desiderati. E tutto si ferma lì, nella clausura di un autismo narcisistico che non approda alla comunicazione, ma alla soddisfazione di essere un oggetto di un desiderio che, ripiegandosi su se stesso, celebra la sua perversione. Orientando il desiderio e incanalando verso gli imperativi della moda, il corpo finisce, a sua insaputa, col mettere in scena lo spettacolo della se-duzione in vista della pro-duzione. Dai solarium per abbronzarsi alle palestre per tonificare i muscoli, dalle profumerie dove si vendono le creme più assurde alle saune, ai bagni turchi, ai centri di benessere, è tutto un diffondersi di quella economia libidinale, con cui il mercato sfrutta la nostra alienazione dal corpo. Così abbiamo ridotto il nostro corpo a un manichino a disposizione della moda che ogni anno ci veste e ci spoglia con abiti che decreta, dove l'accessorio sta per primavera, il mantello sta per mezza stagione, il jeans sta per giovanile. La moda risolve a buon prezzo problemi di identità che pongono fine all'angosciante interrogativo: "Chi sono?" Ma anche così abbelliti e costruiti i corpi inesorabilmente invecchiano, e non c'è più la fede nell'anima a garantire una speranza di sopravvivenza. Al suo posto subentra, allora, angosciante e ossessiva, la rincorsa a ritroso nel tempo, per recuperare i tratti della giovinezza perduta attraverso gli interventi chirurgici o gli artifici della cosmesi. La faccia del vecchio, infatti, è un atto di verità, mentre la maschera dietro cui si nasconde un volto, trattato con la chirurgia o con un eccesso di cosmesi, è una falsificazione che lascia trasparire l'insicurezza di chi non ha il coraggio di esporsi alla vista con la propria faccia. La faccia del vecchio è un bene per il gruppo, ed è per il bene dell'umanità, scrive Hillman, che: "Bisognerebbe proibire la chirurgia cosmetica e considerare il lifting un crimine contro l'umanità" perchè, oltre a privare il gruppo della faccia del vecchio, finisce per dare corda a quel mito della giovinezza che visualizza la vecchiaia solo come anticamera della morte. E allora il lifting facciamolo non alla nostra faccia, ma alla nostra mente e scopriremo che tante idee che in noi sono maturate guardando ogni giorno in televisione lo spettacolo della bellezza, della giovinezza, della sessualità e della perfezione corporea, in realtà servono per nascondere a noi stessi e agli altri la qualità della nostra personalità, a cui magari per tutta la vita non abbiamo prestato la minima attenzione, perchè sin da quando siamo nati ci hanno insegnato che apparire è più importante che essere. E a questo dogma terribile abbiamo sacrificato il nostro corpo, incaricandolo di rappresentare quello che propriamente non siamo, o addirittura abbiamo evitato di sapere.


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