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Uno stage all'Etoile di Vito Pansini, ballerino molfettese della Scala Si terrà il 3, 4 e 5 gennaio presso la scuola Etoile in via Volpicelli 11, che gli ha dato i natali come danzatore
27 dicembre 2006

MOLFETTA - “Nemo propheta in patria”, così i romani usavano ricordare che nessuno riesce ad emergere nella propria terra o città. L'amore di un padre e di una madre sono così grandi che prima riescono a pulire il naso al proprio figlio e poi riescono a rispettarlo e, talvolta, ad incensarlo. Ma una città non ha un cuore. Una città non ha figli. Un bimbo parte da solo con unici amici i ricordi e gli affetti di chi lontano lo pensa e lo aspetta. Un bimbo da solo può crescere, farsi le ossa, guadagnare rispetto e successi in una terra non sua. Un bimbo può farsi uomo, diventare grande e avere le qualità per diventare ancora più grande. Ma quell'uomo ha un bimbo dentro che non dimentica mai i suoi vecchi amici: i ricordi e gli affetti più cari in una vita di sacrifici. La patria è Molfetta. Una città grande, ricca di storia e di talento. Una città con la memoria dei grandi uomini e dei grandi sacrifici. Una città che riconosce la bontà di un uomo che viene dalla Baviera e si inchina alla generosità di un altro che viene da Myra. Una città che sa quanto un terremoto può ricordarci la fragilità delle conquiste umane e ricondurci all'umiltà. Una città che con un occhio ammicca al futuro e con l'altro guarda al passato che è maestro e guida. Tutto questo è una città saggia, una città timorata, una città che spera. Il profeta è un ragazzo di Molfetta come tanti. Un ragazzo partito nel 2000, a soli nove anni, per Milano. Meta: scuola di ballo del Teatro alla Scala. Un ragazzo solo in una grande città accompagnato dall'affetto della sua famiglia, dai ricordi dei suoi amici e dalla passione che la sua insegnante di danza gli aveva saputo trasmettere. Quel ragazzo ha bruciato le tappe: a soli dieci anni è solista nel balletto “Giochi Celesti”; ad undici è all'Opera Garnier di Parigi con “Excelsior”; nel 2004 balla con Roberto Bolle; nel 2005 è ancora solista in “Passo d'Addio”, “Giallo '700” e “Raymonda”; a sedici anni è al settimo corso di studi della scuola del Teatro alla Scala con l'ennesima borsa di studio e con il rispetto e i riconoscimenti che spettano ad un talento che sta esplodendo. Il nessuno è Vito Pansini (foto). Ma in questo caso lui è qualcuno. E' qualcuno per i suoi genitori Damiano e Tonia, per i suoi fratelli, la sua famiglia, i suoi amici che sempre hanno creduto in lui. E' qualcuno per la sua insegnante di danza Francesca Rucci che ha visto in un bimbo di cinque anni l'uomo e l'artista che è adesso. E' qualcuno per la sua città, Molfetta, che non si è dimenticata di lui e che gli tributa ad ogni sua visita gli onori e la calda accoglienza che un vero figlio merita. E' per questo che, commosso da tanta crescente considerazione, Vito Pansini ha deciso di ringraziare i suoi amici e i molfettesi istituendo uno stage di danza aperto a tutti coloro che amano quest'arte e la praticano con passione come lui. Lo stage di danza classica, danza contemporanea e sbarra a terra si svolgerà il 3, 4 e 5 gennaio presso la scuola Etoile in via Volpicelli 11, che gli ha dato i natali come danzatore. La scuola di danza Etoile, centro di educazione alla danza che opera a Molfetta dal 1988 con corsi di danza classica RAD, jazz, contemporanea, sbarra a terra, passo a due e repertorio affiancherà in tutto Vito Pansini con l'esperienza e la qualità delle insegnanti, Simona Accettura, Sara Accettura (insegnante presso il "London Contemporary School") e Claudia Alfonso (attualmente protagonista del Musical “Winx Power Show” nelle vesti della fata Flora). Ad affiancare il ballerino molfettese ci sarà anche l'insegnante di danza ma soprattutto amica di Vito, la direttrice della scuola Etoile Francesca Rucci, referente artistica per molti spettacoli in tutta la Puglia (Concerto di Claudio Baglioni nel 2003 e coreografie per “Calici di Stelle” dal 2004 al 2006) e selezionata come mentore per il corso di insegnanti R.A.D. grazie alla ventennale esperienza artistica. I romani usavano dire tante cose, tra cui “accidere ex una scintilla incendia passim”, cioè “a volte da una sola scintilla scoppia un incendio” e Molfetta non si lascia scappare l'occasione di imparare dalle proprie scintille.
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