Caro don Tonino, i tuoi occhi sono grandi e vicini. Ti vogliamo santo! Vogliamo farti santo tutti… Anche chi non ti ha mai conosciuto e di grazia afferma di averti conosciuto. Vogliamo farti Santo, dalla basiliche maggiori a quella minori. Vogliamo farti Santo, noi, che viviamo di povertà dello spirito, e ne abbiamo tanto bisogno. Vogliamo farti Santo, noi che di noi stessi non sappiamo vivere, ma godiamo della tua luce riflessa, facciamo a gara nel produrre di più e ci facciamo pubblicità prima ancora di testimoniarti! E allora, in occasione del venticinquesimo del tuo “dies natalis’’, siamo riusciti ad essere testimoni di un grande evento: il Papa, il successore di S. Pietro a Molfetta. Un evento incredibile, un’emozione immensa! Don Tonino, si tratta di un Papa diverso dagli altri: rompe gli schemi, allevia le ‘’mazzate del cuore’’, è diretto e il suo linguaggio è semplice, ama i poveri e la Chiesa dei poveri. Sai chi ci ricorda? Te!!!! Allora, ti descrivo il 20 aprile 2018: ore 3.45 sveglia!; apertura dei varchi ore 4, accesso minuti di pass. La gente è tantissima, proveniente da ogni parte d’Italia: giovani, meno giovani, bambini in passeggino. Tutti siamo qui per occupare il primo posto con la speranza di rubare un sorriso a Papa Francesco, un suo sguardo, una stretta di mano, una benedizione durante il suo percorso. Don Tonino, Molfetta è bellissima; il centro storico in particolare: bandiere della pace sui balconi, la tua immagine ovunque, i tuoi messaggi di speranza dipinti su alcune vetrine di servizi commerciali! Fiori gialli e bianchi ovunque, maxischermo diffusi in più punti della zona rossa, ossia la zona che sarà benedetta dal percorso del Papa in Papa-mobile. Sul palco, costruito ai piedi del mercato ittico, è stata disposta la tua croce, la statua della Madonna dei Martiri e una composizione di fiori bianchi e gialli che riporta: IN PIEDI, COSTRUTTORI DI PACE! La notte cede il passo all’aurora e l’aurora all’alba; la giornata promette bene. Ore 7.30 il sole illumina un cielo spettacolare e il caldo si fa sentire e gioca con una brezza marina sui nostri visi. Corso Dante, Banchina San Domenico, via Vittorio Emanuele sono inondati da un fiume di persone. Alle ore 8.40 circa, l’elicottero del Vaticano atterra ad Alessano. Don Tonino, l’emozione è stata immensa: Papa Francesco scende e saluta la autorità e il vescovo Vito Angiulli; entra in Papamobile e si reca al cimitero accolto dalla gente che lo acclama anche per un semplice saluto; ma lui caparbiamente viene da te, sulla tua tomba. Senza zucchetto, depone dei fiori e prega in assoluto silenzio. È stato un momento molto commovente; a Molfetta guardavamo la diretta proiettata sui maxi-schermo in un silenzio che voleva carpire cosa vi stavate dicendo. Chi non ha pianto in quel momento? Forse i più piccoli, che attendevano Papa Francesco, il PAPA del sole, il PAPA di tutti. Poi, saluta i tuoi famigliari in forma riservatissima. Ooooooooh Freedom, oooooh Freedom, oooooh Freedom, over meeee… E non poteva esserci un canto d’accoglienza più bello per esclamare la gioia del tuo cuore! C’era chi urlava: Papa Francescoooo, chi cantava, chi applaudiva, chi sorrideva e chi era felice!! E Papa Francesco è in sintonia con la folla degli umili, che ancora increduli, commossi per averlo lì davanti, lo accolgono in uno spazio aperto in campagna: l’umile tra gli umili. PAPA Francesco in Papa-mobile ha salutato i fedeli e giunto sul palco ci ha raccontato la sua gioia nel vedere la tomba di don Tonino piantata nella terra e non innalzata in monumento, semplicemente perché don Tonino è “seminato’’ nella sua terra!! Francesco per Tonino: i poveri sono la ricchezza della chiesa e il Salento è terra di frontiera e quindi di pace e per questo deve avere un ruolo. DE FINIBUS TERRAE, che don Tonino chiamava terra-finestra, aperta, da cui osservare tutte le forme di povertà del mondo, e quindi una finestra di speranza. Come non ricordare il primo libro ricevuto dalle tue mani sante don Tonino, proprio dal titolo: “Alla finestra la speranza’’. Lacrime di gioia che danzavano sul mio viso spinte dal vento sul porto di Molfetta sotto un sole cocente. Un gruppo brioso di calabresi dietro di me esclamava: Stessi modi di fare, stesse orme, stesso vivere il Vangelo sulla propria pelle! Il PAPA degli ultimi, il PAPA dei poveri!’’. E si riparte. Papa Francesco è di nuovo sulla papa-mobile, scende, bacia qualche bambino, risale in elicottero e via, direzione Molfetta. Noi eravamo in attesa, tutti con il naso all’insù per vedere l’elicottero, un elicottero che non arrivava mai… Temevo che Papa Francesco avesse cambiato idea. Dopo un’ora e mezza, alle ore 11 del mattino più o meno, l’elicottero si avvista: la gente si commuove, urla di gioia, i Papa -boys provenienti da tutt’Italia si fanno sentire: Francescoooooo!! Infatti non c’eravamo solo noi del tuo popolo, ma anche il popolo di Francesco, perché l’equivalenza è sempre la stessa. Arriva l’elicottero, atterra. Accolto dal vescovo Domenico Cornacchia e dalle autorità entra nella papa-mobile e opta per la celebrazione della messa: sarà la sua, una ‘’collocazione provvisoria’’ perché non c’è il tempo per recarsi in sacrestia e pregare davanti al Cristo dal cartellino giallo… Messa in magnificenza, coro diocesano. La città è in festa, risaltano le riprese tv, i selfie. Un caleidoscopio di colori, i vicoli del centro storico sono lì a due passi ristretti e tortuosi come le mentalità di molti ai tuoi tempi don Tonino, ma che ora vivono una primavera di resurrezione perché c’è il PAPA a Molfetta! Papa Francesco ci parla del Vangelo secondo don Tonino, il Vangelo del “vivere per’’, marchio di fabbrica del cristiano. Propone un cartello da esporre sulle porte di ogni chiesa della diocesi, con la scritta:’’ Vivere per: dopo la messa non si vive più per sé stessi, ma per gli altri’’. Il ‘’pane’ ’si mangia insieme in pieno convivio tra persone diverse accompagnato dalla “parola’’. Una parola che ostacola la figura di Gesù perché il Vangelo non risolve i conflitti del mondo! Papa Francesco sottolinea ancora una volta il tuo pensiero: stare a discutere di ciò che va o non va serve a ben poco, bisogna alzarsi a vivere il cambiamento nelle menti dei contabili pedanti dei pro e dei contro! Saulo, metti in gioco la tua vita! “In piedi costruttori di pace!’’ Rischia! Saulo, cieco, va in città. Impara l’umiltà, si spoglia di sé, si spoglia dalla presunzione, diventa umile e coraggioso e non protagonista della sua bravura’’! Grande Francesco! Hai colto Molfetta nel segno! Dopo la Santa Messa, PAPA Francesco sulla papamobile saluta i fedeli: don Tonino, un giro pari al rally di Monza, entra in elicottero e decolla… Il popolo è deluso, non un abbraccio, non una stretta di mano, non uno sguardo; solo in pochi hanno goduto di questo privilegio; ascolto i commenti alle mie spalle: non è giusto, siamo dalle 4.00 qui! Guardavo i sedili di vario genere che si liberavano, messi in vendita dalle parrocchie e non consegnati dietro un’offerta volontaria; guardavo i volontari con il settimanale diocesano Luce & Vita che tu ben conosci, messi a disposizione del popolo, ma dietro il pagamento di un euro; guardavo le sedie di plastica che si liberavano e con grande tristezza, non vedevo alzarsi anziani o disabili aiutati da volontari nell’alzarsi… ma la messa in piega fatta dal parrucchiere c’era in molti che si alzavano. La macchina organizzativa ha lavorato incessantemente. Torno a casa… Caro don Tonino, provo a riposare, sono stordita come Saulo, ma sento la voce di un bambino: “Daiiii, vieni a giocare con me!! E daiii… E vieniiiii! Erano le 16, mi alzo dal letto… urlava. Esco in veranda, non c’era nessuno, solo lui, lontanissimo da me. Continuava a salutare con il braccio e a gridare: “Gioca con me!’’ Io non lo avevo mai notato prima d’ora. Allora alzo il braccio anch’io, nuovo la mano e lui sorride e continua a salutarmi… e si calma. Il potere dei segni: don Tonino, questo segno è stato il più bello del mio 20 Aprile 2018 che potevi regalarmi. Tua Anna (Anna Mancini)