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Una strada una storia: Corso Umberto I (Parte I)
15 dicembre 2017

La nascita di Corso Umberto I arteria principale della nostra città fu realizzata con l’avvento della Ferrovia, un nuovo mezzo di spostamento veloce sia di persone che di merci per cui tutte le città e paesi furono costretti a realizzare, con la relativa stazione, bretelle di collegamento per agevolare l’accesso, l’utilizzazione e gli scambi commerciali. Prima della costruzione della Ferrovia, gli assi viari principali, lungo i quali si era sviluppato l’ampliamento della città verso mezzogiorno, erano la strada dell’Annunziata (il relativo sviluppo urbano era iniziato nel 1745), la strada Cappuccini-Corso Margherita di Savoia (il relativo sviluppo urbano iniziò nel 1760 circa) e a ponente la strada Madonna dei Martiri che con la rettifica del tracciato stradale (circa 1790), da Cala S. Giacomo in rettifilo, entrava direttamente in città all’altezza dell’incrocio con Via Sottotenente Ragno-Via Crocifisso-Via Giovine-Via Madonna dei Martiri nel punto detto una volta Pozzo dei Cani (U puz dl chen), evitando il tratto disagevole lungo la riva del mare. Con l’apertura della strada Madonna dei Martiri le costruzioni dei fabbricati urbani iniziarono verso il 1845. Le strade Cappuccini, Annunziata, Crocifisso e Giovine proseguivano poi lungo il tracciato delle antiche strade campestri. Con la realizzazione della prima ferrovia nel Regno delle Due Sicilie nel 1839 (Napoli-Portici) re Ferdinando II dette inizio alla costruzione di diverse linee ferroviarie tra cui la Napoli-Brindisi. Nel 1855 fu data in concessione alla Società E. Melisurgo e C. la costruzione della linea ferroviaria Napoli-Brindisi che da Foggia poi si diramava a nord verso Termoli e a sud verso Brindisi. Nel 1860 il programma della costruzione era in stato di avanzamento. Con l’Unità d’Italia alla Società Melisurgo fu tolta la concessione e data alla Società Meridionale delle Strade Ferrate. Il 30 maggio 1864 fu fatta la prima corsa di prova tra Foggia e Barletta e il 26 febbraio del 1865 fu collegata Trani con Bari. Il Comune di Molfetta per necessità e per comodo di tutta la cittadinanza dette incarico nell’aprile del 1864 all’ing. Corrado de Judicibus di preparare il progetto di una strada che collegasse la stazione ferroviaria con la città e il porto (vedi foto). La scelta del sito della nuova strada aveva dei vantaggi tra cui quello che direttamente metteva in comunicazione diretta e veloce la Ferrovia con il largo della Porticella, il Borgo oggi Corso Dante e il Porto. Il de Judicibus nel suo progetto chiamava il Borgo la Piazza Mercato perché ai quei tempi l’arteria, per l’esistenza di botteghe, negozi, magazzini e caffetterie, era il fulcro mercantile vitale e operoso della città, luogo aperto a tutte le direzioni1. Un altro vantaggio era che per realizzare la nuova strada erano poche le relative espropriazioni di suolo appartenenti a privati cittadini. La nuova strada fu progettata per essere anche un richiamo all’abbellimento edilizio e urbano della città secondo le nuove leggi in materia edilizia e i nuovi canoni di sviluppo di modelli e qualità di vita tesi a migliorare le città. Per cui la realizzazione di questa nuova strada apriva e dava inizio all’ampliamento urbanistico verso levante spostando, anche se di poco, il fulcro cittadino dal Borgo al Largo della Porticella poi Villa Comunale. La nuova strada in rettilinio fu progettata con una larghezza di 16 m adatta allora a sopportare un traffico di carri agricoli. Esaminando la pianta acclusa al progetto notiamo che, iniziando dal basso il tracciato della nuova arteria venne ad occupare, salendo, parte del fondo di proprietà degli eredi Antico a destra e a sinistra, orto dell’Ospedale a destra e a sinistra, Demanio a destra e a sinistra, strada rurale Piscina d’Amato (Via Cavallotti), del Capitolo Cattedrale di Molfetta a destra e a sinistra, del Municipio a destra e a sinistra (fondi dei funari), di Luigi de Candia a destra e a sinistra, di de Pascale Tortora coniugi a destra e a sinistra, di Sergio Panunzio a destra e sinistra e la strada rurale Madonna della rosa. La Ferrovia dal canto suo, per avere a disposizione l’area antistante la stazione ferroviaria in tutte le città e paesi che attraversava, si comprava la larghezza della strada fino al prossimo incrocio di strada comunale (nel nostro caso la strada rurale Madonna delle rosa)2. Il 17 dicembre 1864 per atto del notaio Luigi Nisio, l’ing. Andrea Alessandrini nativo di Gandino (Bergamo) incaricato dall’ing. Giuseppe Crespi, procuratore della Società Italiana delle Strade Ferrate Meridionali, espropriò una parte del fondo ortolizio di de Gioia Corrado fu Angelantonio su cui poi fu costruita la sede ferroviaria, la stazione, il largo semicircolare antistante e il tratto iniziale del futuro Corso Umberto. Per completare il tratto di strada fino all’incrocio della strada rurale Madonna della rosa fu necessario espropriare anche una porzione di un fondo dei fratelli sacerdoti don Giuseppe e don Paolo Binetti fu Pasquale3. © Riproduzione riservata

Autore: Corrado Pappagallo
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