Una specie di felicità, riflessioni sull’esistenza
Una specie di felicità , l’ultimo romanzo di Francesco Carofiglio, è la storia di uno psicologo, Giulio D’Aprile, della sua vita privata e professionale e del suo rapporto con un paziente per lui speciale: un suo Professore universitario che, oramai in età avanzata, ha deciso di “chiudersi” volontariamente in un istituto per motivi apparentemente incomprensibili. Padre di due figli: Roberta e Simone, con cui ha un legame difficile anche in seguito alla sua separazione dalla moglie Laura. Il padre di Giulio non c’è più, da tempo aveva abbandonato la famiglia per trasferirsi su un’isola con il suo nuovo amore, rincorrendo la felicità. La madre, Ginevra, pur avendo una certa età, si mantiene in forma e sembra forte come una roccia, fino a quando Giulio non dovrà fare i conti con la sua fragilità. In questo clima difficile, Giulio si dimostra un personaggio passivo e indeciso: si lascia trasportare dal tempo, che scorre inesorabile e non gli permette di focalizzare quelli che dovrebbero essere i suoi obiettivi per il futuro, anche l’incontro con una giovane ragazza del mistero viene vissuto con arrendevolezza. Le sedute di psicoterapia con il Professore lentamente si trasformano in un duello. il rapporto paziente-terapeuta si ribalta di continuo , il discorso è ribattuto in maniera efficace dal ‘paziente’ che porta Giulio a guardarsi dentro e a rivedere la propria condizione. Sarà il primo passo che entrambi i personaggi faranno e che forse aprirà nuove prospettive che porteranno a lasciare vecchi fardelli per scoprire che in fondo è ancora possibile provare una specie di felicità. Dialoghi serrati, risposte argute , riflessioni sull’esistenza e sulla difficoltà di gestire i rapporti rendono la lettura del libro appassionata e coinvolgente aprendo spazi a riflessioni sull’esistenza. Dorotea Tattoli