Una lettrice di Quindici : ladri in casa. Ora vivo nel terrore
MOLFETTA - Pubblichiamo l'amaro sfogo di una lettrice, che racconta di aver subito recentemente un furto nella propria abitazione, e di come stia vivendo con apprensione i giorni successivi alla effrazione, con una problematica emotiva non solo legata al furto in sè, ma anche alla violazione della intimità del proprio focolare. Racconta dell'impotenza delle forze dell'ordine. Si chiede con amarezza cosa resta da fare, se vale ancora la pena investire e credere in questa città.
"Mi rivolgo con fiducia alla sua testata giornalistica che nel tempo ha sempre dimostrato grande sensibilità nell'ascoltare la voce, e talvolta un vero e proprio grido, dei cittadini che non sanno come chiedere aiuto alle pubbliche istituzioni e restano quasi sempre inascoltati.
Premesso che la mia mail non ha nessun intento polemico nei confronti del “sistema”
che inesorabilmente ci gira intorno, bensì vuole essere uno sfogo per quello che ci si trova a subire quotidianamente da un po' di tempo a questa parte ed uno spunto per una ulteriore riflessione. Sono altresì tristemente certa che molti altri lettori si trovino nella mia stessa barca e condivideranno le mie parole amare.
Sono una cittadina che da qualche tempo risiede nella zona nuova di Molfetta, in un
condominio ubicato per di più in una zona particolarmente trafficata e nevralgica della città. Qualche giorno fa ho vissuto l'esperienza di aver subito un furto nel mio appartamento, furto che è seguito ad uno avvenuto nel box un paio di mesi fa.
Dopo l'ennesimo sopruso subito dai soliti ignoti, non nascondo di star vivendo un
periodo particolarmente critico dal punto di vista emotivo, e mentre scrivo sono
letteralmente barricata in casa, con tapparelle abbassate e luci accese, stando attenti ad ogni minimo rumore che ci appare strano. Attendiamo di migliorare i nostri sistemi di allarme, ma nel frattempo, ogni volta che mi reco a lavoro, rientro col terrore di trovare la casa nuovamente invasa, e questo non è affatto normale, a mio parere.
Quando le forze dell'ordine sono venute a constatare la violazione di domicilio avvenuta, pur essendosi rammaricati con noi dell'avvenuto, hanno dichiarato espressamente che il loro, loro malgrado, si è ridotto in questi casi a un semplice lavoro di constatazione, perché la giustizia è estremamente clemente con queste persone (e chiamarle così è un eufemismo), e soprattutto perché si tratta di gente che non si fa alcun tipo di problema sul “come” e sul “dove” commettere questi reati, forti della loro preparazione fisica in merito, e soprattutto certi del non intervento di chi dovesse essere testimone oculare di una cosa simile.
Allora, a questo punto ,io mi chiedo cosa ci resti da fare. Dobbiamo forse andare via da questa città, lasciandola in balìa di predoni e vandali?
Dobbiamo organizzarci noi cittadini in ronde di quartiere, per limitare questo scempio che quotidianamente avviene a sempre più persone? O forse dobbiamo restare in casa in attesa dell'assalto?
Io, che ho sempre creduto nella giustizia, che ho sempre ammirato le forze dell'ordine come istituzione, ora inizio a ragionare “alla padana”, e mi rendo conto che, quello che fino a poco tempo fa vedevo che accadeva nel nord italia da parte dei cittadini, e mi faceva indignare, ora ai miei occhi diventa comprensibile e condivisibile, perché non è giusto che la gente che fa tanti sacrifici per una casa nuova e diginitosa debba vivere ogni minuto col terrore di trovarsi gente in casa".