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Un mobile per vivere meglio
15 giugno 2001

L’arredamento è una parte importante nella nostra vita quotidiana. Se in una casa ci stiamo comodi, viviamo meglio soprattutto dal punto di vista dell’umore e della serenità. Ecco perché occorre ripensare l'arredamento in funzione delle esigenze della persona e non delle caratteristiche dei mobili o dei complementi. Diceva Charlotte Perriand, maestra dell'architettura e del design moderno, "l'oggetto non è neutrale, c'è un rapporto con l'uomo e bisogna tenerne conto". Un uomo e una donna fatti di corpo, mente e cuore, perciò è necessario rendere godibile e fruibile un oggetto, renderlo attraente e facile all'uso. Già, perché non bisogna dimenticare il piacere e l'uso delle cose, quasi le cose fossero un individuale "prolungamento" e "completamento" all'appropriazione dello spazio che viviamo. Da sempre noi pensiamo alle stesse cose: la sedia, il tavolo, l'armadio, il letto, il piatto, il bicchiere ..., il "vero problema è ripensarle continuamente in termini nuovi" (C. Perriand). Perché la società e la cultura cambiano, perché mutano ed emergono vecchi ma sentitamente nuovi desideri e bisogni, perché noi stessi, individualmente, cambiamo per invecchiamento, per incidente di percorso. Cosa fare allora di quella sedia, di quell'armadio, di quel letto? Come ri-pensarli? Quando si affronta il progetto o anche solo l'acquisto di un oggetto, prima di tutto bisogna analizzare e conoscere tutti i gesti che riguardano il rapporto individuale con quello specifico oggetto. Poi bisogna pensare agli spazi e alla possibile collocazione all'interno di quei luoghi, ed infine, è necessario pensare ai materiali che debbono corrispondere per gusto, costo, bisogni alle individuali esigenze. Gesti – collocazione - materiali, in questa successione, sono i "capitoli" fondamentali per la definizione e individuazione della forma più appropriata di quell'oggetto per quell'individuo. Se per un attimo riflettiamo sui gesti che compiamo usando i vari oggetti d'arredo, ci renderemo conto che nella maggior parte dei casi siamo noi che ci adattiamo a loro: ci flettiamo o ci allunghiamo, per riporre o prendere, entrando con la mano e con il braccio nei vari contenitori presenti in casa (armadio, pensile, credenza, libreria ecc.); oppure adattiamo la nostra posizione al piano che stiamo in quel momento usando (top della cucina, scrivania, tavolo ecc.) in funzione della sua altezza, profondità, forma e da come e cosa è sostenuto. Manovre spesso faticose o impossibili. Non riusciamo ad accedere al contenitore perché è troppo alto, o troppo basso, o troppo profondo. Non riusciamo ad usare agevolmente il piano perché non è all'altezza giusta, non ha una forma adeguata all'uso, è sostenuto da elementi ingombranti. Questi problemi possono essere risolti se sono gli oggetti in questione che si adattano a noi, anziché noi a loro. Se pensiamo in modo particolare al top della cucina questo non dovrà essere sostenuto da mobili contenitori (in gergo "basi"), ma dovrà essere libero per permetterci di usare una sedia, una sedia a ruote o qualunque ausilio alla mobilità. Mentre, se pensiamo ad un tavolo pranzo o ad una scrivania, le zampe dovranno essere fra loro ben distanziate per consentire un agevole inserimento, e al contempo sufficientemente distanti dal perimetro del piano, che è il limite che percepiamo e registriamo, per non sbatterci o inciamparci. Il buon impiego di un arredo dipende anche dalla sua collocazione nella stanza: è necessario che nel suo intorno ci siano adeguati spazi alla mobilità relativamente all'ausilio impiegato, ed è altresì necessario pensare ai percorsi che quotidianamente compiamo in quella specifica stanza per l'esecuzione delle mansioni in essa svolte, in modo da razionalizzarne i percorsi e da non inserire lungo le linee direttrici "ostacoli" da aggirare. Ma il mobile deve essere anche godibile e attraente. Ciò che rende tale un arredo è il rapporto che intercorre fra i diversi requisiti e caratteristiche che lo compongono: la forma, la massa, il particolare, il colore, la superficie, il materiale. Un prodotto corrisponde alle nostre esigenze quando instaura un giusto rapporto con le nostre abilità fisiche, sensoriali e cognitive, e quando ne accettiamo l'immagine estetico/formale. Un mobile, insomma, fa parte della nostra vita, del nostro modo di essere, di pensare, ecco perché deve durare a lungo, una vita. Perciò occorre sceglierli con criterio, considerando il giusto rapporto qualità-prezzo. E se decidiamo di cambiare un po’ la nostra casa, di ringiovanirla, è questo il momento di comprare altri mobili, facendoci consigliare anche dal mobiliere, considerando questa figura un po’ meno sotto l’aspetto del commerciante, ma più sotto la veste del consulente, magari di famiglia. E’ questo che Nicolò Bellapianta fa da oltre trent’anni. E’ questo il motivo del suo successo, legato anche all’ottimo rapporto qualità-prezzo dei suoi mobili. Una tradizione di famiglia che si rinnova e si perfeziona nel tempo. Michele de Sanctis jr.
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