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Un lettore scrive a Quindici: abolire la pensione dei parlamentari Un vasto giro d'e-mail arrivato in redazione tramite un lettore invita a diffondere una notizia della proposta, bocciata, di Antonio Borghesi, Italia dei Valori, di abolire il vitalizio dei deputati dopo solo 5 anni di legislatura; informazione ignorata da radio, giornali, tv
27 novembre 2010

MOLFETTA – Un lettore di Quindici invita la redazione a diffondere una notizia ignorata da radio, giornali, tv, a settembre  e poi finita nel nulla, a proposito della pensione dei parlamentari ma che ha fatto un ampio giro nel mondo del web tramite l’inoltro di semplici e-mail.
Il 21 settembre, non ieri dunque, il deputato Antonio Borghesi, dell'Italia dei Valori, propose l'abolizione del vitalizio ai deputati solo dopo 5 anni di legislatura.
Il politico affermava cha tale trattamento era iniquo rispetto a quello previsto per i lavoratori che devono versare 40 anni di contributi per avere diritto ad una pensione. 
Ecco com'è finita la proposta con i dati della votazione e i commenti di chi, dopo aver letto, inoltrava via web la notizia ad amici e conoscenti.
Segue quindi la storia, e anche un esempio, di come viene gestita l’informazione in Italia:

 
E’ doveroso darne diffusione!
E’ ben vero che, vista la nostra classe politica, non dovremmo stupirci... ma un bel rodimento di gonadi dobbiamo accettarlo e per sfogarsi un po’ e’ giusto passare questa informazione a macchia d’ olio!
Non si sa mai, magari a qualcuno potrebbero venire un po’ di idee costruttive, ad esempio quella che, con le buone maniere facesse capire che ad una nuova votazione sull’ argomento, quelli che votassero “no” potrebbero far saltare i nervi a qualche invasato che potrebbe poi…lanciare non solo statuette del Duomo di Milano. Sono sicuro che cambierebbero idea!
Tutto è stato fatto quasi sotto silenzio, senza quasi…
Ecco com'è finita la votazione della proposta di legge del deputato Antonio Borghesi, dell'Italia dei Valori, di abolire il  vitalizio ai parlamentari solo dopo 5 anni di legislatura, ritenendo ingiusto e non equilibrato il trattamento ‘dovuto’ ai politici rispetto a quello previsto per i lavoratori che per 40 anni devono versare contributi per avere una pensione:
 
-Presenti 525 
-Votanti 520 
 -Astenuti 5
-Maggioranza 261 
-Hanno votato sì 22 
-Hanno votato no 498

I 22 si sono: Barbato, Borghesi, Cambursano, Di Giuseppe, Di Pietro, Di Stanislao, Donadi, Evangelisti, Favia, Formisano, Aniello, Messina, Monai, Mura, Paladini, Palagiano, Palomba, Piffari, Porcino, Razzi, Rota, Scilipoti, Zazzera.

Ecco un estratto del discorso presentato alla Camera dal deputato Borghesi che invito a leggere:
«Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui possa accettare l'idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant'anni, quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per percepire un vitalizio. 
È una distanza tra il Paese reale e questa istituzione che deve essere ridotta ed evitata.
Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno - ce ne sono tre - e percepiscono più di 3.000 euro al mese di vitalizio.
 Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 euro al mese.
C'è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede materialmente in Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità.
Credo che questo sia un tema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta, che stava in quel progetto di legge e che sta in questo ordine del giorno, è che si provveda alla soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per quelli cessati, chiedendo invece di versare i contributi che a noi sono stati trattenuti all'ente di previdenza, se il deputato svolgeva precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l'Inps ha creato con gestione a tassazione separata.
Ciò permetterebbe ad ognuno di cumulare quei versamenti con gli altri nell'arco della sua vita e, secondo i criteri normali di ogni cittadino e di ogni lavoratore, percepirebbe poi una pensione conseguente ai versamenti realizzati.
Proprio la Corte costituzionale, con la sentenza richiamata dai colleghi questori, ha permesso invece di dire che non si tratta di una pensione, che non esistono dunque diritti acquisiti e che, con una semplice delibera dell'Ufficio di Presidenza della Camera, si potrebbe procedere nel senso da noi prospettato , che consentirebbe di fare risparmiare al bilancio della Camera e anche a tutti i cittadini e ai contribuenti italiani circa 150 milioni di euro l'anno».”
 
 
 

Autore: Q
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La gazzetta del Mezzogiorno, 29.Nov.2010 - 16.35 La Puglia è l'unica regione d'Italia che riconosce agli uscenti un assegno che arriva al 90% dell'indennità (in Friuli, per dire, è al 40% e c'è una proposta di legge per abolirlo). Quest'anno, con l'avvio della nuova legislatura, in Puglia gli assegni (tra diretti e reversibilità) sono cresciuti da 150 a 185. Una cifra talmente elevata che nel disporre l'adeguamento della pensione, gli uffici si sono dovuti arrendere all'evidenza: in bilancio non ci sono i 330mila euro necessari a coprire la spesa. Il consiglio ha deliberato: e così, quando dal palazzo sul lungomare il governatore Vendola farà arrivare i soldi, i poveri ex consiglieri riceveranno pure gli arretrati dal 1° gennaio. Vediamo un caso concreto, preso tra i pensionati più freschi. Quello dell'ex vicepresidente Sandro Frisullo, che dopo tre legislature passate tra i banchi di via Capruzzi ha maturato il diritto a 10.071,80 euro lordi di vitalizio al mese. Per lui l'aumento sarà di 311,21 euro al mese: a ottobre gli saranno erogati circa 3.100 euro, visto che riceverà 10 mesi di arretrati. Giusto per avere conferma di quanto sia dolce il trattamento degli ex consiglieri regionali pugliesi, è opportuno fare il confronto con quello che spetta ai comuni mortali. Le pensioni Inps sono (parzialmente) indicizzate all'inflazione: da gennaio i pensionati hanno ricevuto un aumento dello 0,70% ma hanno dovuto restituire lo 0,10% sull'aumento provvisorio erogato nel 2009. Morale della favola, un pensionato Inps senza carichi familiari e con meno di 75 anni che nel 2009 aveva un assegno lordo di 1.000 euro (885,03 netti), con l'applicazione della «sua» rivalutazione e detratto il conguaglio, da gennaio scorso ha raggiunto un importo lordo di 1.006,03 euro, che diventano 889,26 netti: si ritrova dunque in tasca quattro euro e 23 centesimi in più al mese. Beh, forse è il caso che qualcuno abbia finalmente il coraggio di mettere fine a questo scandalo.

Era l'anno 2002. - Un Consigliere Regionale neo-eletto (una norma transitoria salvaguarda però i diritti "acquisiti" dai Consiglieri eletti precedentemente) matura il diritto a "pensione" a 65 anni e dopo 2 legislature (10 anni); un lavoratore dipendente a 64 anni e con 19 anni di contributi. I Consiglieri Regionali versano, per la propria "pensione" un contributo pari al 18% della loro indennità di carica; un lavoratore dipendente versa alla previdenza pubblica il 32,7%. L'importo massimo di "pensione" percepibile è fissato nel 76% per i Consiglieri con 4 legislature (20 anni); i lavoratori dipendenti devono lavorare 40 anni per avere l'80%. I Consiglieri Regionali cumulano, poi, la loro "pensione" con quella che hanno maturato presso gli Enti previdenziali di appartenenza, se lavoratori dipendenti o autonomi, creando un regime di "doppia pensione" che non trova alcuna giustificazione e che rappresenta un vero privilegio. Come già accennato, riteniamo infine del tutto ingiustificata la norma transitoria prevista dall'articolo 8, sempre della L.R. 2/95, che salvaguarda i diritti "acquisiti" per i mandati elettorali iniziati prima o durante la scorsa legislatura. Paragonando questa riforma alla cosiddetta "Riforma previdenziale Dini", ci si accorgerebbe che quest'ultima ha lasciato aperta solo qualche "finestra temporale" che ha reso possibile l'uscita anticipata di un numero molto limitato di lavoratori, mentre la norma regionale salvaguarda totalmente, e per sempre, gli eletti nella scorsa legislatura. Tra l'altro la differenza di trattamento è veramente intollerabile, se è vero come è vero che la norma transitoria consente di conservare privilegi che permettono a Consiglieri con 2 legislature di maturare a 55 anni il 45% dell'indennità di carica.-
"L'oppressore non agisce più direttamente sull'oppresso contando sulle sue proprie forze. No, la nostra coscienza è diventata troppo accorta per agire in questo modo. Sussistono ancora il tiranno e la vittima, ma tra di loro si pone un intermediario che è lo Stato, vale a dire la legge stessa. Che cosa di più asettico per mettere a tacere i nostri scrupoli e, ciò che è forse estremamente apprezzabile, a vincere le resistenze? Dunque, tutti, sotto un qualsiasi titolo, sotto un pretesto o l'altro, noi ci rivolgiamo allo Stato. Noi gli diciamo: " Io non trovo che vi sia, tra i miei godimenti e le mie fatiche lavorative un rapporto proporzionale che mi soddisfi. Mi piacerebbe tanto, per ristabilire l'equilibrio desiderato, prendere qualcosa dalle risorse degli altri. Ma ciò è pericoloso. Non potreste voi per caso facilitarmi la cosa? Non potreste voi farmi avere un buon posto? O bloccare opportunamente le attività industriali dei miei concorrenti? O meglio ancora, prestarmi senza interessi dei capitali che avrete preso ai loro possessori? Oppure educare i miei ragazzi a spese del pubblico? O accordarmi dei premi di produzione? O assicurarmi una vita serena quando avrò cinquant'anni? In questo modo raggiungerò il mio obiettivo in piena tranquillità di coscienza, perché sarà la legge stessa che avrà agito per me, e io avrò tutti i vantaggi dell'accaparramento senza avere né i rischi né l'odio! Essendo certo che, da una parte, noi tutti rivolgiamo alla Stato simili richieste, e che, dall'altra parte, è assodato che lo Stato non può procurare il godimento agli uni senza accrescere il lavoro degli altri, in attesa di un'altra definizione dello Stato, mi ritengo autorizzato a fornire la mia. Chissà che essa non ottenga il primo premio? Eccola: LO STATO, E' LA GRANDE ILLUSIONE ATTRAVERSO LA QUALE TUTTI CERCANO DI VIVERE ALLE SPALLE DI TUTTI GLI ALTRI". (Frederic Bastiat)



...mi auguro che il lettore che ha inviato l'email alla Redazione di Quindici e si e' fatto portavoce per altri(?), si sia firmato con il proprio nome e cognome e non con uno pseudonimo come alcune parole chiave farebbero credere( es. rodimento di gonadi, saltare i nervi a qualche invasato ecc.)...perche' dico questo? il qualunquismo che emerge dalla lettera e' raccapricciante e mi ricorda qualcuno del forum...non vorrei che si desse spazio a una manica di NARCISISTI con la voglia spasmodica di volersi appendere una medaglia di latta sulla giacca!!!...entrando nel merito vorrei dire allo scribacchino/i(?) ZELANTE che e' in atto in Italia un becero DO UT DES tra eletti ed elettori...tutti conoscono benissimo questo PRIVILEGIO pensionistico a favore dei parlamentari e viene tollerato a patto che ci sia un ritorno; cito, a favore di quanto dico,in ordine cronologico, la parentopoli all'ATAC e TRAMBUS di Roma (Repubblica 28/11/2010), dove sono coinvolti tutti i rappresentanti dell'arco costituzionale( compreso il sindacato) o, per restare nel localismo, la acquiescenza nei confronti dei "fruttaroli abusivi" che stride fortemente con il biasimo verso lo zelo dei tutori della legge...solo gli IGNORANTI CRASSI e SUPINI separano la fronda dell'albero dalla sua radice, e, da quanto leggo, questi scribacchini(?) ne sono degni rappresentanti!!!...e' evidente la loro finalita'...nella loro mente non alberga un desiderio argentino di cambiamento bensi' la becera voglia di SOSTITUIRSI per meri vantaggi personali o di gruppo!!!


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