MOLFETTA – Un lettore di Quindici invita la redazione a diffondere una notizia ignorata da radio, giornali, tv, a settembre e poi finita nel nulla, a proposito della pensione dei parlamentari ma che ha fatto un ampio giro nel mondo del web tramite l’inoltro di semplici e-mail.
Il 21 settembre, non ieri dunque, il deputato Antonio Borghesi, dell'Italia dei Valori, propose l'abolizione del vitalizio ai deputati solo dopo 5 anni di legislatura.
Il politico affermava cha tale trattamento era iniquo rispetto a quello previsto per i lavoratori che devono versare 40 anni di contributi per avere diritto ad una pensione.
Ecco com'è finita la proposta con i dati della votazione e i commenti di chi, dopo aver letto, inoltrava via web la notizia ad amici e conoscenti.
Segue quindi la storia, e anche un esempio, di come viene gestita l’informazione in Italia:
“E’ doveroso darne diffusione!
E’ ben vero che, vista la nostra classe politica, non dovremmo stupirci... ma un bel rodimento di gonadi dobbiamo accettarlo e per sfogarsi un po’ e’ giusto passare questa informazione a macchia d’ olio!
Non si sa mai, magari a qualcuno potrebbero venire un po’ di idee costruttive, ad esempio quella che, con le buone maniere facesse capire che ad una nuova votazione sull’ argomento, quelli che votassero “no” potrebbero far saltare i nervi a qualche invasato che potrebbe poi…lanciare non solo statuette del Duomo di Milano. Sono sicuro che cambierebbero idea!
Tutto è stato fatto quasi sotto silenzio, senza quasi…
Ecco com'è finita la votazione della proposta di legge del deputato Antonio Borghesi, dell'Italia dei Valori, di abolire il vitalizio ai parlamentari solo dopo 5 anni di legislatura, ritenendo ingiusto e non equilibrato il trattamento ‘dovuto’ ai politici rispetto a quello previsto per i lavoratori che per 40 anni devono versare contributi per avere una pensione:
-Presenti 525
-Votanti 520
-Astenuti 5
-Maggioranza 261
-Hanno votato sì 22
-Hanno votato no 498
I 22 si sono: Barbato, Borghesi, Cambursano, Di Giuseppe, Di Pietro, Di Stanislao, Donadi, Evangelisti, Favia, Formisano, Aniello, Messina, Monai, Mura, Paladini, Palagiano, Palomba, Piffari, Porcino, Razzi, Rota, Scilipoti, Zazzera.
Ecco un estratto del discorso presentato alla Camera dal deputato Borghesi che invito a leggere:
«Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui possa accettare l'idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant'anni, quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per percepire un vitalizio.
È una distanza tra il Paese reale e questa istituzione che deve essere ridotta ed evitata.
Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno - ce ne sono tre - e percepiscono più di 3.000 euro al mese di vitalizio.
Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 euro al mese.
C'è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede materialmente in Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità.
Credo che questo sia un tema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta, che stava in quel progetto di legge e che sta in questo ordine del giorno, è che si provveda alla soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per quelli cessati, chiedendo invece di versare i contributi che a noi sono stati trattenuti all'ente di previdenza, se il deputato svolgeva precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l'Inps ha creato con gestione a tassazione separata.
Ciò permetterebbe ad ognuno di cumulare quei versamenti con gli altri nell'arco della sua vita e, secondo i criteri normali di ogni cittadino e di ogni lavoratore, percepirebbe poi una pensione conseguente ai versamenti realizzati.
Proprio la Corte costituzionale, con la sentenza richiamata dai colleghi questori, ha permesso invece di dire che non si tratta di una pensione, che non esistono dunque diritti acquisiti e che, con una semplice delibera dell'Ufficio di Presidenza della Camera, si potrebbe procedere nel senso da noi prospettato , che consentirebbe di fare risparmiare al bilancio della Camera e anche a tutti i cittadini e ai contribuenti italiani circa 150 milioni di euro l'anno».”