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Un ex voto di S. Corrado la collana Primavera
15 marzo 2008

Quest'anno nella ricorrenza del 9 febbraio, giorno che la Diocesi di Molfetta dedica alla festività del nostro Patrono S. Corrado, si è assistito ad un evento eccezionale: la riposizione del cranio nel simulacro a mezzo busto di argento raffigurante S. Corrado. Il cranio la scorsa estate fu tolto dal suo posto per permettere il restauro del simulacro. Nell'occasione è stata restaurata anche la collana di argento e pietre dure che si applica sul petto del mezzo busto di argento. Come a tutti i Santi Patroni, anche al nostro S. Corrado i fedeli ricorrevano per l'intercessione di una grazia e successivamente ringraziavano il Santo con l'offrirgli qualcosa di più caro. Il rinvenimento di un elenco di oggetti di oro, donati nel tempo a S.Corrado, è la dimostrazione che anche a Lui ricorrevano i fedeli nei momenti difficili. Nel 1745 fu eseguito un inventario di tutte le suppellettili della Cattedrale di Molfetta; in quella occasione furono inventariati anche gli oggetti di oro e di argento donati dai fedeli al Santo Patrono. Questi oggettini preziosi per sicurezza erano custoditi in casa dell'allora arciprete del Capitolo Cattedrale di Molfetta, don Giuseppe Cavalletti1. Il tesoro di S.Corrado consisteva in: una catenella, seu filetto d'oro di oncia una, un crocefissetto d'oro con tre perle pendenti di trappesi cinque, una gioia smaltata con sei pietre torchine in mezzo vi è una figurina col cristallo, una collana di pietre false, delle quali sette grosse, e dieci piccole con una rosa adorna di una pietra grossa, una fascetta fatta di zagarelle di cannovacchio d'argento, una Gioia volgarmente chiamata Primaviera con diverse pietre preziose donata a detto Glorioso S. Corrado dal sig. Abate Marcantonio Colaianni in virtù d'istrumento per mano di notar Giuseppe Massari sotto li sette febbraio dell'anno 1737. Con condizione che affine la sudetta Gioia non venghi mal menata vuole il sudetto Sig. Colaianni donante, che si abbia la medesima da conservare in casa dei suoi eredi, e successori in perpetuum, quali siano tenuti subito darla in ogni funzione, che occorrerà di detto Santo, e non volendo detti eredi, e successori dare la sudetta Gioia, siano tenuti, ed obbligati i medesimi invece di detta Gioia dare a detto Glorioso S. Corrado pro una vice tantum docati cinquanta, quali siano tenuti gl'Amministratori del legato di detto S. Corrado convertire in compra di un'altra Gioia, una collana d'oro di ventotto pezzetti d'oro in ciascheduna de' quali una pietra rossa donata al S. Protettore dalla Sig.a Genueva de' Viti moglie del fu Cesare Colaianni quale si conserva dalli sopradetti Colaianni assieme colla sopradetta Gioia, un anello d'oro con pietre rubino n.o ventuno mancandone n.o quattro,donato a S.Corrado nostro Protettore da Angelo Salustio. Solo la collana, detta Primavera, è giunta ai nostri giorni2. Ora questo importante manufatto settecentesco di cui si ignora l'autore, realizzato per adornare il petto del simulacro, può ammirato nel suo splendore.
Autore: Corrado Pappagallo
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