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Un'equipe integrata per affido familiare e adozioni a Molfetta Molfetta ancora in prima linea nella politiche di tutela dei minori attraverso l'affido e l'adozione: nel 2010 sono stati 89 i minori affidati alle famiglie
12 settembre 2011

MOLFETTA - Molfetta è sempre in prima linea nella promozione delle adozioni e degli affidi familiari e punta sulla de-istituzionalizzazione dei minori a rischio. L'amministrazione comunale guidata dal sindaco Antonio Azzollini e il Comune di Giovinazzo hanno sottoscritto un protocollo operativo con il Distretto Asl n. 1 per la istituzione di una equipe integrata e multidisciplinare i cui compiti saranno quelli di potenziare i servizi di affido familiare, sensibilizzare e promuovere la cultura delle adozioni.
Si tratta di un ulteriore passo avanti nelle politiche di sostegno alle famiglie, lungo il percorso già tracciato dal Piano Sociale di Zona. Dopo l'istituzione dell'equipe contro i maltrattamenti su donne e minori, l'attenzione è rivolta anche alle azioni di tutela dell'infanzia e dell'adolescenza. I numeri ufficiali relativi al 2010 sono incoraggianti: con riferimento al distretto socio-sanitario Molfetta-Giovinazzo sono stati 37 i minori a rischio inseriti nelle comunità, mentre oltre il doppio - ben 89 - sono quelli in affido familiare seguiti dal servizio di assistenza educativa domiciliare.
L'equipe si riunirà almeno una volta al mese, alternativamente nella sede dei servizi sociali del Comune o nella sede del Consultorio familiare. Anche per l'affido e l'adozione, analogamente ai casi di maltrattamento e violenza domestica, l'equipe si compone di due assistenti sociali (ciascuno per i comuni di Molfetta e Giovinazzo), due psicologi e due assistenti sociali Asl. Figure altamente specializzate il cui compito sarà quello di attuare concretamente le politiche di sostegno alla rete delle famiglie affidatarie e promuovere la cultura dell'affido e dell'adozione. In particolare, "l'equipe coordinerà azioni di sensibilizzazione al pubblico, si occuperà della formazione di nuove famiglie disponibili all'affido, verificherà periodicamente la riuscita di specifici progetti di affido e adozione e istituirà una banca dati contenenti i singoli casi" spiega il dirigente del settore Socio Educativo, Giusi de Bari. 
Continua, dunque, l'integrazione e la sinergia tra strutture comunali e quelle dell'Asl in attuazione a quanto contenuto nel Piano Sociale di Zona 2010-2012. "Il lavoro che c'è dietro un affido familiare o un'adozione è estremamente delicato è complesso" spiega l'assessore ai Servizi Socio Educativi, Luigi Roselli, "si parte da un'analisi dei singoli casi di minori a rischio adozione e si prosegue con l'elaborazione di un progetto socio-educativo, l'abbinamento di un minore con una determinata famiglia affidataria e una continua assistenza sociale e psicologica sia alla famiglia originaria del minore - per ridurre o eliminare le difficoltà che hanno originato il ricorso all'affido - sia a quella affidataria. È un lavoro complesso che richiede il supporto costante di una squadra di professionisti che conoscono la materia. Da ciò si comprende - continua l'assessore Roselli - l'importanza di poter contare su una equipe strutturata capace di interfacciarsi in ogni momento tra gli enti pubblici e il territorio, di relazionarsi con i diversi attori (famiglie, minori, assistenti sociali, consultori, medici, giudici tutelari) che entrano in gioco nei casi di affido o adozione."

 

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