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Un disabile scrive a Quindici: Molfetta, città inaccessibile, rampe impraticabili, pericolose e buche dappertutto
30 aprile 2009

MOLFETTA - Quindici da tempo sta conducendo una campagna giornalistica sulle buche e i fossi presenti in quasi tutte le strade cittadine. Siamo stati i primi a denunciare questa situazione e continueremo a farlo, soprattutto se non verrà fatta una regolare ed efficiente opera di manutenzione che non si limiti a tappare i buchi con materiale scadente e con tecniche inefficienti che, alla prima pioggia, rendono l'intervento inutile. E questo con spreco di denaro pubblico. Non vorremmo pensare che questo sistema sia voluto, per permettere una continuità di lavoro, apprezzabile proposito da certi punti di vista, ma deleterio da altri, soprattutto sul fronte della spesa pubblica. Non è questa soluzione «keynesiana» che può risolvere il problema. Abbiamo pubblicati diversi commenti sulla situazione disastrosa delle nostre strade, che ai nostri amministratori concentrati sul fantomatico porto, sembra secondaria. Oggi pubblichiamo la lettera di un disabile, che, forse, può aiutare i nostri amministratori a comprendere un altro aspetto del problema, che non è solo quello di danni alle vetture, ma di un disagio molto più importante, sperando che si intervenga, finalmente, in modo radicale. Ecco il testo della lettera: «Carissimo Direttore, mi rivolgo a lei per una causa importante riguardo l'accessibilità della Città di Molfetta, le scrivo brevemente la mia situazione, e non solo per quanto riguarda me ma per tutte le persone disabili con le mie stesse limitazioni. Vorrei se possibile rendere pubblico un articolo su questa situazione su Quindici. Grazie. Mi chiamo vito ho 32 anni e vivo a Molfetta sono affetto da Distrofia muscolare di tipo duchenne con disabilità al 100%. La mia vita la conduco per forza di cose su una carrozzina elettronica che mi rende indipendente e mi permette di uscire fuori casa, abito nella zona 167 nei pressi della parrocchia Sant'Achille un po' distante dal centro cittadino. Gli unici inconvenienti che maggiormente incontro, sono le rampe non fatte a regola d'arte livellate male e molto spesso impraticabili e pericolose che recano danni sia al fisico e soprattutto alle parti meccaniche e elettroniche della mia carrozzina elettronica. Poi non parliamo delle strade quasi tutte poco percorribili per via delle buche e quindi non molto piacevoli per una persona nelle mie condizioni e non solo. Mi chiedo, come mai la nostra amministrazione non si dia da fare per risolvere questa situazione? Mi rivolgo a tutta l'amministrazione comunale compreso il nostro Sindaco, affinché renda le strade più sicure è più percorribili senza buche con rampe accessibili e meno pericolose a norma di legge per dare modo a noi disabili di vivere la Città pienamente senza pericoli e difficoltà».
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Questa lettera-protesta di un cittadino, ai fini di una richiesta d'aiuto, ancora una volta ci propone il dilemma se, Molfetta, è una città a misura d'uomo. Esistono le città a misura d'uomo? Le città a misura d'uomo esistono. Sono quelle costruite sui bisogni delle persone e non del profitto, del big business. La città deve fondarsi su regole trasparenti, che favoriscano la giustizia sociale. Dare di più a chi ha di meno e non viceversa. Non ci possono essere privilegi per le imprese più potenti e ostacoli per i cittadini, come l'autore della lettera in articolo. Modellarla sulle esigenze di donne, bambini e anziani, che rappresentano i bisogni più autentici e vitali di ogni essere umano. Non bisogna aspettarsi che il cambiamento venga dall'alto, ma occorre agire in prima persona per favorirlo. Partendo dai cittadini, da tutti coloro che promuovono la cultura, le Associazioni Culturali e di tutte le varie promozioni associative. Volere e chiedere che il business non fagogitasse la vita quotidiana dei cittadini. Che Molfetta potesse esprimere tutto il suo potenziale di intelligenza e cultura. Viviamo in una città che non ha grandi strategie che guardino al "benessere" dei cittadini, che a volte non recepisce neanche le direttive nazionali e che addirittura non risponde alle sollecitazioni della regione di dotarsi di regole per far fronte alle novità portate da alcune leggi nazionali che demandano alle regioni e ai comuni l'individuazione di regolamenti che semplificano la vita ai cittadini. Questo è uno dei compiti che ci dobbiamo dare: controllo, critica, proposte su tutto ciò che viene fatto e che non viene fatto, come viene fatto, che vantaggi o che svantaggi ne traggono i cittadini. Se viene chiuso un ospedale forse, ne guadagna la pubblica amministrazione perchè spende meno, ma sicuramente i cittadini hanno un servizio peggiore. Se un parco non viene curato sicuramente la pubblica amministrazione può destinare fondi ed altre iniziative che lobby potenti o interessi di alcuni hanno interesse a portare avanti, ma per la maggior parte dei cittadini peggiora il servizio pubblico, peggiora la possibilità di usufruire di quegli spazi che vengono a mancare e che poi ci spingono a cercarli durante il week end scappando dalla città. Se non ci sono posti dove i bambini possono giocare senza pericoli, crescono chiusi in casa senza incontrare e quindi giocare con gli altri bambini. Va benissimo investire sulle grandi infrastrutture come il quartiere della moda, perchè crea business e quindi posti di lavoro (?), danaro ecc. ma senza perdere di vista il fatto che gli anziani non hanno spazi per incontrarsi e passare il tempo e poi scopriamo che la maggior parte delle telefonate ai numeri d'emergenza sono fatte da anziani che sono soli, che hanno bisogno di parlare con qualcuno. Portiamo avanti con forza quello che ci unisce e incontriamo il consenso con il ragionare, con "buon senso" fuori da schieramenti politici potenzialmente fuorvianti ma dentro la politica del buon senso. Non potremmo sostituirci dall'oggi al domani a partiti, sindacati, associazioni ecc., ma facendo vedere che una serie di persone ha deciso di non essere più dormiente e che vuole controllare, contare, incidere, proporre, possa catalizzare l'attenzione di cittadini, professionisti, intellettuali che possono riscoprire il gusto di fare e contare. Abbiamo bisogno d'aiuto dalla carta stampata, dal giornalismo locale. In primo piano come ormai da anni, sta facendo "QUINDICI", la voce della coscienza della città di Molfetta e dei suoi cittadini. Molti molfettesi si affidano da anni, alla sensibilità e all'etica professionale del suo Direttore dott. de SANCTIS e di tutta la Redazione composta da valenti giovani a cui va il mio personale - sono convinto anche di tutta la cittadinanza - ringraziamento. Il cammino e la strada è lunga: non arrendiamoci.
in un Paese cosidetto CIVILE, la questione non si porrebbe! In questa nostra disgraziata Italia in generale ed a Molfetta in particolare, il problema si pone eccome. Una brevissima analisi (altre ne ho fatte e continuerò a farne in tutte le sedi possibili): - Come osserva un Lettore, bastrebbe un giro per le vie di Molfetta per rendersi conto della orrenda realtà che si percepisce. Nessuno, dico nessuno si pone il problema di come possa sentirsi un nostro concittadino che non ha la possibilità di scansare un ostacolo o di poter camminare liberamente sulle sue gambe. A che cosa pensiamo prioritariamente? Al salotto di Molfetta!, ma fosse almeno un'anticamera! Nella zona pomposamente definita il salotto, i passi per diversamente abili sono quasi sempre "occupati" dall'auto di.. "quello che sta al bar a fare salotto" (lo dice la parola stessa!). Le forze dell'ordine, recentemente vedo che hanno una qualche attenzione, ma quasi sempre non basta. Questo nel salotto!!!! Poi figuriamoci negli altri...ambienti della "casa" (tipo le periferie). Ma i figuri che ci governano (e che abbiamo elletto noi), leggono i commenti che certamente appariranno, forse non del tenore che si legge in questo sito, credo un pò in tutti i siti di informazione di Molfetta? Ma come si permette questa gente di essere così spudorata da non avvertire un minimo di vergogna per le condizioni vigenti. E' tuttavia certo che nelle prossime tornate elettorali, tutti i partecipanti alla...lotteria faranno promesse solenni, quanto vacue ed inutili di interventi per questa disfunzione e qull'altra. Che peccato! Quanto vorrei che si verificasse una specie di nemesi, e cioé che qualcuno che adesso pensa al porto, al palazzo Dogana, al Salotto, al futuro lungomare di ponente, al fare solo per l'interesse (interessato) dei soliti pochi, si trovasse un giorno nella stessa necessità dell'amico che scrive! Mi piacerebbe tanto poter sentire le sue opinioni - allora.


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