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Un caso di buona sanità
15 settembre 2012

Una brutta caduta mi scarica dalla quotidianità e mi trapianta in un altro mondo: il mondo dei malati. Ho bisogno di tutto e di tutti. Ore 12.00 del 13 giugno scorso, entro nella sala operatoria dell’ospedale di Molfetta: “frattura del femore e del polso”. Non ho paura, anzi mi sembra di essere entrata nel “Paradiso terrestre”. La sala è tutta illuminata e popolata da infermieri e medici che sorridono e girano nella stessa. Dal profondo sento di ringraziare la carissima dottoressa Betty Colonna, il bravo prof. Corrado Lamacchia, il sorridente dr. Pietro Dell’Olio e la dr.ssa Cinzia Caputi, mia ex alunna. Un particolare grazie alla Dirigente Medico, dr.ssa Annalisa Altomare, che, giunta in ospedale, per prima venne a salutarmi. Che dirti che tu non possa pensare, carissima Annalisa? Non si può chiudere un ospedale come il nostro. Dottoressa, nella lotta contro coloro che pensano di chiudere i battenti, chiamami che, unita alla mia Associazione A.N.E.B. sono pronta a far sentire la nostra voce, per difendere insieme una realtà.

Autore: Giuseppina Logoluso
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