Ufficializzate le ronde e i vigilantes per il controllo del territorio al quartiere Madonna della Rosa di Molfetta. Perplessità e dubbi. Richieste di opere pubbliche al Comune (da aggiungere al libro dei sogni del bilancio)
MOLFETTA – Lo chiamano “Progetto pilota di controllo del vicinato”, ma in realtà si tratta di ronde di quartiere che vengono ufficializzate a Molfetta nell’area della Madonna della Rosa. E si vantano pure: “Sarà il primo quartiere dell’Area metropolitana di Bari che attiverà questo progetto”, di sapore un po’ destrorso, che sarebbe piaciuto molto all’ex Msi e piacerebbe oggi al neofascista Salvini.
Per giustificare l’iniziativa, si parla di avere un occhio sulla strada, per avviare segnalazioni alle forze dell’ordine, alle quali non vogliono sostituirsi (ci mancherebbe altro, ndr).
Le ronde saranno formate da un massimo 20-30 persone, dirette da 3 persone che “conoscendo il quartiere ed i suoi residenti, possono avere un sguardo più attento a quello che accade”. I loro nomi saranno registrati in Prefettura e sarà utilizzato whatsapp per lo scambio di informazioni, mentre saranno installate telecamere di sorveglianza dell’area controllata.
I “vigilantes” saranno anche “addestrati con corsi di formazione in modo da poter gestire al meglio le varie situazioni di emergenza che si possono verificare nel quartiere”.
Ci chiediamo: i vigilantes segnaleranno anche la presenza di immigrati in zona? Insomma, caccia al ladro e all’immigrato e magari ancora meglio all’immigrato-ladro? Il dubbio è legittimo, proprio per come si caratterizza questo “progetto”. Insomma, ci chiediamo: ci sono fascio-leghisti in giro, che hanno annusato l’aria, dopo le elezioni? E quello che è più grave e che si propongono come modello pilota per altre città dell’area metropolitana (sicuramente piacerà al governatore Emiliano). Ma questo significherebbe svilire il ruolo delle forze dell’ordine che fanno bene il loro lavoro, specialmente con questo comando (a differenza di qualche altro infausto del lontano passato, più aduso ai salotti che al controllo del territorio). E’ questo il modello di sicurezza che il sindaco ha pensato per la città? Allora a cosa serviva assumere altri 15 agenti di polizia municipale, se abbiamo volontari che non costano nulla alla comunità?
Ma i residenti della Madonna della Rosa non si fermano qui e chiedono inoltre una migliore viabilità, la sistemazione e l’illuminazione delle strade (magari con una preferenza rispetto agli altri quartieri anch’essi ridotti male, ma senza rappresentanti nelle liste civiche della coalizione di governo? ndr), l’allargamento e la realizzazione del ponte ciclopedonale parallelo a quello già esistente di Schivazappa e l’utilizzo di rallentatori in via Berlinguer e Spadolini, o ancora meglio degli autovelox per multare gli indisciplinati.
E perché non prevedere anche un muro di cinta per difendere il quartiere? Il sindaco Tommaso Minervini e l’assessore Pasquale Mancini (nella cui lista è andato candidato il presidente del comitato di quartiere) cosa ne pensano? Il rischio di populismo è elevato, forse gli amministratori non se ne rendono conto (o fingono, che è più grave).
Ma ci chiediamo: il comitato di quartiere è legittimo? È riconosciuto dall’amministrazione comunale oppure è frutto di spontaneismo e volontarismo? Che valenza giuridica ha questo fantomatico comunicato, che rende pubbliche le sue iniziative solo agli amici (per evitare critiche)?
Il Comitato crede che tutti progetti siano realizzabili, magari, con un immediato stanziamento di fondi, dopo che con l’ultimo bilancio approvato in consiglio comunale, sono state sparate cifre milionarie da libro dei sogni.
Si aspetta ora la conferenza stampa dell’amministrazione comunale che, con il solito vanitoso assessore, prenderà in giro la gente. Ma tant’è questa amministrazione ciambotto, in attesa di essere spazzata via del Movimento 5 Stelle, potrà continuare a prevedere fondi improbabili per cambiare il volto della città (anche se per ora restano solo le grosse buche che coprono l’intera area urbana, senza che si pensi almeno a coprirle alla meglio). Poi magari lasciare una città in dissesto, con tanti debiti, come è già avvenuto nel 2006. Meglio fare le cicale, dicono al Comune, finché si è in tempo…
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