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UDC Molfetta, secco no alla riconferma dei dirigenti
08 novembre 2012

MOLFETTA - Uno ad uno i partiti della coalizione di centrosinistra stanno condannando la riconferma dei 4 dirigenti del Comune di Molfetta da parte del sindaco Antonio Azzollini. prima il PD con un comunicato di Giovanni Abbattista, da ieri sera ex segretario politico del partito, poi Mauro Spaccavento del PRI, oggi Robert Amato, commissario locale dell’UDC.
«L’ennesimo e speriamo ultimo atto antidemocratico si è consumato pochi minuti prima delle dimissioni del sindaco Azzollini. Un atto che l’UDC Molfetta condanna fermamente, quello del rinnovo dei contratti dei 4 dirigenti comunali, perché ancora una volta vengono eluse le principali norme legittime e legali che dovrebbero contraddistinguere un atto amministrativo, viene rinnovato il contratto per altri cinque anni a 4 dirigenti che in passato sono stati non solo candidati nelle liste che supportavano politicamente Azzollini, bensì ne hanno appoggiato l’ iniziativa politica anche a discapito del ruolo che essi ricoprivano - il commento di Amato -. Le cariche dirigenziali sarebbero dovute venir meno con le dimissioni del sindaco e, invece, abbiamo assistito ad un goffo quanto presuntuoso tentativo di tenere ancora le redini della macchina amministrativa, in occasione delle prossime elezioni comunali , e di bloccarne la funzionalità in caso di vittoria dello schieramento politico a lui avverso».
In sostanza, anche l’Udc si associa al dissenso degli altri partiti della coalizione di centrosinistra, con l’intento di ricorrere ad ogni mezzo e opporsi in ogni sede per annullare l’efficacia legale del provvedimento azzolliniano. Una posizione che con PD e PRI ricalca anche un più che probabile punto del programma di coalizione, la riqualificazione dell’organigramma della burocrazia comunale: a quanto pare, alcune personalità politiche della coalizione avrebbero, però, arricciato il naso creando qualche infortunio di diplomazia politica. Del resto, proprio il rinnovamento della burocrazia comunale potrebbe essere uno dei punti decisivi del programma di coalizione, la cui mancata attuazione, in caso di vittoria, potrebbe provocare l’implosione del castello di sabbia.
PD, PRI e UDC, senza nessuna concessione al politichese o al tipico linguaggio democristiano da prima repubblica, hanno espresso la loro posizione. Ora si attende l’unanimità della coalizione.
 
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