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Tutti gli aiuti al Kosovo arrivati a destinazione Lo scandalo della “Missione Arcobaleno” non tocca Molfetta
15 febbraio 2000

Lo scandalo della Missione Arcobaleno ha investito molte associazioni, enti governativi, che vi avevano aderito gettando discredito sul loro operato. Quasi quotidianamente ascoltiamo di responsabili incriminati di non aver utilizzato il materiale ed i soldi raccolti per i fini cui erano destinati. Diventa perciò sempre più difficile fidarsi, di chi ci chiede un contributo per una causa giusta, la domanda che ci poniamo o che ci stiamo già ponendo in questi giorni, leggendo i giornali e guardando i telegiornali è: “che fine hanno fatto, o faranno i miei soldi, e tutto quello che ho donato servirà a coloro che veramente hanno bisogno”. Per dissipare alcuni dubbi il direttore della Caritas ha pubblicato recentemente sul settimanale diocesano “Luce e Vita” un resoconto dettagliato riguardante, l’ultima raccolta di denaro, indumenti derrate alimentari medicinali, fatta in favore dei profughi del Kosovo. Ci siamo recati al Centro Caritas di Molfetta per capire se, e in quale modo lo scandalo Missione Arcobaleno aveva avuto ripercussioni sul loro operato. Il responsabile del centro Nicola Volpicella ha subito dichiarato l’estraneità della Caritas alla Missione Arcobaleno, a cui avevano potuto aderire solo associazioni governative, e in virtù di questo ha dichiarato che non ci sono stati problemi. In seguito ci ha descritto la svolgersi della loro missione in Kosovo. La diocesi di Molfetta, Giovinazzo, Ruvo, Terlizzi in accordo con la Protezione Civile di Molfetta ha promosso molteplici iniziative per finanziare i diversi progetti; una raccolta di indumenti derrate alimentari, medicinali, che sono stati inviati nei villaggi di Mamurras e a Giacova nel Kossovo, una raccolta di denaro dalle parrocchie della diocesi, dalle scuole Associazioni, Protezione civile singole persone che hanno potuto versare il loro personale contributo su un conto corrente della Caritas Pro-Kosovo, è stato anche aperto un conto corrente presso una Banca locale, per tutti coloro che volevano collaborare senza essere legati alla chiesa. Il denaro raccolto è stato utilizzato per acquisto L’acquisto di 900 materassi, per l’acquisto di alimenti, per la ricostruzione di 50 case nel villaggio di Dubrave, il terzo progetto è stato finalizzato al sostegno del rientro in patria dei profughi la somma raccolta per questo progetto è servita per un aiuto economico alle famiglie più disagiate, e per ristrutturare delle abitazioni; tutto il denaro rimasto servirà per il proseguimento dell’operazione di sostegno per le famiglie di Mamurras e Giacova. “Il successo dell’intervento umanitario della Caritas in Kossovo - commenta Volpicella - è stato così positivo perché avevamo in don Carmelo La Rosa, parroco di Mamurras un valido referente, che ci informava sulle principali esigenze della popolazione in modo da poter svolgere un servizio mirato che fosse quindi di valido aiuto. Inoltre la merce dei convogli è stata distribuita velocemente per evitare che si deteriorasse o che fosse saccheggiato, come nel campo profughi di Valona.” Gli abbiamo anche chiesto cosa pensa del fallimento della Missione Arcobaleno: “L’errore credo sia stato nell’eccessivo accentramento dell’operazione, e soprattutto nell’eccessiva grandezza dell’area di intervento, che rendeva difficile individuare le effettive priorità”. “La risposta che abbiamo avuto nella nostra diocesi è stata molto positiva – ha concluso Volpicella - e come si può vedere dal nostro resoconto, non è andato sprecato nulla”. Clara Spagnoletta
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