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Tribunale di Molfetta, spiraglio legislativo: possibile impegno del Comune per l'Ufficio del Giudice di Pace
16 settembre 2012

MOLFETTA - Uno spiraglio per il Tribunale di Molfetta. I D.Lgs. nn. 155 e 156, emanati lo scorso 7 settembre e pubblicati in Gazzetta Ufficiale il 12 settembre, hanno fissato le “condanne a morte” per 31 tribunali, 31 procure e 220 sedi distaccate di Tribunale, tra cui l’Ufficio del Giudice di Pace di Molfetta che sarà accorpato al Tribunale di Trani.
Ma l’art.3 del D.Lgs. n.156 prevede che entro 60 giorni i Comuni interessati, anche consorziati tra loro, possano richiedere il mantenimento degli uffici del Giudice di Pace con competenza sui rispettivi territori, anche tramite eventuale accorpamento, «facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nelle relative sedi, ivi incluso il fabbisogno di personale amministrativo che sarà messo a disposizione dagli enti medesimi».
Il Ministro della Giustizia, valutata la rispondenza delle richieste e degli impegni, potrà apportare con proprio decreto le conseguenti modifiche. Sarà a carico dell'amministrazione giudiziaria unicamente la determinazione dell'organico del personale di magistratura onoraria entro i limiti della dotazione nazionale complessiva, oltre alla formazione del relativo personale amministrativo. Nel caso in cui non siano rispettati gli impegni relativi al personale amministrativo e alle spese per un periodo superiore ad un anno, l’Ufficio del GdP sarà soppresso.
Una soluzione che potrebbe essere almeno discussa al Comune di Molfetta e, soprattutto, in Consiglio comunale, comunque in sinergia con i Comuni che fanno riferimento alla Sezione distaccata di Molfetta per vagliare ogni eventuale possibilità. Anche se le difficoltà sarebbero numerose: dalla concertazione tra i Comuni fino allo stanziamento di fondi per le spese di funzionamento, che in tempi di vacche magre sono dei muri davvero insormontabili (considerando anche l’asfissia delle casse comunali).
Ad oggi, però, i due decreti danneggiano in modo irreparabile il territorio locale. L’accorpamento delle sedi giudiziarie potrebbe ingolfare gli uffici giudiziari. A dicembre 2011 l’Associazione Avvocati Molfettesi aveva precisato che la struttura giudiziaria del Tribunale - Sezione staccata di Molfetta fosse sicuramente tra quelle che meglio funzionano e operano sul territorio al servizio della collettività. Per altro, il Tribunale di Trani allo stato attuale risulterebbe inadeguato, quindi non potrebbero assorbire gli ulteriori carichi di lavoro dei comuni di Andria, Barletta, Bisceglie, Canosa di Puglia, Corato, Minervino Murge, Molfetta, Ruvo di Puglia, Spinazzola, Terlizzi e Trani stessa.
È evidente che le protesta delle associazioni di categoria locali, l’ordine del giorno di maggioranza del gennaio 2012 e l’impegno promesso dal sindaco di Molfetta, senatore Pdl Antonio Azzollini, presidente della V Commissione Bilancio al Senato siano caduti nel vuoto.
Eppure, per altri tribunali e/o sezioni distaccate o uffici del GdP (parimenti a quello di Molfetta) pare si sia trovata una soluzione alla soppressione, imponendo de facto il rispetto completo dei criteri contenuti nella delega al Governo per ridisegnare la nuova geografia giudiziaria. Forse, sarebbe bastato mantenere gli uffici giudiziari submetropolitani per decongestionare il tribunale metropolitano, anche con l’ampliamento dei relativi territori.  
Tuttavia, di fronte al malumore dei sindacati, della categoria di settore, dei partiti e dei cittadini, il Parlamento potrebbe rivedere le discutibili scelte operate dal Governo, perché la soppressione dei tribunali non può essere dettata da elementi puramente discrezionali e sganciati da qualsiasi criterio. Ad esempio, in alcuni casi è stata garantita la presenza di tribunali di piccole dimensioni e per territori con una bassa densità demografica (produzione sottodimensionata), scegliendo di eliminare tribunali di grandi dimensioni territoriali con una produzione voluminosa. 
Il ministro della Giustizia, Paola Severino, ha aperto a un decreto correttivo nel caso in cui la revisione della geografia giudiziaria italiana si mostri errata e negativa. Ma è troppo poco, perché un passo indietro a soppressione avvenuta, potrebbe rivelarsi inutile. Si aspettano le prossime problematiche evoluzioni e acrobazie tecniche del Governo Monti.
 
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