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Torna in libertà Palmiotti, presidente della Multiservizi di Molfetta
30 ottobre 2005

MOLFETTA - 30.10.2005 E' tornato in libertà Michele Palmiotti, 50 anni (nella foto) presidente della Molfetta Multiservizi, proprio mentre il sen. Antonio Azzollini di Forza Italia, in qualità di parlamentare di Forza Italia, stava chiedendo ai carabineri di incontrare il detenuto ai domiciliari. Palmiotti era stato arrestato nei giorni scorsi nell'ambito dell'operazione by-pass con l'accusa di "favoreggiamento personale aggravato" nei confronti di Saverio Piccininni, soprannominato "Settpont", uno dei capi dell'organizzazione criminale. Come si ricorderà la vicenda aveva come punto di partenza quella che sembrava una normale carrozzeria che serviva come base logistica di un'organizzazione criminale dedita all'estorsione dai proprietari degli automezzi ai quali veniva promessa la restituzione della vettura o del camion, in cambio di denaro (cosiddetto "cavallo di ritorno). Era una vera e propria banda quella che agiva a Molfetta e nel nord barese ed era riuscita a far cadere nella sua trappola anche la "Multiservizi Spa", società a partecipazione comunale, che avrebbe pagato un "pizzo" di 800 euro senza denunciare l'estorsione. A capo dell'organizzazione c'era un detenuto in semilibertà, Saverio Piccininni di 41 anni, che aveva come braccio destro Michele La Forgia di 54 anni. Su Palmiotti pesa anche l'accusa per un presunto "voto di scambio" posto in essere attraverso la promessa di un posto di lavoro per la moglie di Piccininni, in "cambio" di voti elettorali. Ora il Gip del Tribunale di Trani, Michele Nardi, dopo l'interrogatorio di garanzia, ha ritenuto che siano cessate le "esigenze di custodia cautelare in relazione al reato di favoreggiamento". Palmiotti, ex consigliere comunale di F. I., si è difeso affermando di aver mentito sull'estersione per timore del Piccininni, quindi ha ammesso il reato, ma ha aggiunto di non aver pagato alcuna somma di denaro. Il presidente della Multiservizi avrebbe anche ammesso l'aiuto di Piccininni nella campagna elettorale di Forza Italia, che gli ha permesso l'elezione in consiglio comunale col numero più alto di suffragi del suo partito, ma ha negato di aver promesso posti di lavoro a parenti del Piccininni, come invece sotiene l'accusa, Dott. Giuseppe Maralfa. Il Gip ha chiesto al Pm di allargare le indagini sull'operato di Palmiotti per verificare se l'uomo avesse concesso uomini e mezzi ad una società privata, proprio su richiesta dello stesso Piccininni. Inoltre l'inchiesta si è arricchita della testimonianza di 8 dipendenti della società.
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