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Terra e libertà per il popolo palestinese, no alla guerra, no alle spese militari, venerdì in piazza Principe di Napoli a Molfetta (ore 19)
16 dicembre 2025

MOLFETTA - Purtroppo non c’è pace in Palestina. La pace di Trump è nulla di più che una tregua, peraltro violata numerose volte da Israele, che ha ucciso, dal 9 ottobre 2025, data di stipula dell’accordo, 360 palestinesi.
Le questioni che sono all’origine del conflitto, la fine dell’occupazione e la creazione dello stato palestinese, rimangono irrisolte. Non si sa né come né quando né chi controllerà i processi.
Intanto nella Striscia di Gaza la catastrofe umanitaria ed ecologica causata da tre anni di genocidio è di proporzioni inaudite. I dati ufficiali ci raccontano che, dall’ottobre 2023 fin ad oggi, oltre l’86% delle terre agricole di Gaza è stato distrutto. La popolazione continua a morire di fame e di sete, a causa della distruzione totale di tutte le infrastrutture civili e del blocco sistematico dei convogli umanitari effettuato dai coloni e dall’esercito israeliano.
Intanto in Cisgiordania Israele intensifica la pulizia etnica ai danni dei palestinesi – che chiama eufemisticamente “evacuazione forzata” - utilizzando sia mezzi convenzionali come gli attacchi dell’esercito sia mezzi non convenzionali come le violenze dei coloni armati e completamente fuori controllo.
Tuttavia uno degli effetti perversi della pace di Trump è quello di aver allentato l’attenzione dell’opinione pubblica sulla questione palestinese. Il genocidio di oltre 70.000 palestinesi e la distruzione totale dell’intera infrastruttura statale nella Striscia da parte di Israele - incluse scuole, università, ospedali - sembrano essere state gettate nel dimenticatoio, senza un colpevole.
Purtroppo non è un caso. Il governo sionista ha potuto compiere indisturbato un genocidio di tali proporzioni proprio perché Israele è l’avamposto degli interessi occidentali.
Il governo italiano da fedele servitore degli Stati Uniti non si è sottratto al suo ruolo. É il secondo fornitore di armi a Israele tra i Paesi europei, dopo la Germania, e continua a non riconoscere lo stato di Palestina.
Anche sul fronte interno il governo Meloni fa bene il suo compitino da servo sciocco di Trump. L’Imam di Torino, Mohamed Shahin, è destinatario di un decreto di espulsione, nonostante viva da vent’anni in Italia, soltanto per reati di opinione. Come lui Anan Yaeesh è sotto processo per essere stato membro attivo della resistenza all’occupazione sionista in Cisgiordania, insieme ad Ali Irar e Mansour Doghmosh. Ahmad Salem, arrivato in Italia in cerca di protezione internazionale, è finito invece nella sezione di alta sicurezza del carcere di Rossano Calabro.

 Il nostro governo non si è fatto scrupoli nel far carta straccia della nostra Costituzione che sancisce la libertà di parola e di pensiero e delle tante risoluzioni ONU che dichiarano legittima la resistenza all’occupante.

Anche l’opposizione non è da meno. Fa a gara con il governo nella corsa a chi è più filoisraeliano e atlantista: il senatore Del Rio del Partito Democratico ha presentato un disegno di legge che equipara sostanzialmente antisemitismo e antisionismo.

É chiaro il tentativo di mettere a tacere tutte le voci critiche che vogliono impedire che cada l’oblio sul genocidio e sul regime di apartheid israeliana in Palestina.

Per queste ragioni difendere i diritti del popolo palestinese significa difendere la libertà di pensiero e di opinione in un momento storico in cui la propaganda bellicista ci vuole convincere che siamo alla vigilia di una guerra per giustificare l’aumento indiscriminato delle spese militari, riorganizzando in Italia un sistema produttivo da allineare agli sforzi bellici e che mira a soddisfare le esigenze delle forze armate.

Più spese militari significa impoverire il nostro stato sociale e meno soldi per scuola e sanità!
Saremo in piazza venerdì 19 dicembre per la libertà e il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese, la fine dell’apartheid israeliana, e il riconoscimento dello stato di Palestina.

 Riguarda il nostro futuro e il nostro presente con un governo e un’Unione Europea che ci stanno conducendo verso il baratro. Non staremo a guardare.
FREE PALESTINE.

PALESTINA LIBERA TUTT*.

 

 

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