Tenere vive le radici 33° Convegno dei molfettesi nel mondo
Dai chiu valore alla cultura ca tieni, recitano i Sud Sound System in una delle loro canzoni più apprezzate. La cultura, i valori, le radici ci permettono di sentirci italiani, di appartenere al Paese, anche a diversi silometri di distanza, anche in questo periodo così difficile per l’Italia. Perciò non poteva avere titolo più adatto, “Tenere vive le radici”, il 33° convegno dell’Associazione Molfettesi nel mondo, in corso dal 1 al 10 settembre che ha come protagonisti i molfettesi tornati in patria per la nostra festa patronale della Madonna dei Martiri, festa tra l’altro sentita con ancora più enfasi, se è possibile dai molfettesi emigrati (vedi le processioni che si tengono in tutto il mondo da Sidney ad Hoboken passando per l’America latina). Nella sala Finocchiaro della Fabbrica San Domenico, il convegno dell’Associazione è stato aperto dalle parole di Antonio Caputo, responsabile per le comunità estere che, dopo i diversi ringraziamenti e dopo aver raccontato la storia di suo padre emigrato nel ’49 in Venezuela, ha posto l’attenzione sul numero 33, numero che rappresenta la morte e la rinascita, la fine di un ciclo ma si auspica l’inizio di un altro della stessa Associazione. Desidera infatti che la storia dell’Associazione Molfettesi nel mondo continui con l’aiuto di forza nuove e giovani che reputino importante la salvaguardia della memoria. I molfettesi nel mondo si sono sempre fatti apprezzare, sono stati dei grandi lavoratori e hanno fatto molti sacrifici, ma una volta tornati a Molfetta, inspiegabilmente, venivano trattati male, spiega molto emozionato Marco Vito De Virgilio, presidente dell’Associazione, così è nata l’idea di un comitato che potesse accogliere i molfettesi tornati a casa e che creasse un filo diretto con tutti i nostri concittadini nel mondo. Quest’anno il convegno è dedicato alla figura di Franco Pappagallo. E’ il vescovo della nostra diocesi, Mons. Luigi Martella a parlare di quest’uomo, una persona sempre serena e luminosa, alla pari di Benito Cimillo anche lui deceduto da poco tempo. Il Vescovo ha seguito la scia dei suoi predecessori in questi 13 anni e mezzo di mandato, soprattutto di Don Tonino Bello. Ha viaggiato molto ed ha conosciuto il molfettese “tipo” proprio fuori dall’Italia. Anche lui pone l’accento sull’importanza delle radici nella storia dell’uomo ed annuncia la partenza di un sacerdote da Molfetta, don Massimiliano, per l’Australia dove celebrerà la festa patronale con i nostri concittadini australiani. Chiude il suo intervento affermando che ignorare le radici è la causa di tanti mali, messaggio importante se pensiamo che ormai siamo tutti quanti emigrati. E’ un discorso cuore a cuore quello di Mons. Nicola Girasoli, Vescovo di Egnazia Appula e nunzio apostolico nell’America Latina che in passato ha conosciuto anche il Cardinal Bergoglio, oggi Papa Francesco; ha viaggiato in tutto il mondo ma conosce molto bene la realtà del nostro Paese, oggi è Nunzio Apostolico a Trinidad nelle Antille. Amante della nostra città nella quale ha passato gli anni più belli della sua vita, quelli della giovinezza, mons. Girasoli spiega che la globalizzazione ha creato delle società liquide e delle realtà più regionali che nazionali quindi i flussi migratori, dovuti anche alla crisi, aumenteranno sempre di più ed è per questo che è importante non dimenticare mai dove si è nati. Solo dal 1994, dopo molti sforzi da parte degli italiani nel mondo, esiste la legge della doppia cittadinanza , oggi invece si danno per scontate molte di queste conquiste e molti dei valori invece protetti da chi non vive più in Italia. Il sindaco Paola Natalicchio, anche lei presente insieme ad una rappresentanza delle forze armate, da il benvenuto ai molfettesi nel mondo e rassicura subito tutti affermando che l’Associazione non chiuderà, che si stanno cercando diverse soluzioni in collaborazione con l’Associazione “I love Molfetta” e con quanti vorranno sposare questa causa, magari con delle donazioni. Anche lei, nel suo piccolo emigrante, si sente il sindaco non solo dei residenti a Molfetta ma anche di tutti i molfettesi nel mondo. Nuovo, e ciò la rende orgogliosa, è il dialogo con il sindaco di Little ferry, il molfettese Mauro Raguseo, uomo ormai tenuto d’occhio dalla politica internazionale perché molto capace. Diverse le iniziative che creano un ponte tra Molfetta ed il mondo, ad esempio, il prossimo anno una parte delle luminarie molfettesi solcherà l’oceano, in rotta verso Hoboken. Infine le vedove Pappagallo e Cimillo hanno consegnato in dono un dipinto del noto artista molfettese scomparso Franco d’Ingeo a Mons. Girasoli per ringraziarlo della sua presenza e del suo attaccamento a Molfetta.