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Teatro a Molfetta: “Le ragioni del tempo” all'auditorium Don Bosco
04 maggio 2007

MOLFETTA - Il neonato CGS (Cinecircolo Giovanile Socioculturale) “Don Tonino Bello” ha esordito sulle scene sabato 28 e domenica 29 aprile presso l'Auditorium Don Bosco con l'opera teatrale “Le ragioni del tempo”. Frutto di un originale progetto, pensato e creativamente elaborato dalla giovane regista e sceneggiatrice Anna di Pasquale, esso si è presentata come un'opera sperimentale e corale (gli interpreti sono stati: Giampiero Aniello, Eugenia Capurso, Anna Catanzaro, Nicoletta Favuzzi, Alessia Mirto, Giuseppe Pasculli, Vito Pasculli, Vito Petruzzella, Francesca Tavella). Unico e indiscusso protagonista, al di là di ogni tempo e di spazio, è stato l'uomo, alla continua e infinita ricerca di risposte ai propri complessi perché, proprio come il pastore errante di leopardiana memoria. Sia che esso sia l'individuo pirandelliano che cerca tali risposte scrutando dentro se stesso per trovarvi, infine, nuovi dubbi e interrogativi; o che sia il non-uomo dell'eccidio nazista privo del senso della propria umanità e dignità; sia che si tratti di una donna che riesce, sotto il giogo di un marito padrone, a trovare la strada per la liberazione ed emancipazione; sia che si parli di tutti noi, uomini e donne del post 11 settembre, che viviamo con ansia e paura la nostra epoca, segnata da un apocalittico scontro tra le civiltà e dal dominio dell'America, potenza economicamente egemone, ma culturalmente debole. Questo l'iter di un cammino storico e culturale che viene riproposto sulla scena scandito da quattro momenti cruciali: la psicanalisi (con un Vitangelo Mostarda che si scruta allo specchio attraverso le parole del pirandelliano “Uno, nessuno e centomila”); l'antisemitismo (vissuto e raccontato, tra rabbia e poesia, dal “Se questo è un uomo” di Primo Levi); l'emancipazione femminile (con “Casa di bambola” di Ibsen); la distruttiva dialettica Oriente-Occidente che lacera la nostra attualità (rappresentata da due voci dure e contrapposte: Oriana Fallaci contro Michel Moore). Non un percorso frammentato, però, quello attraverso il '900; ma tenuto insieme dal filo di Alice, fiabesca eroina delle meraviglie che, però, dietro il suo fanciullesco sorriso, coglie a pieno le angosce, le lacerazioni, ma anche le conquiste del nostro tempo. E' lei che, attraverso le filastrocche di una bambina, introduce ai grandi drammi e alle decisive svolte dell'umanità, cercando di offrire la strada più giusta per una possibile via d'uscita. Solo attraverso l'antagonismo dialettico, dunque, l'uomo si muove nel tempo storico, tra errori e traguardi, verso sfide sempre più difficili. Un antagonismo che, però, deve arricchirsi, di volta in volta, di diversità, di reciproche differenze, di alterità; solo così, la potenziale distruttività che esso nasconde dentro di sé, potrà trasformarsi in spinta progressiva e costruttrice del futuro degli uomini e potrà comprendere “a che vale al pastor la sua vita e questo vagar nostro breve”.
Autore: Eugenia Capurso
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