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Tanti interrogativi sul coronavirus
28 marzo 2020

MOLFETTA - Da cittadina comune, che cerca di informarsi, mi pongo alcuni interrogativi ed è urgente trovare risposte certe e che possano rassicurarci.

 Come mai in Italia non si fanno tamponi a tappeto, come hanno fatto in Corea del Sud? Come mai non si prende esempio da paesi che sono riusciti a superare la fase critica, grazie a determinate misure, che sono state molto rigide? 

 Duole dirlo, la dittatura è cosa nefasta ma la rigidità che vi è stata in Cina nei controlli unita alla obbligata disciplina dei cittadini ha consentito di gestire l'emergenza. 

 Nessuno in Cina poteva uscire di casa e ciò che era necessario era consegnato a domicilio. Le sanzioni erano durissime per chi non rispettava le misure restrittive.

 L'Italia ha circa 60 milioni di abitanti, la Cina quasi 1,4 miliardi. 

L'Italia, da due giorni, ha superato, per numero di morti, la Cina.

 Forse vi è troppa lentezza nel prendere misura drastiche e non sufficiente efficacia nel garantirle. 

 L'esercito doveva già essere stato messo in campo per i controlli. A Nizza, per ordine del prefetto, c’è il coprifuoco. A noi si chiedono enormi sacrifici ma a cosa servono se poi si verificano circostanze che favoriscono la diffusione del virus?

 In Corea del Sud i prelievi per i tamponi venivano eseguiti ai cittadini in coda ordinata nelle loro macchine. Era il modo più veloce per farne tanti.

I sistemi di geolocalizzazione e l'uso di applicazioni sul telefono ricostruivano gli spostamenti di chi era trovato positivo.

 Fare tamponi a tappeto significa individuare sia chi è già ammalato, sia gli asintomatici positivi, ognuno di loro è vettore del virus, scoprirne un positivo vuol dire evitare che dieci persone si ammalino. 

 In Veneto già da diversi giorni il governatore Zaia ha annunciato di voler percorrere questa strada, senza badare a costi, poiché i costi dei ricoveri sono più alti e poi quanto più la persona non sa di essere positiva tanto più fa aumentare i contagi.

 Perché le persone che lavorano a stretto contatto con il pubblico, come avviene nei supermercati, non vengono sottoposti a regolari controlli? 

Nel mio quartiere c'è una sola salumeria, tutti i suoi abitanti passano per questo luogo e dunque il salumiere è molto più esposto al contagio e potrebbe veicolarlo.

 Perché il personale sanitario, che è quello che corre rischi più di tutti, non viene periodicamente controllato? Non solo per un rischio individuale ma perché potrebbe essere vettore di contagio per l'intera struttura ospedaliera, dove ci sono altri reparti e pazienti in stato di debilitazione.

 Perché, come suggerisce l'organizzazione mondiale della sanità e come stanno facendo le regioni più colpite, non si ospitano i malati in ospedali solo dedicati al Covid-19, per contenere il contagio, svuotando i reparti contigui e trasferendoli in strutture distanti? 

 In Puglia non ci sono ospedali esclusivi, sono state riservate ale o padiglioni di una stessa struttura al Covid-19 in contiguità con altre strutture e dunque altri reparti, come al policlinico di Bari o al Miulli di Acquaviva.

 Perché nelle zona più colpita si vuole impedire alle persone di correre e di passeggiare ma poi si lasciano le fabbriche aperte?

C’è una salute di serie A e di serie B? I dipendenti pubblici non devono ammalarsi e gli operai?

Il parlamento è chiuso e l’Ilva è aperta.

 Non ce la faremo così, hanno detto i medici cinesi, perché ci sono ancora troppi spostamenti, il picco stenterà ad arrivare e si potrà arrivare fino all’estate, seppur non con misure così restrittive. Lo afferma il Dott. Lopalco, intervistato da Repubblica e richiamato in Puglia a dirigere la task-force contro l’emergenza Covid-19.

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