Svolta per il Piano regolatore
Approvato dal Cur, ora passa alla ratifica della giunta regionale e del consiglio comunale
di Giulio Calvani
Pare proprio che finalmente si sia giunti ad una svolta importante per la definitiva approvazione da parte della Regione, del Piano Regolatore Generale della nostra città. Voci ufficiose si rincorrevano da tempo, ma solo giovedì 9 dicembre si è avuta la definitiva conferma del fatto che il Cur (Comitato urbanistico regionale) ha terminato la fase istruttoria relativa al PRG di Molfetta, approvandolo nella sostanza e sciogliendo ogni riserva a riguardo. A questo punto mancano davvero pochi passaggi, per lo più d’ordine formale, prima che il Piano possa divenire pienamente esecutivo. Infatti, archiviata questa fase che ha comportato quasi tre anni di lavoro e che è consistita in un’analisi attenta e puntuale, da parte del Cur, del principale strumento urbanistico di cui Molfetta intende dotarsi, al fine di verificarne la fondatezza e le compatibilità, adesso si attende il pronunciamento (in sostanza una presa d’atto) da parte della Giunta Regionale ed infine la definitiva approvazione da parte del Consiglio comunale.
Un decisivo passo avanti
Davvero si è nell’immediata vigilia di un appuntamento che si potrebbe definire storico per la nostra comunità. Non può sfuggire a nessuno infatti l’importanza che assume questo atto di pianificazione, vero e proprio volano per la ripresa del settore edile nella nostra città, ormai bloccato da oltre un decennio. Questa lunga paralisi ha determinato una situazione gravissima, che è sotto gli occhi di tutti, sul fronte della casa, consentendo un innalzamento incessante e progressivo dei prezzi delle abitazioni, all’interno di un mercato assolutamente anomalo e inaccessibile per i più, costretti, contro il proprio volere ad emigrare nei paesi viciniori. La speranza è che questa emorragia di molfettesi sia giunta al capolinea dal momento che la ripresa delle costruzioni e la conseguente maggiore offerta di case sul mercato, per una basilare legge dell’economia, farà da calmiere ai costi degli appartamenti.
Solo poche correzioni al piano
E’ difficile a questo punto dire se siano state mosse eccezioni al Piano così come presentato dal Comune di Molfetta, e se sì a cosa siano riferibili: bisognerà attendere ancora qualche giorno, ma dalle indiscrezioni trapelate pare vi siano solo prescrizioni lievi e una questione sollevata sul regime di tutela della Lama. Ma nel complesso si dovrebbe trattare di dettagli che non vanno ad inficiare il giudizio, nella sostanza positivo, espresso dal Cur.
Grande soddisfazione, e non poteva essere diversamente, è stata espressa dal sindaco Guglielmo Minervini, il quale fece del problema della casa uno dei punti principali della sua campagna elettorale: “Decisione di rilevanza storica. Con questo atto amministrativo possiamo dire di chiudere una delle emergenze strutturali più drammatiche della città. Si creano finalmente le condizioni perché anche questo mercato a Molfetta ritorni ad essere normale, e non alterato, e perché il settore economico dell’edilizia possa riprendere in maniera equilibrata ed armoniosa, non più monopolistica, la sua funzione importante senza per questo soverchiare tutte le altre attività economiche, dal momento che il processo di ripresa produttiva si è irreversibilmente avviato”.
Smentiti i catastrofisti
La decisione appare ancora più importante perché c’era qualcuno che continuava a ripetere che questo Piano non poteva essere approvato perché deficitario e inadeguato?
“Questo è il secondo elemento di grossa soddisfazione - aggiunge Minervini - legato più direttamente alla nostra vicenda amministrativa. Di questo piano si era detto tutto: incompleto, sbagliato, inapprovabile. Bene questa è la dimostrazione ulteriore, laddove ve ne fosse bisogno, che il lavoro era stato condotto con la massima attenzione ai molteplici aspetti che coesistono in una azione complessa come quella della pianificazione. E’ un PRG che dà una prospettiva equilibrata di crescita alla città, in cui sia le istanze di tipo residenziale sia quelle di tipo economico, insieme a quelle irrinunciabili di tutela ambientale, sono adeguatamente poste in una giusta relazione. Se poi si aggiunge che è uno dei primi piani di nuova generazione, in cui il criterio ispiratore è quello di un rigoroso principio di equità nella distribuzione dei vantaggi derivanti dalla trasformazione del territorio (il principio del comparto), mi sembra ci siano valide ragioni per potersi dire soddisfatti, perché ciò significa che le procedure sono state portate avanti in modo trasparente e corretto e, dal punto di vista urbanistico, assolutamente adeguate”.
Il Piano ora, dopo l’approvazione da parte della Giunta Regionale, dovrà passare di nuovo in Consiglio comunale: le fibrillazioni che oggi attraversano la maggioranza che sostiene quest’amministrazione, possono costituire un ostacolo per la definitiva conclusione dell’iter?
“Normalmente quando ci sono obiettivi di grande valenza per la città da raggiungere, di tipo amministrativo, le fibrillazioni politiche sono indotte a rientrare: di fronte a questi risultati un senso forte e concreto di partecipazione alla risoluzione dei problemi, spesso costituisce un forte collante. In questo senso credo che il Piano possa giovare alla crisi”.
Approvazione a tempo di record
A che cosa è da addebitare il ritardo per l’approvazione, visto che il PRG è rimasto fermo alla Regione da quasi tre anni? C’è stato un certo ostruzionismo politico?
“No, di questo credo che non si possa parlare. Sicuramente non c’è stata una gestione di tipo strumentale o fazioso della massa di Piani che attendono di essere approvati, anche perché l’assessore regionale Tina Fiorentino ha stabilito un rigido criterio cronologico nell’esame dei Piani, eliminando ogni discrezionalità. I ritardi sono dovuti sostanzialmente al fatto che la struttura burocratica della Regione Puglia è largamente insufficiente rispetto alle esigenze di trasformazione del territorio che si levano: coesistono un impianto normativo abbastanza vetusto e antiquato, ed un apparato burocratico del tutto carente. Comunque nel nostro caso i tempi di attesa sono stati ben al di sotto della media. Quasi un tempo da record, determinato forse anche dal fatto che la bontà delle nostre scelte ha determinato una facile e agevole istruttoria”.
Le gru quindi sono prossime ad innalzarsi?
“Credo che con questo passaggio si entri definitivamente nella fase operativa. Possiamo ben dire di essere, rispetto all’apertura dei cantieri, ad una distanza quantificabile in pochi mesi”.
Con tutte le conseguenze positive che ne deriveranno. Nel nuovo millennio.