MOLFETTA – “La vera tragedia nel nostro Paese – parole della Cub-Trasporti, Sindacato della Gente di Mare di Molfetta - è rappresentata da una classe politica inetta ed arraffona, pronta solo a mettersi in fila sui banchi parrocchiali di turno. Un Paese impoverito e portato allo stremo, ai limiti della sopravvivenza, con un debito pubblico stratosferico, che ha speso e continua a spendere risorse e danaro in opere faraoniche ed inutili o incompiute, cattedrali nel deserto, a fini esclusivamente politico-elettorali e di finanziamento occulto ai partiti, ed alle varie caste che detengono il potere”
“Tra le cause principali della grave tragedia di Genova – secondo il sindacato dei marittimi - che ancora una volta chiede un penoso tributo ai lavoratori, vi è una realtà nascosta che solo oggi viene resa nota: le navi escono dai moli in “retromarcia” e fanno una manovra evolutiva per uscire dal porto perché l’altro sbocco è inagibile a causa dei bassi fondali che da venti anni (VENTI ANNI) non sono dragati. Ma è mai possibile – si chiedono i responsabili del Sindacato - che un porto internazionale come quello di Genova debba operare in queste condizioni e noi a Molfetta ci siano permessi il gran lusso di buttare a mare (BUTTARE A MARE) centinaia di milioni di euro per fare un inutile porto, solo per soddisfare le mire elettorali del nostro ex sindaco?”
"Bene, noi invitiamo i marittimi a ricordare quello che abbiamo fatto negli ultimi tre-quattro anni: cortei, manifestazioni, convegni, dibattiti, comunicati stampa, tutto per dare un segnale alla politica affinché si interessasse del settore, creando occupazione e lavoro, ma non siamo stati degnati di attenzione né mai ricevuti dal nostro sindaco-senatore-presidente, tanto che per poter parlare con qualcuno della passata amministrazione abbiamo dovuto letteralmente occupare la Sala Giunta del Comune: ed alla fine solo promesse mai mantenute. Abbiamo perciò continuato la nostra strada da soli, creando a Molfetta l’unico sindacato di marittimi che pensa alla soluzione dei problemi, ed aprendo un patronato nel settore, slegati da logiche politiche e clientelari, ma soprattutto senza essere a “libro paga” di nessuno. Ricordatelo quando sarete nella cabina elettorale."