Sui fiumi di Babilonia. 6.000 profughi del Kosovo alla porta
Un libro di don Carmelo La Rosa - Ed. “la meridiana”
La guerra in Kosovo. A volte sembra così lontana, soppiantata nel nostro immaginario alimentato dai mass media da altre guerre, da altri massacri sanguinosi più recenti. Eppure, nonostante si siano spenti i riflettori della stampa e delle televisioni di tutto il mondo, il Kosovo non è una terra veramente pacificata, ma ospita tuttora semi di odio e di ingiustizia degni di attenzione, perché sono i veri
presupposti delle guerre di domani, insieme al perdurante commercio di armi, a cui noi italiani forniamo un contributo elevatissimo.
Lasciamoci allora provocare dalla voce di un testimone, don Carmelo La Rosa (“Sui fiumi di Babilonia. 6.000 profughi del Kosovo alla porta” ed. “la meridiana”, collana Paginealtre pagg.80 - £. 10.000), un sacerdote da anni missionario in Albania, per di più molto noto nella nostra città per il suo operato missionario e per aver fatto udire più volte la sua voce attraverso il settimanale diocesano “Luce e Vita”. Don Carmelo, sotto forma di agili pagine di diario, racconta l’arrivo massiccio di profughi kosovari nella sua diocesi albanese di Mamurras, all’inizio dei bombardamenti Nato. Un esodo dalle dimensioni bibliche, che vede oltre 6.000 persone naufragare alla ricerca di rifugio e di pace in un territorio già povero e provato.
Una riflessione “alta” quella proposta dal libro, che ricerca i valori del Vangelo nella generosità di chi accoglie e nella disperazione di chi chiede. Ma soprattutto un tentativo di documentare il dramma lontano di un popolo e di leggere con uno sguardo di fede una realtà che diventa contemplazione dei volti ma allo stesso tempo accusa grave e terribile a chi della violenza ha fatto la propria bandiera e dell’indifferenza il recinto che protegge le proprie insicurezze.
Elisabetta Ierimonti