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Successo della manifestazione degli studenti a Molfetta. Quindici dà voce al dibattito dei giovani Oggi sciopero generale contro la Gelmini. L'onda non si ferma
30 ottobre 2008

MOLFETTA - Gli studenti molfettesi che hanno scelto la via di una protesta legale al decreto Gelmini ieri sera hanno vinto la loro ultima sfida. Erano ancora centinaia, nonostante non ci fossero lezioni da saltare e nonostante la speranza di cambiare una legge “sbagliata” si fossero infrante già in mattinata con il voto del Senato che ha dato corso alla Legge 133. I ragazzi in questi giorni hanno messo da parte l'idea di occupare gli istituti scolastici, preferendo manifestare il proprio dissenso per le strade, cercando di sensibilizzare la cittadinanza e ci sono riusciti visto che c'erano anche adulti, non solo provenienti dal mondo della scuola ieri al loro fianco. Ritrovarsi di sera prima per una fiaccolata per le vie della città e poi per un approfondimento e un dibattito con gli esponenti delle forze politiche locali all'Auditorium Madonna della Pace è andato contro i luoghi comuni e contro l'indifferenza anche di certa stampa che in questi giorni ha espresso soltanto giudizi affrettati e non ha seguito da vicino le tappe della contestazione giovanile. I ragazzi si sono autotassati, hanno prenotato la sala e chiesto a noi di “Quindici”, che da sempre abbiamo offerto ampio spazio alle scuole e anche in questa occasione abbiamo raccolto passo dopo passo la voce degli studenti, di moderare un dibattito che si annunciava “acceso” per la presenza anche degli esponenti del Pdl, che si sono espressi in difesa della riforma. Il confronto è stato serrato ed è partito dal tema dei tagli all'università, argomento vicino agli studenti delle scuole superiori che nei prossimi anni dovranno fare i conti con gli effetti di questi cambiamenti. Giacomo Piepoli, di Azione universitaria e Giacomo Rossiello di Alleanza Nazionale, hanno in prima battuta spiegato le ragioni dei tagli “necessari” agli sprechi e la positiva “libera apertura degli Atenei alle fondazioni private che creano un ponte con il mondo del lavoro” (Nella foto Giacomo Piepoli, Giacomo Rossiello, il moderatore Michele de Sanctis di "Quindici", Francesca Lunanova e Gianni Porta). Francesca Lunanova, del Partito Democratico, ha contestato questa impostazione sottolineando che gli investimenti privati soprattutto al Sud sarebbero ridotti per la mancanza di grandi imprese in grado di finanziare la ricerca universitaria, che comunque finirebbe per penalizzare gli studi umanistici che non offrono un immediato profitto. Poi è stata la volta di Gianni Porta di Rifondazione che ha contestato prima nel “metodo” e poi nel “merito” il decreto Gelmini ma soprattutto i tagli operati dalla Finanziaria di Tremonti che “ha finito per penalizzare sempre le voci di spesa dello stato sociale”. E' stato difficile tenere a freno gli interventi dei ragazzi che, dimostrandosi preparati sugli articoli del testo di legge, hanno contestato punto per punto le argomentazioni dei sostenitori del decreto e sono stati i veri protagonisti della serata non solo con domande ma anche con interventi articolati. In sala erano presenti studenti universitari ma anche docenti e maestre così il dibattito è scivolato sui temi della riforma riguardanti la scuola primaria: il maestro unico, la contrazione delle ore di lezione e le classi “ponte” per gli alunni stranieri. Ne sono stati contestati i principi, “l'assenza di un modello pedagogico di riferimento” che giustifichi il ritorno al maestro unico, la componente ideologica che passando per “grembiulini e voti di condotta vuole educare un popolo di scolari obbedienti”. Tante le voci e tanti gli argomenti che alle 22 quando era tutto finito gli ultimi ancora si animavano in discussioni. Oggi sciopero generale, poi chissà qualcuno ha evocato il referendum. Ma una cosa anche a Molfetta è apparsa chiara: la nuova generazione ha smesso di essere “quieta” e “l'onda anomala” non accenna a fermarsi.
Autore: Michele de Sanctis
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Ai giovani tutti, destra e sinistra. Ballata delle madri Mi domando che madri avete avuto. Se ora vi vedessero al lavoro In un mondo a loro sconosciuto, presi in un giro mai compiute d'esperienze così diverse dalle loro che sguardo avrebbero negli occhi? Se fossero lì, mentre voi scrivete Il vostro pezzo, conformisti e barocchi, o lo passate a redattori rotti a ogni compromesso, capirebbero chi siete? Madri vili, con nel viso il timore Antico, quello che come un male deforma i lineamenti in un biancore che li annebbia, li allontana dal cuore li chiude nel vecchio rifiuto morale. Madri vili, poverine, preoccupate che i figli conoscano la viltà per chiedere un posto, per essere pratici, per non offendere anime privilegiate, per difendersi da ogni pietà. Madri mediocri, che hanno imparato con umiltà di bambine, di noi, un unico, nudo significato, con anime in cui il mondo è dannato a non dare né dolore né gioia. Madri mediocri, che non hanno avuto Per voi mai una parola d'amore, se non d'un amore sordidamente muto di bestia, e in esso v 'hanno cresciuto, impotenti ai reali richiami del cuore. madri servili, abituate da secoli A chinare senza amore la testa, a trasmetter al loro feto l'antico vergognoso segreto d'accontentarsi dei resti della festa. Madri servili , che vi hanno insegnato come il servo può essere felice odiando chi è, come lui, legato, come può essere, tradendo, beato, e sicuro, facendo ciò che non dice. Madri feroci, intente a difendere Quel poco che, borghesi, possiedono, la normalità e lo stipendio, quasi con rabbia di chi si vendichi o sia stretto da un assurdo assedio. Madri feroci, che vi hanno detto: Sopravvivete! Pensate a voi! Non provate mai pietà o rispetto per nessuno, covate nel petto la vostra integrità di avvoltoi. Ecco, vili, mediocri, servi, feroci, le vostre povere madri! Che non hanno vergogna a sapervi - nel vostro odio- addirittura superbi, se non è questa che una valle di lacrime. E' così che vi appartiene questo mondo: fatti fratelli nelle opposte passioni o le patrie nemiche, dal rifiuto profondo a essere diversi: a rispondere del selvaggio dolore di essere uomini. ( Pier Paolo Pasolini )

Ho avuto la fortuna di essere presente, in parte alla riunione di ieri sera. Mi complimento con gli Organizzatori, per essere stati capaci di riunire, praticamente tutte le "anime" della vicenda. Mi ha fatto particolarmente piacere constatare che: 1) I così definiti drogati, perdigiorno, depravati, fumatori di spinelli, incoscienti, perdigiorno e sera nei loro ritrovi e quant'altro, forse ...non erano presenti ieri sera, "occupati" a fare quello di cui li si accusa, forse a torto. Io ho visto una sala piena di gioventù bella, allegra, spensierata ma cosciente della solennità del momento, coscienti di quello che auspicano, partigiana - ma che cosa vogliamo che si opponga all'arroganza di Gente che, in nome di un sedicente mandato riceuto dagli Elettori, se ne infischia degli altri di Elettori e va avanti come un "bull dozer", a forza di degreti e voti di fiducia, in una situazione parlamentare bulgara, non per i consensi realmente ottenuti, ma per i "fringe benefit" legati alla sciagurata legge elettorale - Porcellum - così definita persino dal suo Estensore! 2) Che quello che presumevo, e cioè che non è un caso di impazzimento generale di adulti e meno adulti, ma è un sentire comune per un possibile "salto nel buio", di cui non si vede la necessità e men che meno l'utilità. C'erano molti Genitori con prole e più anziani, forse in solidarietà con i propri figli adolescenti. 3) C'era una nutrita rappresentanza di Docenti, probabilmente non quanti se ne auspicava, anche di varia intellettualità. Veniamo alle impressioni dopo l'ascolto delle varie posizioni. Il PdL, presente con G. Piepoli che ha aperto sostenendo che lo scopo della 133 è anche quello di ridurre "gli sprechi" nel mondo accademico. (che sprechi ve ne siano, è cosa acclarata; che sia questo il modo di ridurli...mah, non sono un esperto, ma non mi pare sia quello scelto il metodo giusto). A proposito degli sprechi, mi ha colpito una frase: sic - in Italia abbiamo 150.000 docenti, in Europa solo 90.000, quindi....! L'assurdità di questa affermazione può essere duplice, mi spiego: prendiamo per vero il numero di docenti italiani (qualcuno, un Docente, l'ha fortemente ridimensionato parlando dell'esistenza, SOLO QUI DA NOI!, di 40.000 insegnanti di RELIGIONE!!! inesistenti altrove). Prendiamo i 90.000 in Europa (sic), non so se Piepoli si riferiva al numero totale esistente nei... diciamo 15 Paesi, il che farebbe circa 6.000 dcocenti a Paese: assurdo. Allora, per un "lapsus linguae" forse ha omesso di specificare che i 90.000 rappresentano la media nei, diciamo, 15 Paesi. Piepoli, una piccola osservazione, e cioé nei 15 vi sono il Lussemburgo, l'Olanda, il Belgio, l'Austria, il Portogallo, e mettiamoci anche la Grecia. Non vorrai farmi intendere che in Lussemburgo vi siano, ad esempio, 90.000 Docenti; Noo!. Allora lo stesso discorso vale per gli altri "piccoli" Paesi citati (piccoli ovviamente solo per estensione territoriale e per popolazione), pertanto, a conti fatti potrebbe essere corretto dire che in Lussemburgo vi saranno, per esempio 10.000 docenti, in Austria 45.000, in Olanda 40.000, e così via. Così, la media di 90.000 varrà perché avremo che in Francia, in Germania, in Spagna, con popolazioni ben più cospicue, vi saranno ben più che 90.000 addetti all'educazione (gli Italiani, negli anno sessanta, ..."mangiavano un pollo a testa"!). All'asilo della mia nipotina - mia figlia vive e lavora a Francoforte s.M.- nella sua classe vi sono tre giovani adorabili signore che si occupano, a tempo pieno di 18 piccoli, deliziosi demonietti). In Italia avremmo quindi 110.000 Docenti che si occupano di quanti milioni di discenti... fa un po tu il conto. Le Fondazioni nei C.d.A. o come si chiamano delle Università. Buona cosa, ma secondo il mio inqualificato parere, la presenza dovrebbe essere marginale, per non creare "ghetti" (uso un termine improprio, non avendone un altro più consono) di eccellenza, a tutto discapito dei Discepoli "normali" (un pò come è adesso con le cariche erditarie dei Baroni e di coloro che conoscono l'uomo giusto al posto giusto). Non è questo il modo per promuovere l'eccellenza nei Giovani, anche perché, mi risulta da diverse situazioni a mia conoscenza, che già adesso, e GRATIS per le Aziende che lo fanno, queste "scelgono fior da fiore" fra i Laureati dei vari corsi, dotati cursus accademico particolarmente buono. Da come da profano - non sono neanche Laureato, ma sono un comune mortale - la vedo io, questo è un "escamotage" piuttosto torbido, che non mi piace, almeno come motivazione fondante di tutto sto pò pò di macello. Gli interventi di G. Porta, pur molto acuto e razionale, aveva la medesima connotazione (opposta) ideologica di Piepoli. E' stato molto interessante ed appassionante l'intervento di F. Lunanuova, che veniva "toccata" dalla 133, in modo diretto. Non ho sfortunatamente opinioni per l'intervento di G. Rossiello - sarà certamente stato all'altezza degli altri, perchè, per motivi personali ho dovuto lasciare il Consesso. Spero che nel Forum, qualche Partecipante ne dia cronaca, insieme alla parte dedicata alla scuola primaria.



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