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Studenti in piazza per un diritto allo studio in Puglia contro il presidente Emiliano che promette e non mantiene. Proteste in tutt’Italia contro il governo Salvini Di Maio: a Torino bruciati manichini
I manichini di Salvini e Di Maio bruciati in piazza dagli studenti
13 ottobre 2018

BARI – Ieri in tutta Italia ci sono state manifestazioni di studenti, che di fronte ai gravi problemi che li vedono vittime della mancanza di lavoro e futuro, stanno cominciando a reagire con determinazione contro il cosiddetto governo del cambiamento Salvini-Di Maio, e in puglia contro il governatore Emiliano.
Nelle province pugliesi 10mila studenti sono scesi in piazza per rivendicare il diritto ad un’istruzione gratuita e di qualità, ad un sistema di diritto allo studio efficiente, per un’alternanza scuola-lavoro realmente formativa e che non si traduca in ore di sfruttamento da parte delle aziende ospitanti, per la costruzione di una carta di cittadinanza studentesca per i soggetti in formazione.

“Da tempo denunciamo le falle del sistema di diritto allo studio regionale: il Governo Emiliano continua a dire di considerare il diritto allo studio come una priorità del proprio mandato ma, ad oggi, ancora molto poco è stato fatto in questo senso nonostante le opportunità avute in questi anni. Abbiamo inondato le piazze pugliesi per pretendere il finanziamento della Legge Regionale per il diritto allo studio (L.Reg. 31/2009) che prevede numerose forme di welfare per gli studenti e le studentesse delle scuole superiori, per contestare il decreto "scuole sicure" del Ministro Salvini attraverso il quale, con 2,5mln di euro, si finanzia l'acquisto di maggiori telecamere di videosorveglianza e assunzioni di nuovo personale di polizia. Le vere scuole sicure sono quelle che non ci crollano addosso. Basta promesse e slogan sulla nostra pelle, i soldi ci sono, ciò che manca è la volontà politica del Presidente Michele Emiliano e dell’Assessore Sebastiano Leo: da oggi siamo in stato di agitazione permanente in tutto il Paese” dichiara Davide Lavermicocca, Coordinatore dell’Unione degli Studenti Puglia.

“E’ necessario che la Regione Puglia riconosca i “soggetti in formazione” come soggetti attivi e fondamentali nelle politiche di sviluppo regionale; chiediamo che sostenga azioni volte a rendere effettivo il diritto allo studio e all’apprendimento per tutta la vita, promuovendo interventi atti a rimuovere ostacoli alla piena fruizione del diritto stesso, rendendo effettivo per tutti il diritto di accedere ai più alti gradi di istruzione e formazione. Chiediamo che la Regione promuova e supporti una Carta di cittadinanza attraverso la quale si permetta a tutti i soggetti iscritti ai percorsi di formazione secondaria, professionale, universitaria, ITS o AFAM, all’interno della Regione Puglia, a prescindere dalla propria città di residenza, di poter accedere a servizi che gli permettano di vivere la propria città come protagonista e non come ospite (dai trasporti al monitoraggio dei canoni di locazione, dall’accesso ai luoghi della cultura ai posti alloggio per i borsisti Adisu). Oggi abbiamo lasciato simbolicamente una riproduzione della nostra proposta di Carta di cittadinanza studentesca sotto la sede del Consiglio Regionale pugliese per richiedere un'immediata approvazione di questa misura. E’ inaccettabile che la politica continui a non farsi carico dei nostri bisogni e delle nostre istanze: in questa Regione serve una scossa” conclude Sara Acquaviva.

 La protesta ha accomunato numerose città dello Stivale, a partire da Torino e Monza fino ad arrivare a Palermo e Catania, passando per Roma e Napoli.

La protesta riguarda i problemi legati alla qualità dell’istruzione ed ai costi insostenibili sia nelle scuole che a livello universitario, fino alle pesanti critiche relative ancora una volta alle politiche nazionali sulla questione immigrazione e accoglienza.

 “Oggi siamo in piazza perché subiamo l'ingiustizia quotidiana di costi economici insostenibili per studiare. La manovra finanziaria annunciata dal governo ignora i problemi degli studenti, non prevede maggiori risorse per il diritto allo studio né per la qualità della formazione o per la ricerca. Da Nord a Sud, saremo in stato di agitazione permanente nelle scuole e nelle università finché non avremo risposte risposte concrete dal governo nazionale mentre ad oggi Bussetti rifiuta di incontrare le rappresentanze studentesche”. Queste le parole del coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza Giacomo Cossu.

Numerosi gli striscioni e i cartelli contro il governo, come “Una scuola sicura è antirazzista e antifascista” o “Lega Salvini e lascialo legato”. Nella piazza Castello a Torino, inoltre, sono state affisse su dei lampioni alcune immagini dei vicepremier, poi imbrattate di vernice rossa, a simboleggiare le morti in mare che vengono loro imputate per le politiche sull’immigrazione tanto contestate nei cortei.

“Il corteo termina a Palazzo Nuovo in assemblea, oggi abbiamo dimostrato che nessuno ci può fermare, ci siamo ripresi i nostri spazi contro un governo repressivo e le sue politiche di discriminazione. Daje regà ci vediamo nelle piazze e nelle strade!”, è il commento trionfante su Facebook del Kollettivo Studenti Autorganizzati (Ksa) di Torino, protagonista nell’organizzazione della protesta.

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