Storia di Rosy e Willy, mamma e figlio: due cani innocui del quartiere Madonna della Rosa a Molfetta, che qualcuno vuole rinchiudere nel canile
Amati dagli abitanti del quartiere che hanno organizzato una manifestazione con la Lega del cane
Rosy e Willy
MOLFETTA - “L’amore per gli animali è l’essenza stessa dell’amore per la vita”.
Potremmo imbatterci in tante altre citazioni ma il concetto rimarrebbe identico: ciò che dà valore aggiunto all’uomo, è il rispetto e l’amore per gli animali.
Una madre e suo figlio, liberi e nati liberi, che meritano rispetto. Potrebbe essere l’input di una storia di una donna e suo figlio, ma Rosy e Willy sono cani.
Per loro un gruppo di cittadini ha risposto alla chiamata della Lega del Cane ed ha aderito alla pacifica manifestazione per ribadire la non pericolosità di questi esseri.
Amati, curati, seguiti, nutriti dalla Lega del Cane e dai residenti del quartiere a ridosso della Chiesa Madonna della Rosa a Molfetta, Willy e Rosy hanno la colpa di cercare affetto e carezze.
Spesso si uniscono alle passeggiate mattutine e serali con amici umani e con i loro amici a quattro zampe, non chiedendo altro se non compagnia. La loro casa è il quartiere, la vicina lama Martina, i campi prospicienti la chiesa Madonna della Rosa.
Sono esseri buoni, miti, puri solo come un cane può esserlo.
Eppure ci sono persone che ne hanno timore e che hanno presentato segnalazioni alle autorità competenti, volte a catturare Willy e Rosy per chiuderli in canile.
Fermo restando il rispetto per coloro che per ragioni personali hanno timori e senza manie di proselitismo, corre l’obbligo comunicare che, a seguito di una perizia redatta da un veterinario comportamentalista, perizia finanziata grazie anche a donazioni libere di alcuni residenti, i cani non risultano pericolosi.
Il randagismo è un problema da affrontare in maniera più approfondita ma la legge quadro n. 281/1991 prevede la sterilizzazione dei randagi dopo la quale, i cani vengono identificati con un microchip e iscritti all’anagrafe canina e rimessi, dopo un periodo di osservazione, nel territorio, ad eccezione di cani giudicati pericolosi, malati o morsicatori.
Mamma Rosy e Willy non lo sono, affermano con decisione i loro amici umani.
Ed è in nostro dovere riportare le dichiarazioni di chi spontaneamente ha voluto partecipare alla manifestazione.
“Chiuderli in canile equivarrebbe a destinarli ad una morte lenta perché sono nati liberi ed amano la loro libertà, pur essendoci famiglie disposte ad adottarli”, dichiarano i partecipanti.
Se guardi gli occhi di un cane, come puoi ancora dubitare che non abbia un’anima? V.H ugo.
E gli occhi di Willy e Rosy non hanno bisogno d’altro.
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Autore: Beatrice Trogu