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Storia della “Gazzetta del Mezzogiorno”
15 ottobre 2020

Il prossimo primo novembre, la Gazzetta del Mezzogiorno compie 133 anni. Li compie nella fase più drammatica per il Paese, per il Sud ma soprattutto per sé stessa. Nonostante questo, da quotidiano istituzionale qual è, nonché il più longevo del Sud, non resta certamente a guardare. Lo dimostra la voglia di continuare a denunciare difetti e limiti tutti nostrani con alla base il concetto di libertà che ha sempre contraddistinto la sua linea, il suo stile. La Gazzetta è ormai paragonabile ad una famiglia nella quale ci si sostiene durante le difficoltà e si festeggiano tutti insieme le vittorie. Vicende personali e collettive si sono susseguite e lo fanno tutt’ora. Tutte hanno in comune un testimone, Nicola Mascellaro, responsabile dal 1966 al 1996 dell’Archivio di documentazione e dei Servizi Tecnici di Redazione. La sua opera “La Gazzetta del Mezzogiorno dal 1887. Storia del Quotidiano più longevo del Sud” ne è la prova. Il libro, settima fatica dell’autore, dimostra come sia possibile raccontare la storia di un giornale. Mascellaro, infatti, non trascura niente e lo fa unendo ad una memoria straordinaria un ineguagliabile patrimonio documentale. Ritagli, riflessioni e spunti quotidiani sono collegati a persone e cose, situazioni ed evoluzioni. Il racconto è accurato ed accorato, tipico di chi per trent’anni ha legato a doppio filo la sua vita alla Gazzetta e non se n’è mai davvero separato. Il percorso tracciato da Mascellaro non può non tener conto degli ultimi difficili sviluppi della storia. La Gazzetta, più in generale l’editoria, sta affrontando forse la sua sfida più grande. Resistere e modularsi nell’era del Web, della velocità, dell’effimero. Grafica e contenuti sono stati migliorati puntando sempre sul giornalismo di qualità. E nonostante il suo destino sia appeso ad un filo, la sua posizione di vertice nel panorama mediatico, on line ed off line, del Sud non è mai stata messa in dubbio. Nata dal sogno di Martino Cassano, amica di sei generazioni di pugliesi e lucani, sopravvissuta alla rivoluzione industriale, alle due guerre mondiali, alla rivoluzione tecnica, alle rivoluzioni tecnologiche dalla fine degli anni Settanta, l’ultimo attacco della rivoluzione digitale sembra volerle mettere irrimediabilmente i bastoni tra le ruote, ma la Gazzetta resiste. Resiste perché megafono di quel Sud che senza questo strumento sarebbe rimasto sempre più muto e negletto. E, ne sono certa, Mascellaro continuerà ad essere amorevole testimone. © Riproduzione riservata

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