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Statuto comunale, vittoria delle donne Riconfermato l'art. 30 sulle “pari opportunità”
15 marzo 2002

“Trionfo delle pari opportunità”: così è stato da più parti commentato il risultato ottenuto nel Consiglio Comunale del 22 febbraio, il quale, in sede di modifiche allo statuto comunale, ha riconfermato all'unanimità la formulazione dell'attuale art. 30. Dunque continuerà ad essere assicurata la presenza delle donne all'interno della Giunta (disposizione che, peraltro, al momento attende ancora di essere attuata!). Nonostante la Comunità Europea affermi che la mancanza di un'equilibrata partecipazione di donne e uomini ai processi decisionali determini un deficit di democrazia e delegittimi le istituzioni, molti consiglieri comunali erano intenzionati a modificare questo articolo dello statuto eliminando l'obbligo della presenza delle donne. Ognuno di loro però ha dovuto ripensarci dopo che tutte le componenti della Consulta Femminile, e non solo, indipendentemente da ideologie ed appartenenze politiche e culturali, hanno condiviso e sostenuto l'importanza della rappresentanza delle donne negli organismi decisionali. L'indagine tra le Associazioni molfettesi proposta dal sindaco, che aveva dubbi sulla convergenza delle donne su questo tema, ha prodotto una schiacciante maggioranza di no (41 su 43) alla modifica dello Statuto. Sulla stessa lunghezza d'onda si sono schierate anche autorevoli personalità molfettesi (tra cui la prof.ssa Gianna Sallustio, scrittrice e poetessa, il dr. Antonio Maralfa, magistrato di Corte D'Appello, la prof.ssa Elena Germano Finocchiaro, docente e Presidente dell'Università della Terza Età, e molti altri), oltre alle Commissioni Nazionale e Regionale per le Pari Opportunità, tutti convinti che la valorizzazione dell'importo delle donne sia un fatto imprescindibile nelle società evolute. Così commenta Maria Sasso (nella foto), consigliera che più di tutti si è battuta perché non venissero apportate modifiche regressive al testo dello statuto comunale: “Le donne rappresentano più della metà della popolazione, del potenziale talento e delle capacità dell'umanità e la loro sottorappresentazione nell'amministrazione dei paesi è una perdita per l'intera società. Una partecipazione equilibrata di donne e uomini nei processi decisionali può produrre differenti idee, valori e stili di comportamento in vista di un mondo più giusto per tutti. Per la comunità europea “la parità tra uomini e donne è un elemento irrinunciabile della dignità umana e della democrazia e costituisce un principio fondamentale del diritto comunitario, delle costituzioni e delle leggi statali, nonché delle convenzioni internazionali ed europee”. E' giusta quindi la strada che abbiamo intrapreso per garantire alla forza delle donne adeguati spazi di espressione e la possibilità di contribuire a definire i valori, le norme e le politiche che regolano la nostra comunità. Grazie a quanti hanno creduto nelle pari opportunità, noi donne abbiamo vinto e solo insieme possiamo continuare il percorso per costruire una società che riconosca senso e valore alla partecipazione delle donne!” Il risultato riportato a Molfetta si pone perfettamente in linea con l'approvazione da parte dell'Aula della Camera della legge costituzionale, che si propone di ampliare l'ambito di applicazione della tutela costituzionale per la parità di accesso alle cariche elettive e agli uffici pubblici. Tale articolo già prevede che “tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge”. Ora viene aggiunto un secondo periodo: “A tal fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini”, il quale dunque rinvia alle leggi ordinarie il compito di indicare strade pratiche per le candidature (non per garantire l'elezione). Ma è noto che, trattandosi di legge costituzionale, è necessario che sia adottata da ciascuna Camera con due successive deliberazioni, ad intervallo non minore di tre mesi, e sia approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione. Pertanto c'è ancora molto da aspettare, ma sarebbe un vero passo avanti nel superamento dell'attuale deficit di democrazia. E poi non si può fare a meno di chiedersi se basterebbe qualche legge a spezzare quell' “ostilità che – sostiene Marina Piazza - nasce dall'impossibilità da parte degli uomini ad accettare le donne”, o se, invece, non si aprirebbe comunque un “conflitto” derivante dal fatto che “per ogni donna che entra c'è un uomo che esce”! Antonella Riefolo
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