“Stanchissimi, ma super felici!”: le testimonianze dei partecipanti della diocesi al “Giubileo dei Ragazzi”
MOLFETTA - Sprizzano entusiasmo da tutti i pori le testimonianze dei ragazzi della nostra diocesi che, negli occhi, hanno ancora le immagini di un’esperienza rivoluzionante che si è appena conclusa e che, inaspettatamente, li ha plasmati, forgiando la loro coscienza di adolescenti con lo sguardo rivolto al mondo.
Esperienza, che ha avuto una forte risonanza mondiale e un impatto straordinario tra i giovanissimi dai 13 ai 16 anni: si tratta del Giubileo dei Ragazzi, antipasto della grande festa della trentunesima GMG (Giornata Mondiale dei Giovani) che si terrà, quest’anno, a Cracovia, dal 26 luglio al 1 agosto, il cui tema sarà “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia”.
Abbiamo incontrato tre dei 50 ragazzi che sono partiti dalla nostra diocesi alla volta di Roma, alcuni già fermamente convinti di quanto questo viaggio li avrebbe segnati, altri trascinati all’ultimo momento, titubanti e sfiduciosi (foto Pastorale giovanile Diocesi).
«Il motivo per cui noi ragazzi abbiamo deciso di partire è unico - spiega Francesco Ursi, al quarto anno del liceo scientifico di Ruvo di Puglia -, nasce dalla necessità di incontrare qualcosa di nuovo e mai visto prima, di fare esperienze che ci permettano di conoscere gli altri! Talvolta ci manca il coraggio di scoprire e andare oltre la nostra quotidianità: ma è fondamentale andare alla ricerca di nuovi orizzonti, perché il futuro siamo noi!«.
«Già dal viaggio verso Roma non sono mancate le sorprese -, spiega Anna Catalano, 14 anni, al primo anno del Liceo Classico, fermamente convinta, sin da subito, di cosa quei giorni avrebbero significato per i settantamila ragazzi presenti, perché due inviati del programma “A sua Immagine”, in onda su Rai 1, ci hanno intervistati». L’esperienza è iniziata con le confessioni in Piazza San Pietro, seguite dalla visita alla Basilica e a Castel Sant’Angelo. «In quella piazza, quel giorno, si respirava “il profumo di Dio”, ma non solo: era palpabile la presenza smisurata dei tantissimi giovani che, nel cuore, avevano le emozioni più disparate. Non dimenticherò mai quel vento intrinseco d’amore... La sera, c’è stato un grande concerto allo Stadio Olimpico, al quale si sono esibiti cantanti del calibro di Lorenzo Fragola, Francesca Michielin, Giovanni Caccamo, Moreno, Deborah Iurato, Shari e i Dear Jack», conclude. Ma il vero entusiasmo dei ragazzi pullula nelle loro descrizioni dell’incontro con Papa Francesco, avvenuto il giorno successivo.
«Il momento più bello è stato ascoltare l’omelia del Papa - confessa Mariateresa Ursi, sempre ruvese, al secondo anno del Liceo Scientifico -, è riuscito con poche parole a trasmettere a noi giovani i valori che un buon cristiano deve avere. Ha ricordato la grande importanza dei rapporti di amicizia che dobbiamo intessere nella nostra quotidianità; dell’amore ha parlato come di un dono, che deve diventare uno scambio reciproco e che è, per chi lo riceve, fonte inesauribile di felicità. Ed è proprio questo amore che dobbiamo sforzarci di testimoniare, perché è questo che determina l’essere un vero cristiano, non una lettura improduttiva del Vangelo».
«Papa Francesco ha parlato dell’amore come della carta d’identità del cristiano: ma un amore concreto, non vacuo o ideale, altrimenti scade in un sentimento “da teleromanzo”. Ci sono delle parole a cui ripenserò sempre nei momenti di difficoltà che incomberanno nella mia vita: Francesco ci ha detto che “nel momento in cui si cade durante la salita, non bisogna mai pensare che sia finito tutto, ma rialzarsi e continuare sui propri passi” - aggiunge Francesco Ursi, dicendo quanta umiltà trasparisse dalle parole del Papa.
«E’ stata un’esperienza ricca di spiritualità e divertimento: noi giovani, abbiamo bisogno di vivere giornate simili a quest’età, perché ci formeranno per sempre, guidandoci nelle relazioni con gli altri e migliorando la nostra capacità di riflettere e pregare», concludono i tre ragazzi.
Ma sono le parole di Francesco, già con le valigie pronte per partire per Cracovia tra pochi mesi, a custodire l’essenza di questo piccolo, ma intenso viaggio.
«La GMG sarà una nuova e straordinaria avventura. Non è solo un’occasione di divertimento, penso di avere l’età giusta per rivoluzionare il pensiero dei miei coetanei sul significato e sul valore della fede e per diventare quella luce che vada ad illuminare le coscienze più scettiche. Voglio essere un testimone per gli altri, ma soprattutto per me stesso».
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