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Spulciando nelle liste: curiosità e furbizie
15 maggio 2006

È complicato contarli tutti, i molfettesi che si son buttati nella mischia per diventare consiglieri comunali. Può bastare sapere che siano pressoché 700. A largheggiare saranno fra un'elezione e l'altra un centinaio quelli che fra sedi istituzionali, di partito e bar si occupano stabilmente di politica, al momento di fare le liste si verifica la moltiplicazione dei pani e dei pesci e spuntano aspiranti protagonisti, destinati per la massima parte la sera del 29 maggio a tornare quello che erano fino alla folgorazione sulla strada di Palazzo Giovine: illustri sconosciuti. Ci sono naturalmente anche dirigenti e militanti dei vari partiti e gli habituè, quelli che si ripresentano puntuali e magari, così, per cambiare, scelgono tutte le volte una lista e, già che ci sono, anche uno schieramento diverso. Non che non si possa mutare idea, ma il trasformismo è diventato endemico e certo non porta chiarezza in un quadro politico che di per sé troppo chiaro non è. A spulciare le 25 liste non mancano le curiosità ed anche le piccole furbizie. I MISTERI DELLE OMONIMIE Per quest'ultimo ambito la “palma d'oro” ci sembra possa andare senz'altro ad Alleanza nazionale che presenta come capolista Francesco Amoruso. Sfidiamo chiunque ad una prima lettura a non ritenere si tratti del deputato biscegliese, sceso in campo a rafforzare un partito un po' in difficoltà dopo gli abbandoni dei più votati alle scorse elezioni, migrati verso collocazioni più allettanti. Si potrebbe dire: ma è l'ordine alfabetico a determinare che proprio un omonimo dell'onorevole sia il primo in lista, capita quando il proprio cognome inizia per la A. No, trattasi proprio di scelta furbetta, perché se si fosse dato retta all'alfabeto il capolista sarebbe stato tale Altomare Pasquale. Insomma, i dirigenti di An sperando che qualcuno ci caschi e voti un Amoruso anonimo, pensando a quello più famoso. Nella lista di Rifondazione si trova, invece, un Giovanni Porta, quasi che ritorni in pista il segretario dimessosi dopo le primarie e il dissenso espresso dal suo partito per il risultato ottenuto. Ebbene, non è lui, ma in questo caso impossibile dire sia stato fatto appositamente, visto che l'ordine alfabetico non è stato stravolto, mica si poteva impedire a questo Porta di candidarsi solo perché omonimo del segretario uscente. DOPPIE OMONIMIE Chi si è occupato di formazione delle liste lo sa bene, meglio evitare di inserire candidati con lo stesso cognome, altrimenti sono pasticci, chi esprime la preferenza dovrà scrivere anche il nome del prescelto, onde evitare che, nell'impossibilità di stabilire a chi attribuirlo, il voto vada disperso. Ebbene, la Margherita deve avere tutti elettori giovani, perfettamente alfabetizzati, con grande dimestichezza con la scrittura, solo così si può spiegare la sfida di mettere in lista ben quattro De Palma e due Amato. Compito arduo per i rappresentanti di lista, dovranno lottare non poco per far sì che a ciascuno tocchi il voto faticosamente conquistato. C'è anche un caso di omonimia nobile, letteraria, addirittura un Alessandro Manzoni, che fra i molti schieramenti “l'uno contro l'altro armati”, ha scelto i Repubblicani europei. I SOPRANNOMI Forse proprio perchè consapevoli di finire in un gran calderone in cui sarà difficile già farsi notare, figuriamoci emergere, alcuni candidati si sono identificati non solo con nome e cognome, visto che su questi le confusioni sono possibili, ma anche per soprannome. Fa simpatia il Gadaleta Corrado del Buon Governo, detto Kirù, ma anche Scardigno Vincenzo dei Comunisti Italiani, che ci tiene a far sapere di essere “detto Topone”, per quanto non ci sia da trascurare anche il Todisco Francesco “detto Sghillo”, che corre per Forza Italia. FRATELLI COLTELLI Forse ce ne sarà più di un caso, ma ci basta citare questo, di famiglie spaccate dalla politica. L'avranno sperimentato i nostri lettori: nell'imminenza di una consultazione elettorale, soprattutto locale, meglio evitare pranzi di famiglia, riunioni di amici o simili, se non si vuole rischiare di rompere qualche vecchio legame, anche di sangue, scoprendosi schierati su fronti opposti. Ci piacerebbe soprattutto sapere come si divideranno i congiunti di Donato Marzano, candidato con i Ds, e del fratello, Angelo Marzano, in lista con Forza Italia. Le elezioni comunali sono anche questo, magari Alessandro Manzoni potrà scriverne e lasciare ai “posteri l'ardua sentenza”.
Autore: Lella Salvemini
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