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SPECIALE REFERENDUM. Soddisfatti a Molfetta i Comitati per l'acqua pubblica. Prudenti alla Fabbrica di Nichi Ci si aspettava di più. Ma è già un grosso risultato nel feudo del centrodestra di Azzollini, che comincia a vacillare
13 giugno 2011

MOLFETTA – Soddisfatti del risultato del Referendum i Comitati promotori.
Ecco le prime dichiarazioni a caldo del Comitato per l’acqua pubblica a Molfetta. «Per Molfetta è un dato rilevante anche se è una delle percentuali più basse. È un dato di assoluto rilievo perché non si tratta di elezioni politiche, ma di un Referendum popolare sui beni di uso comune. E questo è un successo dei comitati, del loro impegno e del loro sacrificio, soprattutto per la raccolta firme, realizzata lo scorso anno».

Quali potrebbero essere i risvolti politici ora?
«E’ una bocciatura del governo, ma ribadiamo che si tratta della vittoria della partecipazione dei cittadini. Si tratta di una vittoria giocata sul terreno di internet e del passaparola per il silenzio dei media nei confronti dei comitati. La vittoria in questo referendum segna uno stop alla privatizzazione, ma non bisogna abbassare la guardia perché le privatizzazioni sono dietro l’angolo, per questo domani mattina ci sarà un presidio, sotto il palazzo della regione, per la pubblicizzazione dell’ACP».
Soddisfatti, ma molto prudenti (forse hanno bisogno di consultare il presidente della Regione prima di fare dichiarazioni alla stampa) sono apparsi invece i giovani della Fabbrica di Nichi a Molfetta, che non hanno voluto rilasciare dichiarazioni a caldo, riservandosi di mandare un comunicato stampa ai media.
Certamente ci si aspettava di più, ma questo risultato nella città feudo del centrodestra di Antonio Azzollini, è già una grossa vittoria e conferma che il suo elettorato non è più così forte, ma comincia a perdere colpi, come avviene in Italia con il Pdl di Berlusconi. La gente comincia a stancarsi anche di Azzollini e del suo immobilismo che sta provocando solo danni a Molfetta. Tra l'altro anche la coalizione amministrativa non è più così compatta e questo sta creando dei problemi al sindaco-senatore. Ora il risultato del referendum spingerà ancora di più l'opposizione interna a chiedere un cambiamento di rotta.
 
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