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SOS tartarughe anche a Molfetta
15 luglio 2009

il Turtle day del Wwf Passeggiando per la spiaggia, con un po’ di fortuna, si potrebbe incappare in uno spettacolo quasi commovente: i cuccioli di tartaruga si fanno freneticamente strada nella sabbia per poi correre nell’acqua e nuotare senza sosta per almeno tre giorni verso il mare aperto. Non sanno però che, oltre ai rischi sulla terraferma, sono minacciati da ulteriori pericoli in acqua: potrebbero diventare preda di altri animali marini, ma anche morire, catturati accidentalmente durante la pesca. Sono due infatti le tecniche con cui un pescatore anche involontariamente può danneggiare la specie: lo strascico, che usa una rete in cui possono capitare casualmente le tartarughe e annegare, e il palangrese che con le sue centinaia di ami ne uccide un numero ancora maggiore. Anche volendo porre rimedio a questo danno, spesso involontario, la mancanza di informazione costituisce per i pescatori un ostacolo. Perciò il Wwf interviene con iniziative mirate innanzitutto a far conoscere meglio questo splendido animale e ad illustrare i modi con cui lo si può salvaguardare. In particolare anche a Molfetta, presso la banchina di S. Domenico, si è tenuto un evento di questo genere, inserito nella settimana delle tartarughe marine che celebra il centenario della nascita di Archie Carr, scienziato che ha studiato e contribuito alla conservazione della specie di tartarughe Caretta caretta. Un’iniziativa volta anche alla sensibilizzazione dei più piccoli, divertiti dallo spettacolo iniziale del carro dei comici, curato da Pantaleo Annese e Francesco Tammacco. Successivamente sono state dimostrate le tecniche con cui si possono salvare le tartarughe da un accidentale cattura, tecniche queste anche rappresentate dietro le stesse t-shirt distribuite dal Wwf. Dopo la consegna di alcuni attestati di riconoscimento, è finalmente il momento della tanto attesa liberazione in mare dei quattro esemplari di tartarughe, già presenti in bacinelle piene d’acqua sin dall’inizio della mattinata, sotto gli occhi curiosi e inteneriti degli adulti ma soprattutto dei numerosissimi bambini. Quattro imbarcazioni salpano dal porto per dare la possibilità a tutti gli interessati di partecipare a quest’evento in prima persona. Sono momenti a cui si assiste quasi col fiato sospeso, e ogni tartaruga che si ricongiunge al suo elemento, il mare, suscita un applauso a bordo e allo stesso tempo una sensazione di libertà. Certo il destino delle tartarughe non dipende solo dalla condotta dei pescatori, che è comunque utile informare, ma anche da altri fenomeni come l’inquinamento e lo sfrenato turismo balneare; eppure questa iniziativa sembra accendere in noi un moto di speranza.

Autore: Giulia Maggio Ornella Messina
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