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Show di De Nicolo e il falso sul documento del porto
15 giugno 2016

Una presunta conferenza stampa, che in realtà era un comizio mascherato con bugie e falsità, quello del segretario (da sempre dimissionario, ma mai dimesso) del Pd locale, Piero de Nicolo che da buon avvocato ha cercato di salvare la faccia di un partito che non è riuscito (o non ha voluto, più probabile) controllare, responsabile della crisi amministrativa e politica della giunta di centrosinistra di Molfetta, guidata da Paola Natalicchio. Così la conferenza stampa che, come ‘‘Quindici’’ aveva previsto, si è trasformata in uno show del segretario, istrione della politica, che non ha mai amato il contraddittorio. Pensavamo di seguire la conferenza via streaming, ma anche questa sceneggiata è stata un flop, quella del famoso pesce nel’acquario, che ha fatto il giro della città. Sì, perché l’audio non c’era e anche il video si interrompeva a tratti e non si poteva seguire il labiale di De Nicolo, senza l’assistenza di un interprete. Faremo solo alcune considerazioni critiche come sempre: 1) conferenza stampa durata solo 20 minuti, a fronte di un’ora e 10 di comizio: di solito sono i giornalisti che pongono le domande e che occupano la maggior parte del tempo dedicato all’argomento oggetto dell’incontro; 2) argomenti ripetuti e noiosi; 3) nessun accenno alla posizione di Annalisa Altomare, consigliera comunale del Pd, che di fatto ha determinato la caduta dell’amministrazione (né alcun giornalista lo ha chiesto al segretario); 3) presunzione di rappresentare la verità rivelata della crisi; 4) sede del Pd semideserta, abbiamo contato solo una quindicina di persone, grazie alla telecamera che più volte ha mostrato i presenti; 5) lapsus freudiano sull’urbanistica, vero motivo della crisi, con la campagna diffamatoria portata avanti da esponenti del Pd contro l’assessore Rosalba Gadaleta. De Nicolo ha detto che le scelte urbanistiche sono importanti per il futuro della città: il tempo ci dirà a quale importanza si riferisce, tenuto contro che l’assessore ha tenuto a freno palazzinari e speculatori; lo scandalo ‘‘Mani sulla città’’ non ha insegnato nulla a De Nicolo e Annalisa?; 6) la vicenda dell’ospedale, quando il Pd ha votato con l’opposizione di centrodestra un ordine del giorno critico verso la giunta regionale che voleva i tagli, ma che non poteva essere criticata, forse per quella ragion di Stato di cui ha parlato De Nicolo, ma che comunque andava contro gli interessi dei cittadini; 7) tempi e date tutte sballate, come siamo in grado di dimostrare; 8) critiche legittime nei confronti del Pd, considerate poco democraticamente come odio e fango; 9) De Nicolo è arrivato perfino a elogiare e difendere perfino da ‘‘Quindici’’, che lo ha liberamente criticato, il suo nemico Guglielmo Minervini, ‘‘non per piaggeria’’ (ma per opportunismo politico, aggiungiamo noi) esprimendogli solidarietà; 10) una selva di bugie e falsità ad usum delphini. Dalle telefonate e dagli incontri con Emiliano e De Caro che a parere di De Nicolo erano etichettati come nemici dal sindaco, ma che in realtà il sindaco cercava, ma per dovere istituzionale e soprattutto perché la soluzione dei problemi locali, ospedale in primis, passava proprio dalla Regione, al carattere rigido della Natalicchio, alla quale forse si chiedeva più flessibilità sul piano morale (vedi la spiacevole vicenda della Multiservizi, con la proposta di assunzione a tempo del figlio di una consigliera del Pd, che costrinse De Nicolo alle dimissioni, mai digerite). Infine l’ultima bugia, di chi è apparso a corto di argomenti: quella del parere legale sul porto che avrebbe costretto il sindaco ad assumersi la responsabilità di rifare la gara e di ricominciare tutto da capo, col rischio di essere accusata di danno erariale, per cui è fuggita prima. Un vero e proprio falso, sul quale ‘‘Quindici’’ ha fatto la sua indagine giornalistica ed è in grado di dimostrare che De Nicolo, che ha detto di avere quel parere, ha mentito alla città, sapendo di mentire. Come si può vedere dalla foto in questa pagina, la data del parere del consulente del Comune, avv. Vincenzo Cerulli Irelli, è sì datato Roma 22 aprile 2016, cioè, sette giorni prima il consiglio comunale del 29 nel quale il sindaco ha annunciato le sue dimissioni, ma il timbro del protocollo del Comune è del 10 giugno 2016, cioè 11 giorni dopo le dimissioni. Come De Nicolo da buon avvocato sa, spesso il testo viene dattiloscritto in una data e poi spedito successivamente, quello che fa fede, fino a querela di falso è il timbro ufficiale del protocollo, ammenocché il segretario del Pdnon voglia accusare il funzionario comunale di aver posposto la data e questo non lo crediamo. Tra l’altro, come la stessa Natalicchio scrive in un articolo su questo numero, era stata lei stessa a convocare gli avvocati per decidere come sciogliere il contratto con la Cmc se con l’autotutela, con la risoluzione unilaterale o con l’istanza di nullità al Tribunale. Altro che fuga dalle responsabilità, qui siamo di fronte ad una coraggiosa presa di responsabilità. In pratica la Natalicchio li ha spiazzati tutti: ha interrotto il ripetuto gioco del tiro alla corda fino ad un attimo prima che potesse spezzarsi per tenerla sempre sotto schiaffo e, in pratica, paralizzare l’attività amministrativa con l’inutile scusa delle verifiche di maggioranza, regolarmente convocate due volte la settimana e sempre deserte (assenti anche i soliti Annalisa Altomare e Roberto La Grasta che le avevano chieste). Il sindaco ha mandato tutti a casa, anche coloro che speravano di sopravvivere, sicuri di non essere rieletti. Queste sono le domande che andavano rivolte al segretario in quella sede e che purtroppo non abbiamo potuto rivolgergli, essendo assenti per lavoro. Ma ci rifaremo in un’altra occasione, se il segretario del Pd riprenderà l’argomento, soprattutto in vista della grande coalizione che si sta preparando da mesi, il grande inciucio con il centrodestra e lo stesso senatore Azzollini per portare alla candidatura a sindaco Annalisa Altomare, con tutta la corte dei miracoli politica dei vari Saverio Tammacco, Pino Amato, Roselli, Minuto, Mariano Caputo, Mimmo Spadavecchia, e chi più ne ha, più ne metta, in un bel minestrone del Partito della Nazione che sarebbe benedetto anche da Renzi. Le bugie, però, hanno le gambe corte e noi giornalisti abbiamo il dovere (è il nostro mestiere) di smascherarle e saremo sempre qui a raccontarle alla gente, perché possa decidere con responsabilità (sperando che decida di non disertare il voto) conoscendo i fatti e i retroscena che qualcuno vuole nascondere. Il tempo è galantuomo e, forse, ancora una volta ci darà ragione. Chi ha a cuore solo le sorti della città, come noi, dovrebbe opporsi a questo squallido inciucio che riporterebbe indietro Molfetta ai suoi anni peggiori. P. S. Del comizio di Annalisa Altomare (anche lei lanciata in piena campagna elettorale che i molfettesi dovranno subire per un lungo anno) non parliamo, perché oltre ai quattro gatti presenti anche lì all’incontro, non ci sembra ci siano state novità, se non le preannunciate accuse di presunte spese legali spropositate fatte dall’amministrazione comunale, sulle quali abbiamo fatto le opportune verifiche e siamo in grado di dire che si tratta appunto di presunte spese, insomma altre bugie, altro fango, come dimostreremo in un successivo articolo.

Autore: Felice de Sanctis
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