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Sfregiato l’arco della terra a Molfetta vecchia. L’indifferenza dell’amministrazione nella città del “liberi tutti”
26 gennaio 2023

MOLFETTA – Nella città dove tutto è possibile, dove non esistono regole se non quella del “liberi tutti”, si può arrivare anche a sfregiare monumenti storici, senza che nessuno faccia nulla per impedirlo.

E’ il caso di uno dei simboli di Molfetta, l’Arco Inde à la terre, sfregiato da un progetto inopportuno che prevede l’apertura di un OpenShop 24h. 

I cittadini preoccupati di fronte allo scempio che si sta consumando ai danni del patrimonio comune della città si sono organizzati con una Petizione Popolare che chiede agli amministratori comunali di farsi carico della questione.

«Il Comitato di Quartiere Molfetta Vecchia intende esprimere tutte le sue preoccupazioni rispetto al tema della mancanza di disciplina e regolamentazione delle nuove attività da inserire all’interno del Centro Antico, in particolar modo gli Open Shop 24h e i distributori automatici a maggior ragione in prossimità di monumenti e simboli storici della città (es. l’Arco Inde à la terre, il Duomo, la Muraglia).

Occorre, attraverso la concertazione delle parti (cittadini e istituzioni), adoperarsi per il bene del territorio contribuendo attivamente nel dare un preciso indirizzo al presente/futuro del Quartiere, utile spunto anche per il resto della città con analoghe situazioni.

Le coordinate rimangono il decoro, i vincoli paesaggistici/culturali e il rispetto della quiete.

I sottoscritti Cittadini e Cittadine di Molfetta CHIEDONO Al Sindaco, al Consiglio Comunale e agli Assessori interessati di regolamentare le concessioni relative ad attività come quelle sopra citate, inibendone l’apertura nel Centro Antico e zone a vincolo paesaggistico».

La sottoscrizione è stata inviata al sindaco Tommaso Minervini, al Consiglio Comunale di Molfetta all’assessore Anna Capurso Qualità della vita Promozione del Centro Storico, all’assessore Urbanistica e territorio Sergio De Candia, all’assessore Polizia e ambiente Caterina Roselli.

Su questo ultimo scempio, andrebbe informata la Soprintendenza ai beni culturali.

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