Servire la vita, convegno diocesano a Molfetta per rimettere al centro il valore della Vita
Nell'auditorium della parrocchia Madonna della Pace oggi alle 19
MOLFETTA - Le cronache di questi giorni fanno risuonare prepotentemente il tema della legge 194 e delle implicazioni etiche riguardo la scelta di portare avanti la gravidanza o interromperla precocemente. Inutile ribadire che, tra chi si schiera a favore e chi contro, il grave rischio che corriamo ancora una volta è quello di ridurre la dimensione fondamentale dell'esistenza umana e sociale, ad oggetto di disputa politico-partitica, facendone, alla fine, una bandiera da sventolare tra le altre in questo inizio di campagna elettorale.
A questo approccio, come cattolici, non possiamo cedere.
Il tema della 30ª Giornata per la Vita, celebrata la prima domenica di febbraio, pone in evidenza un approccio totalmente altro e alto rispetto al valore della vita: è la dimensione del servizio alla vita in ogni sua espressione, dai suoi esordi fino al suo epilogo, passando attraverso i mille aspetti dell'esistenza che continuamente chiamano in causa ciascuno ad interrogarsi se la vita è il valore assoluto da servire o un valore relativo di cui servirsi.
Sarà questo tipo di approccio a guidare il convegno diocesano che si svolgerà oggi, alle ore 19, presso l'auditorium della parrocchia Madonna della Pace, in Molfetta (nei pressi della stazione dei Carabinieri).
Il relatore sarà il Prof. Giuseppe Noia, ginecologo e docente di Medicina prenatale al Policlinico "A.Gemelli" dell'Unversità Cattolica di Roma. Il Prof. Noia è anche vicepresidente dell'associazione "La quercia millenaria", una rete di famiglie al servizio di altre famiglie che scelgono di dare alla luce un bambino che ha ricevuto la diagnosi di "incompatibile con la vita", rinunciando al ricorso dell'aborto terapeutico. É questa un'esperienza che molte famiglie vivono nel silenzio della propria initmità, con profonda sofferenza, ma quasi sempre in totale solitudine anche da parte dei medici che, normalmente, in questi casi consigliano esclusivamente la scelta dell'interruzione della gravidanza.
Per molte famiglie così non è e scelgono di "servire la vita" fino in fondo, non solo quando questa si presenta sana e perfetta, ma soprattutto quando già dalle prime settimane presenta i segni di una sofferenza. Non c'è giudizio da dare in questi casi, ma occorre discutere, avere punti di riferimento, criteri umani, etici e morali, prima ancora che religiosi, e non soltanto scientifici.
Nel corso del convegno, organizzato dagli uffici per la Pastorale della Famiglia, la Pastorale sanitaria e il Consultorio della diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, presente il Vescovo Mons. Luigi Martella, saranno comunicate delle testimonianze in proposito: esperienze di figli che sono venuti alla luce grazie al sacrificio della vita materna, o di bambini concepiti con gravi malformazioni, di cui sopra, ugualmente accolti e accompagnati con amore nel brevissimo percorso di vita. É questo il caso di una madre ruvese, Sara, la cui esperienza è stata pubblicata integralmente sul settimanale diocesano "Luce e Vita" (n. 5 del 3 febbraio 2008).
Invitiamo tutti a dedicare uno spazio di tempo per affrontare queste tematiche che non possiamo e non dobbiamo delegare tacitamente ad altri.