MOLFETTA - Con «Cara Scuola» è andato in scena il quarto appuntamento del festival «Germogli di Riso. Per un Teatro fatto in casa», organizzato dal Teatro dei Cipis. Scritto, diretto e interpretato da Mimmo Amato, con la collaborazione della simpaticissima e carismatica co-protagonista Tania Adesso (nella foto), «Cara Scuola» ha raccontato in dieci quadri teatrali la vita scolastica degli anni '70 e alluso anche a quella attuale.
Con uno spiccato senso dell'ironia, la spettacolo ha ben saputo rappresentare i tipici momenti della vita scolastica dell'epoca, alternando le semplici amenità degli studenti e dei professori alle battute, strafalcioni ed errori che l'hanno animata. È stata originale l'idea di suddividere lo spettacolo in vari momenti tematici, ciascuno collegato alle diverse materie affrontate durante il percorso scolastico, ovvero il primo giorno di scuola, l'inglese, la matematica, la letteratura latina, la letteratura italiana, la chimica, la filosofia, l'ora di supplenza, l'incontro famiglia-professori e l'esame di stato di fine anno.
In ogni quadro teatrale è stato raccontato e ritratto un “aneddoto particolare” della vita scolastica vissuta che, nel riprodurre situazioni accadute quasi a mo' di “barzellette”, ha messo in risalto il rapporto studente-professore, gli umori adolescenziali, la spensieratezza della scuola.
Straordinaria l'interpretazione di Mimmo Amato, personaggio dalla esperta polimorfia artistica intorno a cui ruota l'intera performance. La sua eccezionale capacità d'interpretazione in grado di mescolare la comicità con la raffinata e apodittica esperienza artistica ha dato allo spettacolo, nella sua semplicità, spessore, carattere e qualità. Il tutto è stato condito da una piacevole e costante musicalità che, accompagnando l'intera performance, ha reso lo spettacolo completo sotto ogni aspetto.
La splendida musica di Edoardo Bennato e Antonello Venditti (la canzone «Notte prima degli esami» ha accompagnato la chiusura dello spettacolo) ha regalato stacchi musicali, alcuni dei quali ballati dalle ballerine Anna Capodieci e Giusy Andriani (quest'ultima anche cantante), cantati e musicati dal vivo dagli strumentisti Vito Mongelli (tastiera) e Vito Vilardi (chitarra classica).
Per concludere con le parole di un noto attore, regista e scrittore, K. Stanislavskij, citato anche dal presidente di giuria Felice Altomare che, come di consueto, ha aperto la serata, «la persona dell'attore - la sua personalità privata - si ritira sullo sfondo. È come se fosse dimenticato. Emergono momenti del tutto differenti, da cui nasce un nuovo 'io'. Questo uomo nuovo è per me, in questo momento, il più caro, quello a cui la mia esistenza ha ceduto il primo posto. In quanto a me, mi sono ritirato sullo sfondo per servirlo con tutta la mia energia e con tutta la mia gioia, cioè: per vivere al suo posto».
Prossimo ed ultimo appuntamento del festival domani 3 marzo (ore 20,30, Auditorium Regina Pacis) con lo spettacolo «Ulisse … Nostos - nostalgia di casa» dell’Associazione Cristiana Italiana Centri ed Opere di Solidarietà (AICCOS).
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