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Scandaloso: una giostra davanti al Duomo
Molfetta com'era e com'è oggi
15 maggio 2002
Le due foto che vedete risalgono una agli anni trenta e l'altra ai recentissimi giorni nostri. Colpisce vedere com'era pulita e lineare la banchina Seminario, con il Duomo di San Corrado ed il palazzo Dogana che si mostravano in tutta la loro imponenza a chi arrivava dal mare o a chi passeggiava sulle banchine del porto. C'era, e c'è stata per breve tempo, una costruzione che era sede, come si vede, del “Cinema Vittoria”, che a quell'epoca era una cosa importante, mancando altre fonti di cultura e di intrattenimento: comunque non disturbava la vista del Duomo. La foto recente
invece mostra lo stesso luogo, forse il più suggestivo della città, invaso da auto in sosta selvaggia, recinzioni, ombrelloni, targhe a muro, occupazioni di spazio pubblico e soprattutto, ultima nata, una grossa giostrina per bambini , comparsa da qualche giorno a deturpare ancora di più la zona, che una targa turistica ormai nascosta dalla giostra, definisce “Palazzo Dogana ed ex Seminario vescovile - Sec. XVIII”. Mi chiedo da chi e con quale coraggio e rispetto per la città e i cittadini, è stato permesso questo sfregio che purtroppo, come insegna la piazzetta del “Calvario”, rimarrà in eterno. Esiste una commissione “Cultura” o “Turismo” capace quantomeno di buon gusto? Già intorno a Natale scorso c'era stata una avvisaglia di questo nuovo corso culturale, quando l'adiacente banchina S. Domenico fu invasa da baracche di luna park, che per fortuna restarono poco. Ora siamo diventati molto simili a quei tanti paesini anonimi che si vedono nei film di Fellini, dove una giostra è l'unico momento di svago per gli abitanti e l'unico “monumento” cittadino. Ve la immaginate una giostra del genere davanti alla cattedrale di Trani? O davanti al Castel del Monte? Ve le immaginate le foto ricordo e i relativi commenti che si porteranno a casa i turisti tedeschi? Ma quale motivazione può giustificare uno sfregio del genere in una città che ambisce, giustamente, al rilancio turistico e in cui tante benemerite associazioni si dannano l'anima con ogni genere di iniziative, per valorizzare i nostri monumenti, le nostre piazze, l'immagine e il decoro della città, per far includere Molfetta nei percorsi e nelle mappe delle più belle città della Puglia? E mi chiedo ancora dove sono finiti tutti coloro che qualche anno fa si sono stracciati le vesti ed hanno riempito di proteste sdegnate intere pagine di giornali, hanno fatto manifesti, proteste televisive e raccolte di firme, quando fu installato, peraltro in posizione meno critica, il monumento “Il volo di Icaro” detto spregiativamente “la macchina schiacciata”, di autore abbastanza noto anche a livello internazionale, o, addirittura quando furono piantate le palme sulla banchina San Domenico. Allora quel vituperato monumento era accusato di rovinare l'immagine della città, di deturpare la visuale. E fu tolto. Ora invece questa pacchiana giostra valorizza l'immagine del Duomo (monumento nazionale) ed i palazzi storici annessi? Se la sensibilità e lo sdegno di allora erano autentici e non a senso unico, mi aspetto che quegli stessi cittadini, anche molto influenti, e gruppi e associazioni, si mobilitino perché questo (questo si!) sgorbio venga eliminato o almeno spostato in zona meno critica, anche per dissuadere chi di dovere dal concedere ulteriori permessi di questo tipo. Io, come cittadino innamorato della mia città, lo pretendo, ma ho forti dubbi di poter contare sulla stessa mobilitazione di allora. Vorrei essere smentito, anche attraverso lettere ai giornali, e nel frattempo mi preparo ad una ennesima battaglia solitaria per la salvaguardia della immagine della città. Mauro Binetti
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Giuseppe Pansini
12 Luglio 2002 alle ore 00:00:00
Ma chi è il parente? Forse il fratello del presidente del consiglio Pino Amato, come si dice in giro? Allora non c'è nessun pudore.
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