Sassi contro i gabbiani
Domenica 3 febbraio. Una piacevole mattinata trascorsa con un'amica a catturare immagini nel nostro centro storico dotato di angoli di straordinaria bellezza. Ci siamo soffermati nella zona retrostante la Chiesa della Morte, rapiti dalla bellezza di uno scorcio della marina molfettese punteggiato di gabbiani in siesta. Volevamo fotografare il loro volo. Ci siamo riusciti! Un gruppo di adolescenti ha cominciato a prenderli a sassate, ridendo e schiamazzando quasi si trattasse d'impresa degna di merito e indice di gran coraggio. La mia amica li ha richiamati, dicendo loro ch'eravamo giornalisti (cosa non del tutto inventata). L'ammonimento non ha sortito alcun effetto. Certo, non ci hanno presi a parolacce (fatto che sinceramente mi ha stupito!), ma hanno pensato bene di nascondersi, per sottrarsi al nostro obiettivo, e di puntare i poveri uccelli con più lena e intensità. Alcuni passanti ci hanno detto che atti di vandalismo di questa natura nella città vecchia sono ormai all'ordine del giorno. È evidente che a nessuno di questi virgulti è mai capitato di ascoltare la leggenda delle monacelle della Città Vecchia, con la loro metamorfosi in gabbiani avvenuta dopo la morte, inferta loro in punizione da parte della città benpensante, perché avevano ceduto all'amore. Forse, se qualcuno l'avesse raccontata a tali eroi della domenica, essi avrebbero potuto concepire, anche solo in maniera larvata, l'idea che a ciascuno di noi possa toccare in sorte di rinascere fiore, alga, gatto, lupo… gabbiano. E che essere presi a sassate non è affatto bello.