San Corrado tra storia e tradizione. Domani esposizione del cranio in Cattedrale
MOLFETTA - “I Molfettesi, dopo la costruzione del Duomo, andavano alla ricerca di un Santo patrono, come tutte le città confinanti nell'XI sec. E si scelsero Corrado, un monaco pellegrino, disceso dalla Baviera per recarsi in Terra Santa. Poi, apprezzato e riconosciuto come santo, perchè il pellegrino era considerato come un alter Cristus, che lasciava tutto e si metteva alla sequela di Cristo”. Forse uno dei passaggi più eloquenti ed esplicativi dell'intervento del prof. don Luigi de Palma durante l'incontro tenuto in Aula Consigliare al Palazzo Giovine “San Corrado. Tra storia e tradizione”, con l'intento di dare delle delucidazioni sul rapporto che esiste tra tradizione letteraria e verità storica sulla figura di Corrado, “un santo canonizzato ufficialmente dalla Chiesa Cattolica nel XVIII sec., ma acclamato santo dal popolo molfettese già alla sua morte”.
Il prof. De Palma, autore di un piacevole quando interessante libro “San Corrado, il Guelfo”, è stato affiancato dalla dott.sa Raimondo Isabella Anna, neo laureata in Scienze dei beni Culturali con la tesi “Corrado di Baviera e Molfetta”, che con un intervento scrupoloso e preciso ha evidenziato gli elementi tecnici della questione e i testi presi in considerazione.
San Corrado, una figura da conservare e tramandare alla comunità: perciò era necessario alla sua morte raccontare qualcosa della sua vita, qualche aneddoto, qualche evento particolare. È in questo modo, ha ribadito più volte il prof. De Palma, che nascono le prime leggende (come quella del carro con i buoi), che tuttavia non sono del tutto lontane della realtà storica.
“È bene fare una separazione tra ciò che appartiene alla storia e ciò che nasce dalla tradizione” ha sottolineato il prof. De Palma “San Corrado non ha lasciato niente di scritto e l'agiografia, per quanto possa essere valida, è anche frutto dell'esigenza di andare incontro alle esigenze, alla curiosità ed alla devozione del popolo. E molte volte si mutuano eventi e narrazioni leggendarie appartenute ad un altro santo”.
Anche l'iconografia di Corrado è avulsa dalla realtà storica, perché “essa rappresenta un uomo anziano, con la barba, che non è altro che il simbolo della saggezza. E tale iconografia non corrisponde nemmeno con quella tedesca e con le relative fonti scritte”. Quando, il 4 agosto il cranio del Santo è stato estratto dal busto, i medici hanno “rilevato che il cranio, come anche il resto dello scheletro, appartiene ad un giovane adulto di 20 o 25 anni”.
La conferenza stampa, cui ha preso parte l'assessore al turismo Leo Pertruzzella, è stata organizzata dal Settore giovanile della Pro Loco, le cui finalità sono valorizzare e promuovere la città sotto il profilo artistico e culturale. A questi obiettivi si è unito il prof. De Palma: “È necessario recuperare la tradizione civica e religiosa. Quest'ultima non va equivocata e non deve divenire mera attrazione turistica, ma espressione della fede della città. Perché Corrado è l'elemento distintivo e determinate dell'identità di Molfetta”.
È stato anche ricordato che domani alle 11 verrà esposto il cranio di San Corrado in cattedrale, per la prima volta pubblicamente.
Autore: Marcello la Forgia