Salviamo l’ospedale di Molfetta: meno divagazioni, più concretezza
Caro Direttore,
Vorrei poter rispondere, attraverso il Suo autorevole giornale, ai compagni di Art.1 riguardante il nostro martoriato ospedale.
Dirò subito che la raccolta delle firme la stiamo facendo anche noi della società civile e del volontariato, perché vogliamo rispondere, al nostro amato Presidente ché, dopo aver affermato per mesi che la scelta dell’ospedale di primo livello “doveva venire dal basso” e che doveva essere una rivoluzione da consegnare alla storia, con delibera N° del 28/2/2017, N°239 eleggeva ospedale di 1° livello quello di Corato. Una grande forzatura ed un atto d’imperio inqualificabile. Oltre tutto, non credo che l’ospedale di Corato abbia la dovuta idoneità.
Per questo, ignorando la delibera N° 239, raccogliamo le firme, per poter chiedere al Presidente, dopo il responso, venuto dal “basso,” di modificare la delibera. Vorrei poter assicurare i compagni dell’Art. 1 che i cittadini di Giovinazzo, Ruvo e Bitonto, non avendo loro ospedali, indicheranno sicuramente Molfetta perché, fra tutte le altre enormi positività è l’unico ospedale raggiungibile senza attraversare la città. Anche Terlizzi potrà chiedere legittimamente che a diventare ospedale di primo livello sia il suo.
Ai cari compagni, mi permetto dire che, un nuovo ospedale tra Molfetta e Bisceglie non è realizzabile, considerata la situazione finanziaria attuale e quella futura della nostra Regione, ricordando che l’ultimo ospedale costruito, quello della Murgia, è stato realizzato in 20 anni! Vorrei poter invitare i cari compagni di raccogliere le firme con noi, e dopo chiedere subito, al nostro amato presidente, i criteri usati per far cadere la scelta su Corato, dimenticando di rispettare, gli impegni e le promesse fatte.
Caro Direttore, ho letto anche l’O.D.G. presentato dagli ottimi Consiglieri, Natalicchio, Zaza e Porta, con valide richieste se, si esclude quella della costruzione di un nuovo ospedale. Vorrei potermi ripetere, ricordando che, il nostro ospedale venne costruito per 240 posti letto, ai quali vanno aggiunti i 60 posti letto costruiti dal compianto Ilario Amato. Ad un ospedale di queste dimensioni, va solo fatta la debita manutenzione.
Abbiamo bisogno di posti letto immediatamente disponibili, considerato che l’aumento demografico della popolazione degli anziani, creerà non pochi problemi ai responsabili della sanità che, dovranno farsi carico di questa nuova massa di pazienti.
Non è possibile pensare di deospedalizzare, senza prima creare sul territorio i dovuti servizi, oggi inesistenti. In un prossimo futuro, l’attuale utenza del nostro territorio, oggi ammontante a circa 200 mila unità, avrà al suo interno, ben 70 mila anziani, con tutte le loro problematiche.
Vorrei ricordare che, nel 2032 i malati di Parkinson raddoppieranno e che i malati di cancro saranno molto di più (a proposito vedere studio Università di Rochester e rapporto Veronesi).
Vorrei poter invitare tutti, senza ombra di polemica, alla massima concretezza; la salute pubblica non ha colore politico e ha bisogno di immediate e precise risposte. Credo che in questo preciso momento, al primo posto dobbiamo mettere il nostro ospedale ed il suo concreto potenziamento.
Vitangelo Solimini
Coordinatore di Cittadinanzattiva - T.d.M.