Salta il consiglio comunale: centrodestra spaccato, si litiga sui posti fuori dall'aula
MOLFETTA – 29.4.2005
Strategia dell'affondo. E' quella usata ieri dai consiglieri del centro destra durante l'ultima seduta di Consiglio Comunale, che di fatto non ha avuto luogo. Il presidente del consiglio Petruzzella, infatti, non ha neppure fatto in tempo ad aprire la seduta che è arrivata l'immediata richiesta di sospensione da parte del consigliere Panunzio, capogruppo di Alleanza Nazionale.
La seduta è stata sospesa per più di un'ora, fra il disappunto dei molti cittadini presenti e dei consiglieri di opposizione, il tutto per dare modo ai partiti della maggioranza di discutere in “camera caritatis” degli assetti interni alla maggioranza.
Il pomo della discordia stavolta è rappresentato, in particolar modo, dai posti nel futuro consiglio di amministrazione dell'ASM, da spartire fra i tre principali partiti di maggioranza AN, Forza Italia e Nuovo PSI.
Onde evitare, dunque, di rendere manifeste le divisioni nella ormai pericolante Casa delle Libertà, la maggioranza ha sospeso i lavori del Consiglio, senza neppure una minima motivazione.
I vari gruppi consiliari si sono riuniti per discutere, i toni evidentemente si alzano, perché dall'aula si è sentito spesso gridare e un paio di volte addirittura sbattere le porte.
C'è disaccordo non soltanto sulle deleghe, ma anche sul nome del presidente della Multiservizi, conteso tra AN e Forza Italia.
Proprio questi due partiti si contendono la futura leadership della coalizione, AN in quanto primo partito del centro destra dopo le ultime elezioni regionali, Forza Italia in quanto partito di riferimento del senatore Azzollini, “supervisore” della politica molfettese per il centrodestra.
A questa lotta per la leadership si aggiunge la delicata situazione del sindaco Tommaso Minervini, la cui candidatura alle amministrative del prossimo anno è stata messa in dubbio, se pur velatamente, in più occasioni e da più parti.
Da sottolineare l'assenza in Consiglio Comunale del gruppo UDC e di Carmela Minuto, che si è solo affacciata nell'aula di Palazzo Giovene, senza mai sedersi nell'emiciclo, anche per il noto dissenso della famiglia Minuto con l'amministrazione di centrodestra e le minacce di dimissioni.
Quello di Carmela si potrebbe interpretare come una sorta di gesto provocatorio, simile a quello del vicesindaco Magarelli, contestato all'interno del suo partito An: anch'egli era presente, ma non ha preso parte alla seduta.
Insomma, pare che nel centro destra ci sia un clima da “tutti contro tutti”, clima che la sconfitta delle regionali ha contribuito ad aggravare, ma che è latente ormai da mesi.
Una situazione che potrebbe avere conseguenze ben più gravi, soprattutto in vista dell'approvazione del bilancio, crocevia fondamentale per la permanenza del centrodestra al governo della città. Se, infatti, il bilancio non passasse, il consiglio verrebbe sciolto, arriverebbe il commissario che gestirebbe la città fino alle elezioni amministrative.
Per la cronaca, il consiglio è ripreso dopo più di un'ora e per la bellezza di due minuti, giusto il tempo di dare la possibilità allo stesso consigliere Pasquale Panunzio di chiedere di rinviare la seduta del Consiglio Comunale. Proteste da parte dell'opposizione, che ha votato contro il rinvio e, per bocca di Nino Sallustio, evidenzia lo stato di inattività del Consiglio Comunale.
“E' un consiglio comunale inconsistente, ormai completamente svuotato del suo ruolo istituzionale - è stato il commento a caldo di Maria Sasso, consigliere della Margherita, che ha aggiunto – questa amministrazione è lontana dalle esigenze della città e si preoccupa solo delle beghe intere”.
Anche l'assessore De Bari, in quota Forza Italia, non ha negato che la maggioranza vive un momento delicato e di contrasti interni.
“E' un momento di riflessione che va affrontato serenamente – ha commentato l'assessore a seduta conclusa – ci sono delle divergenze di vedute su quello che deve essere il percorso di fine legislatura, ma credo che il confronto, se pur vivace, sia sempre utile”.
Vito Piccininni