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Sabato fascista, propaganda del regime
INEDITI – I saggi ginnici al campo sportivo
15 ottobre 2001
di Lorenzo Palumbo
Cinque anni addietro la Soprintendenza Archivistica per la Puglia e il Comitato Regionale di Puglia del Coni promossero la mostra “Società Cultura e Sport”, una imponente rassegna di immagini e modelli in Puglia dall'Antichità al XX secolo. A testimonianza di quella mostra rimane il ponderoso catalogo di quasi 700 pagine, ricchissimo di illustrazioni, curato da Domenica Porcaro Massafra e stampato tempestivamente nel 1997 dall'editore Mario Adda.
In quel catalogo sono inseriti due saggi, anch'essi riccamente illustrati: Giovani e sport all'ombra del Littorio di Maria Rosaria Sicoli e Renata Zingarelli (pp. 273-286) e Saggi ginnici e propaganda fascista di Maria Sammati (pp. 287-291), i quali rappresentano una pagina interessante e forse poco conosciuta o almeno relegata nella memoria di chi visse la propria adolescenza in quel periodo in cui, come assai opportunamente ricorda la Sammati, ogni manifestazione collettiva rappresentava un efficace strumento di indottrinamento e di esaltazione dei valori fascisti, quali il mito della giovinezza e della forza fisica.
Le inedite fotografie che qui si producono, non datate, ma sicuramente eseguite alla fine degli anni Trenta, avrebbero indubbiamente arricchito le illustrazioni del primo dei due saggi dianzi citati. Al robusto inquadramento storico-archivistico dei due contributi dianzi ricordati sia consentito aggiungere, per quel che essi possano valere, alcuni ricordi personali. Allo scoppio della guerra io frequentavo la prima ginnasiale: ero letteralmente terrorizzato dall'ora di educazione fisica e dalle esercitazioni del sabato fascista.
Durante l'anno scolastico si trascorrevano mesi interi nella palestra coperta, con esercizi che si limitavano a una serie di “attenti!”, “riposo!”, marcia; gli ordini impartiti alle ragazze erano del tipo “uno, due, oche, tre”. In assenza dell'insegnante eravamo affidati alla sorveglianza del capoclasse, munito di un blocchetto sul quale segnava i nomi dei suoi compagni negligenti o antipatici.
Nel mese di aprile, finalmente, intervenivano assiduamente alcuni istruttori che ci preparavano al saggio ginnico sportivo, che si celebrava ogni anno il 24 maggio sul campo sportivo “Paolo Poli”. Per tutto il mese di maggio non si tenevano regolari lezioni, essendo esso completamente dedicato alle prove di quel saggio: giungevamo al campo sportivo intorno alle 9 ed eravamo trattenuti sino a mezzogiorno, spesso tormentati dalla sete o dal bisogno di andare al bagno, permesso che non sempre veniva concesso, non già per sadismo, ma per abituarci a essere forti, anche se qualcuno se la faceva addosso.
Altre umiliazioni ricordo, per quei ragazzi che si mostravano goffi o impacciati nel corso delle esercitazioni del sabato fascista, da parte di capimanipolo arroganti e stupidi e soprattutto alla fine della giornata, quando un tenente della milizia volontaria distribuiva alcuni biglietti omaggio per il cinema “Orfeo”. Costui sistematicamente chiamava qualche ragazzo fisicamente meno dotati, che sperava in cuor suo di avere quel biglietto: lo faceva esibire in un “presentat-arm” e immancabilmente gli ordinava di rientrare nei ranghi, fra le sghignazzate di coetanei fisicamente più dotati.
Debbo però dire che non tutti i miei coetanei conservano di quel periodo un ricordo negativo come quello che ho potuto conservare io: non sfuggiva loro indubbiamente l'ignoranza e l'arroganza dei gerarchi, grossi e piccoli, ma nelle organizzazioni giovanili del regime essi trovarono l'occasione per praticare discipline sportive, che altrimenti sarebbero state loro precluse, ed alcuni, i più forzuti, conseguirono gratificazioni che in quell'epoca erano assai più ambite che non quelle che potessero derivare dal profitto scolastico. Del resto l'educazione fisica era la materia più importante e il professore di quella disciplina il più temuto.
Le fotografie sui saggi ginnici sportivi che ora si pubblicano, unitamente a quelle già pubblicate su QUINDICI (n.7 del 15 luglio 2000) relativamente alla colonia marina, rappresentano indubbiamente un interessante documento della propaganda del regime. Avremmo voluto in realtà vedere anche qualche fotografia sulla cucina economica che funzionò a lungo presso l'edificio scolastico “Cesare Battisti” con consumazioni gratuite per i più miserabili. Ma questo aspetto non poteva rientrare nella propaganda del regime.
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