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Rotary Club, 60mila euro dal Comune per completare i lavori al “Calvario” di Molfetta Gli ulteriori lavori riguarderanno soprattutto il consolidamento del basamento del monumento
29 novembre 2010

MOLFETTA- Prosegue l’intesa tra Comune e il Rotary Club Molfetta del presidente Pietro Facchini riguardo il progetto di restauro del monumento “Il Calvario” in piazza Garibaldi.
La giunta comunale ha infatti stanziato altri 60mila euro per terminare dei lavori che riguarderanno soprattutto il consolidamento della base della struttura.
Un sodalizio, quello tra Comune e Rotary, che sta sicuramente velocizzando i tempi di recupero dell’opera grazie anche alla collaborazione della ‘Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Bari’.
Si è resa necessaria la sostituzione di parte del basamento, della recinzione, e migliorare i lavori della potatura e di riduzione degli alberi oltre ad aumentare la superficie su cui operare la pulitura interna.
Tutto ciò per non dover mettere, si spera, più mani sul monumento in futuro.
Uno sforzo congiunto finalizzato ad ultimare i lavori di consolidamento e ristrutturazione del monumento “Il Calvario” dove i soci del Rotary Club si faranno carico delle competenze tecnico-professionali con le prestazioni gratuite degli ingegneri Fedele de Candia, Gilda Gramigna, Tommaso Rosario, Mastrototaro e Leonardo Pisani e l’associazione stessa stanzierà una ulteriore somma 10mila euro.
Entro 2-3 mesi è prevista l’ultimazione della fase dei lavori che restituirà alla città non solo il piccolo tempio in stile gotico, costruito nel 1857 su progetto dell'architetto Corrado De Judicibus,  ma anche un luogo per tradizione simbolicamente usato nella quaresima e nel periodo pasquale.
«Sono soddisfatto e orgoglioso del sodalizio cominciato con l’amministrazione comunale – precisa il presidente Facchini – Credo sia una esperienza che oltre ad arricchire la città e ad aiutare chi la governa in certe tipologie di interventi sia un esempio pratico di come una associazione, o anche un semplice cittadino grazie alle sue peculiarità o attitudini, possa collaborare con lo scopo di ricavarne un bene comune. Inoltre è un monito per ricordarci che la cosa pubblica appartiene a tutti e di tutti è il dovere di custodirla e proteggerla come un proprio bene. Spero che questo tipo di gemellaggi – termina il presidente - continuino nel tempo anche ampliandosi ad altri enti , associazioni o singoli individui sempre con l’intento di migliorare l’estetica dell’arredo urbano, la vivibilità, la cultura e aspetti sociali di una città che ci chiama e ci appartiene».

Autore: Q
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