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Roselli: “vigili urbani armati, garanzia di sicurezza”
15 ottobre 2022

Caterina Roselli, 54 anni, assessore alla polizia locale, ambiente, città sane, politiche giovanili. Assessore Roselli, come mai la scelta della sua persona da parte del sindaco? «Ho creduto nella persona di Tommaso Minervini sin dal principio della sua candidatura sostenendo le sue idee di innovazione già dallo scorso mandato. Ala Democratica, lista civica di cui faccio parte attivamente, promuovendo la mia persona al ruolo di governo cittadino, ha pensato sin dal principio che il genere femminile ha tutti i requisiti per dare nuovi impulsi positivi a questa amministrazione». Quali competenze ha nelle materie a lei delegate? «Non credo che per ricoprire il ruolo di assessore occorra competenza tecnica. La tecnica nella P.A. è affidata ai dirigenti, fun- zionari, e tutto l’apparato burocratico che caratterizza l’agire amministrativo oltre agli organi di controllo. Ho già ricoperto ruoli apicali che riguardano la sicurezza, non ul- timo è stato il mio ruolo di presidente del- le guardie campestri, mandato nel quale si è registrato un dato estremamente positivo sia in termini di qualità di servizio di sicurez- za percepito dal cittadino, sia in termini di contributo professionale per le mie conoscenze specifiche del territorio». Il suo programma in sintesi per questi 5 anni di amministrazione. «Sicuramente sarà in perfetta sintonia con quello promosso dal primo cittadino in campagna elettorale, a cui non verrà meno l’attenzione dell’implementazione di inno- vazioni per rendere la nostra amata città un luogo migliore e più sicuro, utilizzando al meglio tutte le risorse di cui la nostra am- ministrazione darà disponibilità a questo as- sessorato». Quali le priorità? «Sicurezza, controllo del territorio, ambiente. Le priorità sono sicuramente quelle di una maggiore attenzione al territorio aumentando i controlli cittadini con agenti che percorreranno tutte le vie della nostra città, con tutti i mezzi disponibili e non sarà messa in secondo piano la sorveglianza a piedi da parte degli agenti di polizia locale». La polizia locale, pur avendo aumentato il personale, non sempre riesce a far fronte ai problemi della città. A cosa è dovuto questo? All’organizzazione del lavoro o altro? «Com’è noto a tutti la dimensione della città di Molfetta sta aumentando con gli ampliamenti urbanistici, i quali richiedono anch’essi personale di sorveglianza urbana e dei servizi cittadini. Dopo il blocco delle assunzioni, il patto di stabilità negli ultimi anni, in tutta la pubblica amministrazio- ne vi è stato un gran numero di dipendenti che sono andati in pensione. Il rispetto della normativa in materia di mobilità volontaria, scorrimento delle graduatorie ha comporta- to una flessibilità (in negativo) delle assun- zioni. Ragione per cui abbiamo assistito a disponibilità ed assunzioni che nel tempo si sono succedute, rapidamente, rendendo difficilissima la gestione del personale. Av- viare la formazione, le progettualità con di- pendenti che dopo sei mesi si dimettono per andare in altre amministrazioni non è per nulla semplice e spesso causa disservizi. Il Comandante Aloia, cui vanno i miei ringraziamenti per la disponibilità mostratami, è Dirigente capace e sono sicura che in- sieme riusciremo a far fronte alle criticità di cui lei parla, per migliorare sia le condizioni di lavoro della Polizia Locale che l’impegno per la città. Vorrei ricordare che proprio grazie al sin- daco Tommaso Minervini, finalmente la Polizia Locale ha potuto ottenere una nuo- va e dignitosa sede di lavoro adeguata alle normative in materia di sicurezza sul lavoro, una centrale operativa dove si opera con grande professionalità e competenza e proprio grazie alle telecamere e al controllo, siamo stati in grado di intervenire e fornire prezioso a supporto ai Carabinieri in indagini importanti. Certo tutto è migliorabile e non voglio negare le problematiche, ma l’impegno mio e dell’amministrazione sarà massimo. Ritengo che una parte del servizio debba svolgersi, lasciando l’auto di servizio, e muovendosi a piedi per la città. Certo non possiamo assumere tutti i dipendenti che servirebbero per coprire tutte le criticità ma dobbiamo valutare turnazioni e luoghi in cui la polizia municipale deve essere tra la gente a presidio del territorio ed a garanzia della sicurezza dei cittadini. E’ una mia priorità». Il fatto di armare i vigili, non ci sembra una soluzione alla microcriminalità in au- mento. Non è un’arma che dà autorità, ser- ve autorevolezza. Lei cosa dice, in merito? «Faccio una precisazione, con la legge n. 65 del 7/03/1986, i vigili urbani assunsero la denominazione odierna di Agenti di Poli- zia municipale. Ad oggi le normative regio- nali hanno adottato il termine Polizia locale. La dotazione delle armi non è una scelta im- provvida e superficiale, dovranno essere ad- destrati, seguire corsi, e saranno individuati coloro che meglio corrispondono ai requisi- ti. L’autorevolezza certo non deriva dall’arma ma dalla competenza, professionalità. Del resto le ricordo che anche le guardie campestri, o guardie giurate sono armate ma non per questo vi sono mai stati episodi di cronaca a discapito dei cittadini. Anzi la Città di Molfetta si sta adeguan- do alle esigenze di sicurezza territoriali che com’è ben noto diventa sempre più esigen- te e richiede anche nella nostra città misu- re sempre più strette per mettere al sicuro l’incolumità dei cittadini e non meno quella degli agenti di polizia locale. In tema di si- curezza ogni misura adottata non è mai abbastanza». © Riproduzione riservata

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