Con l’apertura dell’asilo nido e del minuclub serale il Robinson Kinder House ha completato la piattaforma della sua già ampia off erta formativa e ludico-ricreativa alle famiglie molfettesi con fi gli dai 3 mesi ai 12 anni di età, che prevede attività di ludoteca, baby parking e feste di compleanno, realizzata nell’ambito del progetto della cooperativa sociale onlus “Formasia”, presieduta da Giuseppe Mazzola. Due novità che si inseriscono nell’ambito della massima di Loris Malaguzzi, grande pedagogista emiliano degli anni Quaranta, al quale si ispirano gli operatori della nuova struttura, aperta tre mesi fa in un grande locale nella zona di via Ruvo, ed inaugurata il 13 luglio scorso nell’ambito della cerimonia di consegna degli attestati del corso di formazione di assistente domiciliare all’infanzia. A concluderlo 11 giovani ragazze aspiranti baby sitter a domicilio, seguite dalla Formasia, che da due anni è impegnata in attività di formazione ed assistenza integrata. Sì, perché “i bambini costruiscono la loro intelligenza” e “gli adulti devono fornire loro le attività ed il contesto e soprattutto devono essere in grado di ascoltare”, diceva Malaguzzi, medaglia d’oro alla memoria “al merito della scuola, della cultura e dell’arte”, conferita dal Presidente Ciampi nel 2001. L’occasione del 13 luglio è stata propizia anche per benedire la struttura, che nei suoi 500 metri quadrati tra interni ed esterni, in estate ha accolto già 27 bambini, di cui si occupano quattro ragazze assunte a progetto, e per i quali il locale è suddiviso in base all’età (stanza 3-12 mesi, stanza 12-24 mesi e stanza 2-3 anni, con ampia zona giochi all’aperto, mensa e stanza della nanna). A benedire i locali è stato Don Michele Stragapede, amministratore della Parrocchia Sacra Famiglia, nel cui territorio ricade la nuova realtà ludico-ricreativa. Alla preghiera erano presenti, tra gli altri, l’assessore regionale alle infrastrutture strategiche e mobilità Guglielmo Minervini, che ha fornito il patrocinio gratuito quando nel 2009 ricopriva la carica di assessore alla Trasparenza e cittadinanza attiva della Regione Puglia, il dott. Ottavio Balducci, pediatra molto conosciuto e stimato, la professoressa Silvia Anna Balducci, insegnante di scuola primaria (ex elementare), oltre a personale di supporto della struttura, parenti ed amici. Un momento di raccoglimento intimo e di alto valore morale, illuminato dalla parole di don Michele sull’importanza della spiritualità, che non è sinonimo di sacralità, e della capacità di porsi all’ascolto dei più piccoli, perché “non si vede bene che con il cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi”, citando così una celebre frase, tra le più belle, tratte dal best-seller “Il piccolo Principe”, racconto poetico di educazione sentimentale, scritto dall’aviatore francese Antoine de Saint-Exupéry, tradotto in centoquindici lingue e stampato anche in caratteri arabi e cirillici. E per farlo, occorre porsi all’ascolto di Dio, nostro Padre, importante radice della vita, come lo sono i nostri genitori, guida fondamentale per la nostra crescita umana e spirituale, insieme agli educatori. Al termine della benedizione della struttura e dei presenti, raccolti intorno al sacerdote in un grande semicerchio, è iniziata la presentazione del corso, illustrato con l’aiuto di slide, proiettate su un teleschermo dalla professoressa Balducci, che ha aperto la cerimonia. Ed è proprio al pensiero di Loris Malaguzzi, che si sono ispirati gli organizzatori del corso di assistente domiciliare all’infanzia, poiché l’apprendimento è sicuramente un processo auto-costruttivo visto che, secondo Malaguzzi, ciò che i bambini apprendono è in gran parte opera dei bambini stessi, delle loro attività e delle risorse di cui sono dotati. Ed in questo contesto, la scuola è paragonata ad un cantiere, un laboratorio permanente dove l’obiettivo è quello di far stare bene i bambini, le loro famiglie e gli insegnanti, perché la cosa più importante è produrre buone condizioni di apprendimento. L’insegnante ha posto l’accento sul senso estetico cui il pedagogista poneva attenzione, perché con l’introduzione dell’atelier nella scuola, le mani dei bambini potevano fare, pasticciare, arrivando così a conversare con la mente. Movimentista della pedagogia, Malaguzzi privilegiava: l’attenzione primaria al bambino e non alla materia da insegnare, la trasversalità culturale e non il sapere diviso in modo settoriale, il progetto e non la programmazione, il processo e non il solo prodotto finale, l’osservazione e la documentazione dei processi individuali e di gruppo, il confronto e la discussione come alcune delle strategie vincenti della formazione, e l’autoformazione degli insegnanti. Ma cosa serve per essere un buon educatore? “Innanzitutto far star bene il bambino, la bambina che portiamo dentro, spiega l’insegnante, “con interventi accorti, delicati, poco eclatanti, e lasciando al bambino il tempo e lo spazio per esprimersi liberamente”. Nel suo intervento, il dottor Balducci, unito all’insegnante evidentemente non solo dal legame di sangue (sono fratelli), ma anche dal comune amore per i bambini, ha ringraziato un po’ tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questo corso, autofi nanziato dalla Formasia con il patrocinio morale della Regione: “Innanzitutto ringrazio Guglielmo Minervini, che ha creduto in noi, a priori, prima ancora di veder realizzato il prodotto fi - nale, i soci della Formasia, in particolare Anna Gadaleta, il dottor Elio Massarelli, responsabile dell’Uffi cio Igiene Pubblica dell’Asl di Molfetta, che ci ha guidato nel processo di realizzazione della struttura, ma anche fustigato perché il Kinder House fosse perfettamente a misura di bambino”, richiamando così la rigidissima normativa che disciplina con regole ferree la sicurezza dei luoghi adibiti alla cura e all’educazione dei più piccoli, come gli asili. Ed ispirati a questi princìpi, le undici ragazze che hanno seguito il corso di assistente domiciliare all’infanzia, hanno frequentato per 120 ore, lezioni teorico-pratiche ed animato laboratori, nell’ambito di un articolato programma che ha incluso persino il “Pediatric Basic Life Support”, ossia le tecniche di intervento per salvare la vita anche di neonati, spesso vittime di ingestione accidentale di corpi estranei, causa principale di morte improvvisa nel neonato e nel lattante. Tecniche di primo soccorso che anche i genitori dovrebbero saper eff ettuare in quegli istanti successivi all’incidente, che si rivelano fondamentali prima del ricorso alle cure del pronto soccorso, e che potrebbero rivelarsi decisivi per strappare alla morte il proprio fi glio. “Sono stato letteralmente contagiato da questa idea – ha rivelato Guglielmo Minervini – e mi rendo conto che fare educazione è una cosa complicata, questa è davvero una bella sfi da, una bella rogna che vi state prendendo, ha detto, rivolgendosi agli organizzatori. Io vi sono accanto, consideratemi un compagno di strada in questa scommessa audace e ambiziosa. Sul fronte occupazione, la Regione è impegnata in un articolato lavoro di bandi che si stanno formando. Non possiamo fare albi di una professione come l’assistente domiciliare all’infanzia, ma elenchi di soggetti qualifi - cati che, in tal modo, possono dare tranquillità alle persone che a loro affi dano i loro fi gli”. Insomma, secondo l’assessore Minervini bisogna recuperare lo spirito d’intrapresa, cambiare atteggiamento, smettere di piangersi addosso e darsi da fare, perché solo così si potranno scoprire risorse nuove, inesplorate, in un mercato del lavoro sempre così fl essibile ed incerto”. Il corso ha impegnato un corpo docenti composto, oltre che da Ottavio e Silvia Anna Balducci, in qualità di pediatra il primo e di insegnante la seconda, dalla musicista Annalisa Andriani, dall’ostetrica Fabrizia Camporeale, dalla fi sioterapista Francesca Cantatore, dalla pedagogista Lucia Samarelli e dalla psicologa Maria Rosa Squeo, con la collaborazione della segretaria Maria Luisa Mergola. Superando un multitest di nove domande multiple a risposta singola, si sono diplomate assistenti domiciliari all’infanzia: Maria Tiziana Andriola, Pina Ardito, Sonia Milillo, Annamaria De Palma, Isabella Petruzzella, Marta De Pinto, Sofi a Clelia Fantini, Maria Rosaria Viliani, Emma Valeria Bertrandino, Maria Cagnetta e Maria Antonia Bisceglia.